La psicoterapia fa danni?

Pochi giorni fa, di domenica mattina, in edicola, vedo il titolo in prima pagina:
“I danni della psicoterapia” . E’ sul mensile Mente e Cervello.
Da psicoterapeuta non posso fare a meno di provare subito una risposta vegetativa: un rimorso! e la ricerca immediata delle mie colpe: avevo fatto dei danni ai miei pazienti?
Giuro sono innocente e, comunque, in buona fede. Così pensavo nel mio “dialogo interno”….

Mi affretto a tornare a casa, leggere e scoprire che si tratta di un articolo che parla più delle possibilità e difficoltà di verificare i casi in cui la terapia non funziona.
Eh no! mi dico, così non va!
Prendo carta e penna (desktop e tastiera) e scrivo al direttore della rivista.
Ecco la lettera:

a: mente_cervello@lescienze.it
alla cortese attenzione del Direttore Marco Cattaneo
Gentile Direttore,
sul numero 139 del corrente mese di luglio 2016 ho letto il suo editoriale e l’articolo di Giovanni Sabato su «I Danni della psicoterapia».
Dopo aver letto l’articolo mi permetto di aggiungere: «presunti danni»
Sono psicologo e psicoterapeuta e seguo la rivista da lei diretta con interesse. A mio giudizio la più seria – finora – nel panorama italiano delle riviste di settore.
Sono d’accordo che la ricerca debba esplorare meglio e di più le circostanze in cui la terapia non funziona e che, attraverso di essa, sarà proprio la psicoterapia a trarre beneficio.
Popper ha mostrato “inconfutabilmente” come l’ inconfutabilità di una teoria non è un pregio ma un difetto.
Riporto in questa forma paradossale il contributo di Popper a sottolineare l’aspetto che sottopongo alla sua attenzione: ci troviamo in un’area, quella dell’umana esistenza, che meriterebbe più delicatezza, attenzione, rispetto.
Ricordo Bateson con il suo “Dove gli Angeli esitano”.
E invece dell’esitazione trovo un articolo con un titolo che a me è sembrato un po’ “sparato”. Come nella tradizione dei quotidiani “pop” e, mi si perdoni l’accostamento: il titolo cattura, l’articolo evade.
Non è riportata alcuna evidenza dei danni così nettamente dichiarati in copertina. Anzi, nel testo, ci si affretta ad attenuare la portata delle affermazioni segnalando le difficoltà della ricerca a definire concretamente la miriade di variabili agenti in una psicoterapia a partire dalla decisione di iniziare un percorso fino alla valutazione degli effetti sul lungo periodo dopo la conclusione.
Si! ci vorrebbe più cautela.
Infine suggerisco di approfondire altre ricerche che hanno portato il servizio sanitario britannico a potenziare i servizi di psicoterapia dimostrando l’enorme potenziale umano ed economico che libererebbe un ricorso più diffuso alla psicoterapia.
http://www.thelancet.com/journals/lanpsy/article/PIIS2215-0366(16)30024-4/abstract
e i riferimenti che potrà trovare sull’articolo di Felice Torricelli, psicologo e presidente dell’ ENPAP:
http://www.altrapsicologia.it/editoriali/enpap-gli-psicologi-investono-sulla-psicologia/
A me pare che è ora che un po’ tutti ci muoviamo verso un atteggiamento, per dirla con Bacone, construens
Con i miei più cordiali saluti e immutata stima.
Ersindo Nuzzo Psicologo e psicoterapeuta Consigliere di indirizzo generale Enpap.

