Sognavo di essere Freud… mi sono svegliata Willy il Coyote

Anche tu ce li hai i tuoi bei sogni da realizzare, vero? Tanti progetti ancora confusi o magari già ben delineati della tua mente… vorresti fare la psicoterapeuta in uno studio accogliente, o lavorare con i bambini a scuola, oppure ti piacerebbe fare selezione del personale o magari la psicologa dello sport?
Sono belli i sogni, sai, sono quelli che ti danno l’energia per cominciare, per fare il primo passo…

Ma nessuno ti ha davvero detto quello che succede dopo, vero?

E non parlo del problema delle pensioni sai (non apriamo questa porta!), né del mondo del precariato e della disoccupazione giovanile, parlo di quello che ti succede veramente, quando improvvisamente ti accorgi che sei laureata, ti guardi intorno e scopri di essere circondata da migliaia di altre ragazze e ragazzi che, con gli occhi sgranati come te, si chiedono:

E ADESSO?


Aisha Proxima è uno pseudonimo collettivo nato intorno ad un originale progetto editoriale.
Aisha è costruita come un poliedro dalle molte facce intersecate tra loro, ed ogni sua parte corrisponde ad un pezzo di anima della professione di psicologo, o meglio ne rappresenta le nuove e nuovissime generazioni, da poco laureate o da poco specializzate.
Tutto ciò che è riportato in questo libro è assolutamente vero, seppure appaia inverosimile, ed è stato inserito all’interno di un racconto, costruito a partire dalle avventure e disavventure di vita professionale di otto colleghi tra i 27 ed i 35 anni.
Ma chi in queste pagine voglia cercare pruriginose curiosità sui pazienti e le loro stranezze, viste dagli occhi di imberbi psicologi alle prime armi, ha proprio sbagliato indirizzo.
No, non si tratta assolutamente di questo.
Qui si parla della condizione degli psicologi nell’attuale panorama italiano, raccontato dalla viva voce di un gruppo “significativo” di essi.
“Significativo” perché chiamati a raccolta da analoghe esperienze e da lucide e disincantate visioni del panorama professionale, ma soprattutto dalla volontà di prendere parola, unita al coraggio di raccontarsi per condividere tutto questo.
Non è neppure un ennesimo libro di denuncia, perlomeno non nel senso tradizionale del termine.
Chi legge questo libro potrà certamente costruirsi, immergendosi nel vivo delle esperienze qui raccontate, una propria idea ed immagine della reale condizione dei giovani professionisti alle prime armi, e prendere atto del fatto che, senza giri di parole, la gran parte di loro, indipendentemente dalla loro capacità, versano in gravissime condizioni con pesanti ripercussioni anche personali.
E mentre le nuove generazioni di psicologi sono nella peggiore situazione possibile per poter operare come meriterebbero, paradossalmente, l’esigenza di psicologia aumenta a dismisura nella nostra società senza che questo diventi ancora una cosciente domanda, trovando l’intera comunità professionale del tutto spiazzata ed incapace di corrispondervi, ripiegata nel conservare privilegi e piccoli fortini ideologici.

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