image_pdfimage_print

di Ersindo Nuzzo e Federico Zanon.

Gli psicologi useranno il voto elettronico per eleggere i propri rappresentanti all’ENPAP. Questa è l’innovazione portata a termine il 28 Marzo 2015, con l’approvazione da parte del Consiglio di Indirizzo Generale dell’ultima fase di complessa elaborazione del nuovo regolamento elettorale.

Ora la palla passa ai due Ministeri vigilanti, ma la strada è segnata. I Ministeri dovranno valutare nella forma e nel merito la bontà della riforma e indicare eventuali correzioni. I tempi e i modi di questa valutazione non sono affatto scontati, e prevediamo che ci sarà altro lavoro da fare. Ma la speranza è che di riuscire ad applicare il nuovo sistema elettorale già dalle prossime elezioni, fra due anni.

Gli stessi Ministeri avevano indicato la necessità di una riforma elettorale. All’insediamento degli attuali Consigli di indirizzo e di amministrazione (Maggio 2013), avevano evidenziato l’esigenza di cambiare un metodo elettorale che aveva mostrato tutti i suoi limiti. Nelle ultime elezioni si erano palesate varie falle: una disciplina non abbastanza puntuale lasciava spazio ad una gestione poco trasparente e costosissima, con circa 1.100.000 euro spesi per una procedura elettorale durata ben sei mesi.

Ci siamo ispirati con forza ai valori in cui crediamo di più, per questa riforma elettorale.

(1) Il primo valore che ci ha ispirati è la partecipazione. Negli anni passati ha votato poco più del 20% degli iscritti ENPAP, complici anche le farraginose procedure di voto. Un sistema borbonico, pieno di passaggi burocratici, che scoraggerebbe chiunque. Per questo abbiamo scelto il voto elettronico: niente più raccomandate, schede postali, seggi remoti da raggiungere. Tutto si svolgerà per via telematica, ad eccezione dei voti espressi da chi non ha obbligo di PEC: i pensionati non più attivi. Per tutti gli altri, la PEC e un sistema elettronico certificato di votazione dovrebbero facilitare di molto l’espressione delle proprie preferenze.

(2) Il secondo valore è la correttezza del voto. Troppo spesso abbiamo assistito ad elezioni degli ordini e dell’ENPassalto-diligenza-1AP che hanno generato più di un sospetto di irregolarità. Ci sono stati ricorsi, sospetti e lamentele, in passato. Questo anche a causa del voto postale, che espone inevitabilmente le schede alla manipolazione di più operatori che le processano in condizioni spesso incontrollabili. La classica immagine della diligenza carica di polverose buste di voti, trainata da robusti cavalli da tiro attraverso le polverose pianure dello stivale, è finalmente destinata a sparire. Così come sono destinati a sparire i rischi che queste diligenze vengano assaltate, svuotate, riempite. Che le schede cartacee vengano assegnate all’amico fidato di turno, magari in bianco, per essere ‘spedite’.

(3) Il terzo valore è l’associazionismo fra colleghi. L’espressione del voto continuerà ad essere individuale, ma i gruppi di candidati potranno essere riconosciuti in base ad un programma comune, a valori condivisi, e questo permetterà forse di limitare il noto fenomeno dei raggruppamenti improvvisati, costruiti ad hoc su obiettivo elettorale ma senza una storia, un impegno costante, una reale condivisione di scopi. Fenomeni questi che hanno abbassato drasticamente la qualità della produzione politica di Ordini ed ENPAP in passato, generando maggioranze polimorfe e mutevoli del tutto sganciate dalla volontà espressa dagli elettori.

Ovviamente non ci illudiamo che il voto elettronico annulli ogni rischio. Ma ci pare un passo avanti importante perché riduce di molto la possibilità di manipolazione delle schede, che invece è ben presente nel sistema cartaceo e nei suoi vari passaggi.

Pochi i voti contrari a questa riforma. Sarà un caso che solo i vecchi e nuovi adepti di quella parte di forze di politica professionale presenti nella precedente infausta consiliatura abbiano votato contro o si siano astenuti?

La speranza è che un giorno anche per gli Ordini regionali si passi al voto elettronico. Per questo passaggio storico una riforma interna non basta: sarebbe necessario agire a livello normativo. Ma prima ancora, occorrerebbe una ferma e unitaria volontà della categoria in favore di un sistema elettorale facile e trasparente, e oggi questa possibilità è ancora lontana.

In noi, permane la spinta ad una significativa innovazione delle regole che disciplinano il funzionamento dell’ENPAP, il cui patrimonio è arrivato alla rispettabile cifra di 960 milioni di euro. Il tutto sempre nell’interesse di chi quei soldi li ha prima sudati e poi versati.