Per dovere di cronaca: al momento in cui scrivo non è arrivata risposta.
Ora aggiungo solo una breve considerazione relativa alla nostra professione. Siamo circa centomila psicologi che già qualcuno dice essere “troppi” e di cui – sembra – la metà psicoterapeuti. Versiamo le quote di iscrizione, obbligatorie per legge, agli Ordini regionali o provinciali che altrettanto obbligatoriamente versano una parte di queste quote al Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi C.N.O.P. .
Mente e Cervello non è un giornalino di quartiere, è una rivista qualificata della nostra area professionale a larga diffusione nazionale.
SE questa rivista titola in prima pagina “I danni della psicoterapia”, dico io, il CNOP è lì per fare cosa ?
Mi piacerebbe molto ascoltare i pareri di tutti: psicologi, psicoterapeuti, studenti di psicologia, blogger di vario orientamento clinico e politico-professionale.
Insomma, che dire? sveglia!!!




Come gli ordini possono tutelare la professione

Sempre più frequentemente assistiamo alla comparsa di professioni inventate a tavolino che vorrebbero svolgere in qualche modo l’attività dello psicologo. Come può intervenire l’ordine?

La professione di psicologo è la più esposta a imitazioni e contraffazioni. L’ultima novità è il “counselor filosofico”, attività che mi immagino dovrebbe fornire consulenze alle persone suggerendo letture impegnate di autori che offrono significati su temi filosofici, come il senso della vita, altrimenti il “counseling filosofico” rischia di essere un intervento in ambito psicologico.

Se per uno Stato è fondamentale tutelare la salute dei propri cittadini, allora la salute psicologica richiede il doppio della tutela perché è proprio in momenti di impedimento/difficoltà/patologia che la persona è maggiormente disorientata e, cercando un supporto, può incappare in pseudoscienze o soluzioni improvvisate che possono sottovalutare se non aggravare la condizione di salute.

L’ordine degli psicologi è il nostro punto di riferimento professionale ed è l’istituzione deputata alla tutela della professione e quindi della salute psicologica dei cittadini, come può migliorare questa funzione e rendersi realmente utile?

L’attività di tutela è affidata dalla legge al consiglio dell’ordine (legge 56/89, art. 12 lettera h –  “vigila per la tutela del titolo professionale e svolge le attività dirette a impedire l’esercizio abusivo della professione”).

Eppure questa funzione generalmente non è mai stata pienamente svolta dal consiglio dell’Ordine, lasciando così che l’attività di tutela della professione fosse limitata alle denunce di casi eclatanti che giungevano quasi casualmente, oppure a qualcuno che si inventava denunce inconsistenti andando a complicare il quadro giuridico della professione.

Essendo votati all’innovazione e non accettando lo stato delle cose ma orientandoci al miglioramento continui, gli ordini della Lombardia, Lazio, Marche e Piemonte hanno istituito per la prima volta una commissione apposita: la Commissione Tutela”.
La strada intrapresa ci pare più che corretta ma c’è ancora tanto da fare!

tutela professionale

In Lombardia, questa commissione ha operato in modo abbastanza autonomo dal consiglio istruendo i casi per il presidente dell’Ordine. Possiamo fare meglio!

Per recepire completamente quanto indicato dalla nostra legge istitutiva e allinearci, la Commissione Tutela dovrebbe assumere un ruolo molto più ampio e determinante per il consiglio dell’Ordine e per l’Ordine stesso, valorizzando finalmente la tutela della professione come uno dei principali motivi dell’esistenza dell’ordine stesso.

La tutela deve diventare una funzione dell’ordine con la stessa dignità della deontologia:

così come per i procedimenti deontologici è coinvolto tutto il consiglio, anche per la tutela della professione devono essere coinvolti tutti i consiglieri eletti e votati dagli psicologi e dalle psicologhe (come prescrive la nostra legge), diventando così una delle principali attività dell’ordine e non essere relegata ad una funzione residua.

Con la formalizzazione della Commissione Tutela in modo da coinvolgere tutto il consiglio nelle attività di tutela della professione, si avrebbe come conseguenza naturale che le attività di tutela diverrebbero parte fondamentale del funzionamento dell’ordine, accelerando il riconoscimento del valore della psicologia nella nostra società.

Ma le innovazioni non si fermano qui!

