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C’è chi ha ogni convenienza a dire che un Ordine ha due doveri, la tenuta dell’Albo e l’amministrazione delle pratiche deontologiche. Non è falso, su un piano tecnico, e fino a qualche anno fa era normale: così andavano le cose.

Ora che, come AP, un Ordine (quello della Lombardia) lo vediamo da vicino, siamo in grado di dare un consiglio in più ai colleghi: se qualcuno di potere dovesse affermare che l’Ordine deve limitarsi a queste due funzioni il consiglio è “Protestare”. Via mail, via posta, via telefono. Chiedete appuntamenti, raccogliete firme. Perché, davvero, non c’è giustificazione.

Un Ordine, considerate, ha una meravigliosa posizione. Un’entrata garantita dalle quote di iscrizione e nessun budget da raggiungere, nessun obiettivo di performance da conseguire. Per questo è importante avere dei progetti. Fare cose. Cercando di rendere queste cose utili per una comunità.

Questa è la storia di una di queste iniziative, coltivata ed elaborata da AltraPsicologia prima e proposta come iniziativa istituzionale dell’Ordine Lombardia oggi.

L’iniziativa riguarda un territorio difficile in cui incontrano realtà diversissime; è il territorio della formazione post lauream, dominato da un elevatissimo numero di Scuole di Psicoterapia, più di trecento enti privati che in Italia sono soggetti solo al libero mercato e in cui straordinarie eccellenze culturali si affiancano a veri cercatori di profitto.

Sulla scorta di moltissime segnalazioni ricevute, AltraPsicologia ha deciso di partire “dal basso”, dalle segnalazioni ricevute, per creare qualcosa. Quello che ne è venuto fuori, e che ha distillato un lavoro che per AP è durato anni, è stato riassunto in un foglio di carta in formato A3, niente di più.

E’ un elenco di buone prassi riguardanti la formazione in psicoterapia, cui ha dato subito, appena nato, un nome: “Carta Etica”. Per l’Ordine della Lombardia, una novità assoluta.

Nulla di vincolante per nessuno, intendiamoci. Un parere, delle linee guida, un elenco di cose che sarebbe meglio fare. L’importante è l’origine autorevole di quel documento: un ente “super partes” che rappresenta tanto gli studenti quanto i formatori.

Proprio il fatto di venire “dal basso e da tutti” dà un’autorevolezza speciale alla “Carta Etica” e fa legittimamente sperare che questa diventi un faro, un riferimento, e spinga le Scuole a discutere, e magari, se è il caso, a modificare le proprie regole. Niente a che vedere con il “controllo e la vigilanza”, che spettano al Ministero dell’Università (MIUR).

Controlleranno, al limite, gli studenti stessi delle Scuole che potranno scrivere all’Ordine raccontando, semmai, di scuole in cui nessuno si diploma mai (si, c’è anche questo!); di altre in cui i colloqui di selezione a pagamento arrivano a 500 euro; di altre ancora che formano counselor in pochi mesi consentendo a semplici diplomati una facile via di accesso ad una professione abusiva ,frequentando le stesse lezioni frequentate a caro prezzo dagli aspiranti Psicoterapeuti… Tanto per fare degli esempi: tutte cose possibili, tutte cose che succedono davvero. Ogni giorno o quasi.

Tra breve, grazie alla Carta Etica, si avrà a disposizione l’elenco di coloro che dicono di si, di chi ammette che avere linee guida condivise è un valore e porta valore, in tutti i sensi, all’intera nostra comunità. Almeno in Lombardia.

Una simile iniziativa in altri tempi forse non avrebbe ottenuto il successo che sta avendo. Invece – sorpresa – i primi a manifestare soddisfazione sono state proprio alcune Scuole, i Big Ones, gente ben nota che forse della Carta Etica non aveva nemmeno bisogno.

E poi sono venuti i colleghi. Il MIUR. Il Consiglio Nazionale. Alcuni altri Ordini Regionali che stanno approntando strumenti simili.

E c’è anche chi si oppone. Nello specifico un’associazione con un nome altisonante: “Coordinamento Nazionale delle Scuole di Psicoterapia”, in sigla CNSP, un’associazione cui iscriversi è molto facile e poco costoso ma che rimane un’Associazione privata, che si apre con pochi euro e uno statuto depositato all’Agenzia delle Entrate.

Il fondatore e da sempre segretario del CNSP, all’anagrafe Dottore Alberto Zucconi su questa faccenda ha scritto decine di mail, ha firmato una lettera che ha mandato a tutti quelli che gli sono venuti in mente, ha telefonato a destra e a mancina… forse ha fatto tutto questo solo perché preferiva l’Ordine di prima: inerte, pacifico.

Eppure fa uno scivolone, quando fa notare che il CNSP ha “già realizzato” un codice dei diritti degli studenti in psicoterapia e quindi… nessuno deve più neppure provare a pensarci?

Eppure il documento in oggetto è presente sul sito http://www.cnsp-scuolepsicoterapia.it/?q=taxonomy/term/6 e non solo è straordinariamente sintetico, ma, possiede il discutibile merito di non avere modificato di una sola virgola lo status quo, nonostante sia stato approvato più di dieci anni fa. I problemi degli studenti di ieri sono i problemi di oggi.

In effetti forse non è un caso. Già, perché proprio Zucconi non scrive tutte quelle lettere solo perché preferisce un Ordine “moscio”. CNSP difende uno specifico interesse e… lo fa a modo suo.

Sta di fatto che si trova nel pieno di un conflitto di interessi tutto italico quando produce un documento che difende i diritti degli studenti … dal punto di vista delle Scuole, che sono ampiamente parte in causa.

Secondo scivolone: la sua lettera, Zucconi, l’ha mandata davvero a tutti tranne che allo stesso Ordine della Lombardia. Si è “dimenticato” o avrà fatto apposta? E, se l’ha fatto apposta, cosa voleva essere? Uno spregio? Era forse arrabbiato, era piccato, voleva dire “io con voi non ci parlo”? O ancora di più, una dichiarazione di guerra ad una comunità che è però la stessa comunità degli Psicologi che si iscrivono alle Scuole che pretende di rappresentare? Possibile che un uomo dichiari guerra ai suoi stessi clienti?

Spero al meglio. Spero in un’omissione per impulsività, in una dimenticanza, forse in quelle negazioni irrazionali che capitano quando ci si sente offesi.

Infine, terzo scivolone. La lettera si conclude con un ordine perentorio: non collaborate con l’Ordine Psicologi della Lombardia. Dimenticando che le Scuole hanno, invece, ciascuna una propria autonomia decisionale; ma anche che hanno un naturale, legittimo interesse a mantenere un rapporto fertile con l’ente che le rappresenta. Infatti, le scuole che avevano dei dubbi hanno chiamato l’Ordine e, sempre, hanno ricevuto una risposta pronta in forma di incontri diretti, invariabilmente finiti con una stretta di mano non sono solo formale.

Ciò che mi è venuto spontaneamente da chiedermi è se il CNSP, così facendo, ritiene davvero di fare l’interesse delle scuole che sono sue socie.

Mi sono anche domandato, a dire il vero, se l’Associazione indica regolarmente le elezioni del segretario o se la carica passi di generazione in generazione, come per i regnanti di altri tempi.