In Lombardia stiamo redigendo un regolamento della Commissione Tutela (il primo in Italia) che può divenire esempio per tutti gli altri Ordini per la gestione della tutela della professione di psicologo.

Il regolamento istituzionalizza la Commissione Tutela, rendendola una realtà che da oggi sarà sempre presente, indipendentemente da chi vince le elezioni.

Inoltre, il regolamento attribuisce alla commissione tre attività principali:

  1. Istruire le segnalazioni che giungono dai colleghi e cittadini (che possono trasformarsi in denunce o diffide)
  2. Rispondere ai quesiti che giungono all’Ordine sull’argomento
  3. Svolge attività di studio e di promozione della tutela della professione di psicologo.

In pratica, la commissione agirà non solo ricevendo le segnalazioni ma anche stimolandole, oltre a informare psicologi e cittadini, approfondendo temi specifici che possono generare dubbi circa la legittimità dell’utilizzo di strumenti in ambito psicologico.

L’auspicio è che in futuro questa modalità di lavoro sia adottata da tutti gli ordini italiani e la tutela e valorizzazione della professione di psicologo diventi realmente una delle principali attività dei consiglieri votati dai propri colleghi e colleghe.




Arriva il Mangia Gender!

Estate.

Tempo di mare, ombrelloni e gender.

Ormai lo sappiamo: ogni giorno la sacralità delle nostre famiglie è messa in pericolo dal sudore, dal fucsia e dalla diversità.

C’è chi, però, non abbassa mai la guardia, nemmeno quando tutti gli altri sono in vacanza, anche se tutto sembra filare liscio.

La calma dello scorso inverno, in cui nessun insegnante ha portato sex toys a scuola, a nessun bambino è stato insegnato a masturbarsi, in nessun liceo sono stati proiettati film pornografici, è infatti solo apparente.

La minaccia del gender al tuo bucato e ai tuoi figli è dietro l’angolo e, come sempre in questi mesi, ci pensa la Regione Lombardia a fare da avanguardia nella difesa della famiglia naturale!

Dopo l’evento inspiegabilmente contestato con il logo di EXPO, ecco lo Sportello Famiglia, più efficacemente ribattezzato “Telefono Antigender”.

Lo scopo lo spiega Cristina Cappellini, assessore alla Cultura per la Regione Lombardia, secondo cui il compito dello sportello è:

fronteggiare  eventuali casi di forme di disagio nel percorso educativo degli alunni, avendo come stella polare i valori non negoziabili della famiglia naturale e della tutela della libertà educativa in campo alla famiglia stessa.

Se questa iniziativa non vi pare particolarmente intelligender, sarà perché magari avete l’impressione di stare assistendo ad un film già visto tutta la scorsa estate, come nulla fosse successo.

Perché alla fine, “nulla” è proprio quello che è successo: avevamo grandi aspettative, maestre contorsioniste con oggetti fallici, proiezioni hard in aula magna, caos nelle menti dei giovani…e invece… una noia mortale.

E per vigilare su questo noioso nulla che è l’inesistente “Teoria Gender”, ora la regione Lombardia investe 30mila euro dei soldi dei contribuenti per i prossimi 12 mesi.

Il “telefono antigender” sarà gestito da AGE, associazione di esplicita ispirazione cristiana, con un curriculum di tutto rispetto, dalla partecipazione all’organizzazione del Family Day alla promozione della petizione “no gender in classe”, con tanto di proposta di non mandare gli alunni a scuola un giorno al mese per:

svegliare dal torpore insegnanti, presidi e genitori e far comprendere loro il pericolo dell’ideologia del gender, che subdolamente, senza incontrare una vera opposizione, si sta diffondendo nelle scuole dei nostri figli.

Vien da pensare che dietro a questo caos ci sia la Lobby dei Bambini Discoli che cercano scuse per bigiare scuola, e invece sono proprio le parole di Fabrizio Azzolini, Presidente di AGE, il quale non ha mica nulla contro i gay e le lesbiche, ma

noi siamo per l’accoglienza di tutti, tutti i genitori e tutti i ragazzi delle scuole, non solo i nostri figli. Però non vogliano mica quelle associazioni Lgbt che noi diventiamo gay per far piacere a loro.

Capito no?

Insomma: stando alle intenzioni della regione Lombardia, non c’è sicuramente associazione più adatta per portare avanti questo sportello per la famiglia che vigilerà su una cosa inesistente.

Sono proprio curiosa di capire come verrà effettuato il monitoraggio del progetto…

Tutto questo, infine, non riguarda solo la società civile, i diritti, le politiche regionali e i soldi dei contribuenti: riguarda anche gli psicologi, e la ragione è evidente.

Chi sono gli esperti che vanno a parlare di affettività, sessualità, rispetto nelle scuole?

Spesso sono proprio gli psicologi.

Psicologi come quelli che hanno inventato il famigerato “Gioco del Rispetto”, che ora si sono visti sottrarre i finanziamenti dalla città di Trieste, guidata dal nuovo sindaco Di Piazza.

Questi psicologi magari potrebbero sperare in un organo di rappresentanza – che so, un Ordine? – che porti le loro istanze civiche, professionali e scientifiche all’interno delle istituzioni, delle scuole, dei comuni, delle regioni, del MIUR.

Ma fa caldo, troppa fatica, a volte è difficile pure concentrarsi.

Perché solo un errore di disattenzione e concentrazione può aver reso possibile questo:

cnop azzolini

cioè la creazione di un gruppo di lavoro sul BENESSERE A SCUOLA in seno all’Ordine Nazionale degli Psicologi che vede coinvolto proprio Fabrizio Azzolini, il presidente di AGE.

Una presa di posizione ufficiale del CNOP sul tema gender, che attendiamo ancora dall’anno scorso, dalla frittata dell’Editoriale de La Croce in poi, a questo punto si fa ancora più difficile.

Non meglio va se qualcuno pensa di rivolgersi all’Ordine della Lombardia.
Sull’intervenire in queste faccende il Presidente è stato chiaro sin dagli albori:

non dobbiamo e non possiamo entrare in nessun dibattito sul piano politico, ideologico o religioso.

Amen.

Ma non finisce qui, il (no)gender è proprio dappertutto.

Stop-Gender

Così ecco che gli Ordini della Sicilia e dell’Abruzzo pubblicano e inviano anche per mail una invitante proposta a tutti gli psicologi iscritti: collaborare – ovviamente aggratisse – ad un “progetto di prevenzione delle separazioni” organizzato da un’associazione privata di Genova, Associazione Aiuto alla Famiglia, di matrice confessionale, e di cui gli esponenti si sono ripetutamente espressi – anche in audizioni alla Camera dei Deputati – contro le “Unioni Civili”, e sottoscrivendo appelli “No al Gender”.

Naturalmente qualsiasi associazione privata è legittimata a portare avanti le istanze che crede.

Gli Ordini degli Psicologi, invece, così come i propri iscritti, sarebbe opportuno che portassero avanti istanze di laicità e scientificità.

Perciò, miei cari colleghi, anche quest’anno, come quello passato, tocca arrangiarsi da soli per disinnescare l’allarme gender.

Per dire ai cittadini, ai genitori, ai dirigenti scolastici che non esiste nessuna teoria gender, è tutta fuffa, una scemenza, e conservare così ancora un po’ di quella responsabilità sociale che il nostro codice deontologico ci ricorda essere alla base del nostro comportamento come professionisti.




Storytelling: storie che aiutano a crescere

Le storie aiutano a crescere, a sorridere quando si è tristi, a superare le paure, a fare compagnia rinforzando la relazione con chi le racconta.

storytellingL’utilizzo delle Storie in Psicologia e in Psicoterapia, raggiunge la massima efficacia quando i pazienti sono bambini o adolescenti. Insieme a loro è possibile costruire delle “storie che curano” e che li aiutino a tracciare un personale percorso, non solo di guarigione ma, sopratutto, di crescita.

I partecipanti all’evento saranno introdotti allo strumento dello Storytelling, e ne conosceranno l’utilità e l’efficacia all’interno della relazione terapeutica con bambini ed adolescenti.

Come utilizzare le storie per aiutare il bambino/adolescente ad aiutare se stesso?

Come costruire delle “Storie che curano” partendo dai racconti e dalle metafore utilizzate spontaneamente dai bambini e dagli adolescenti?

Come collaborare con il bambino/adolescente nel creare e sviluppare un racconto terapeutico?

Ce ne parlerà la collega Valentina Mossa, Psicologa clinica, Storyteller

Sabato 17 Settembre 2016, dalle 9 alle 13, presso la sede dell’Ordine degli Architetti, in viale Roma 3 a Vicenza.

L’iscrizione è gratuita ed obbligatoria.

La partecipazione è possibile solo previa iscrizione ed in base alla data di arrivo, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

È possibile dare la propria adesione inviando una mail a: apvconvegni@gmail.com




La magica agenda degli psicologi

Lo ammetto: per anni ho osservato con un sorrisino sarcastico le lunghe discussioni tra colleghi, quelli fortunati e quelli sfortunati, quelli con le agende dell’Ordine e quelli senza.

Ogni tanto mi divertivo sadicamente a fare osservazioni antipatiche come

Lo sai che è un regalo che ti comprano con i tuoi soldi?

o a fare domande scomode come

Lo sai quanti dei soldi delle casse dell’Ordine vengono spesi?

Ora comprendo di essere stata a lungo una brutta persona e pure dalla vision ristretta: secondo gli ultimi annunci, infatti, delll’agenda non si può fare a meno, perché essa è un oggetto potentissimo, qualcuno sospetta persino di origine esoterica, un grimorio al cui interno sono contenute oscure formule magiche.

In essa, infatti, è racchiuso il

simbolo di tutto ciò che la nostra professione rappresenta.

Non si può quindi farne a meno, se si vuole avere la possibilità di essere psicologi di successo.

Agenda: con troppa superficialità l’ho osservata con aria snob, trattandola solo come un raccoglitore di fogli di carta con la data stampata, incapace di coglierne la vera essenza e la vera magia.

Per quello che sappiamo ora, ma sono solo i primi dettagli trapelati in pubblico, dentro essa è forgiata una potentissima formula capace di risolvere tutti i problemi degli psicologi: si chiama Legge 56/89.

Grazie all’agenda e alla magica formula custodita in essa,
la nostra professione verrà protetta dai counselor
e promossa in ambiti che nemmeno riusciamo a immaginare!

agenda opt

Vola Falkoooorrr!

Basterà bisbigliarla all’orecchio del passante per metterlo sotto il nostro incantesimo e far sentire all’ammaliato un’intensa e improvvisa necessità di andare da uno psicologo.

Per far tremare di paura il counselor si dovrà, invece, recitarla in notti di luna piena intorno a un focolare acceso in una cripta segreta a Borgo La Croce, in cui bruciare una ciocca di capelli dell’abusivo che intendiamo colpire. 

Per trovare un lavoro come psicologo, la formula va prima tradotta in sanscrito da anziani mistici sulle cime del Ponte del Diavolo, poi trascritta in caratteri elfici sulla retrocopertina de L’interpretazione dei sogni di Freud e nei giorni di plenilunio, dopo aver avvolto il testo in foglie di alloro, va messo a bruciare su un braciere. 

Avere questo potentissimo oggetto magico ora è possibile anche per i colleghi toscani, che potranno richiederla entro la fine di agosto, anche qui grazie ad una potentissima magia: quella per cui l’agenda è un dono dell’Ordine, ma pagato con i soldi delle loro iscrizioni.