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Il triennio 2020-2022, prorogato di un anno, è arrivato alla fine.
E il ministro della salute Schillaci ha annunciato che di proroghe non ce ne saranno più.
Mi piacerebbe credergli, ma sono trent’anni che si va avanti a proroghe, sconti e sanatorie.
Intanto il Cogeaps ha inviato il conto dei crediti ECM conseguiti dai professionisti agli Ordini delle professioni sanitarie.
E già qui abbiamo un primo punto critico.

LA SCARSA TRASPARENZA DEL SISTEMA
I dati complessivi del sistema ECM non vengono pubblicati.
Per cui non sappiamo se il sistema funziona, se i sanitari sono regolari, se gli obiettivi quantitativi vengono raggiunti.
Filtra qualche notizia frammentaria, alcuni Ordini hanno pubblicato dati indicativi.
E la situazione non pare affatto confortante.

UNA MOLTITUDINE DI IRREGOLARI?
In base a queste informazioni frammentarie, pare che al 31/12/23 e salvi i conguagli, fra gli psicologi solo il 60% circa sia regolare.
Un altro 40% non ha raggiunto il numero di crediti richiesti. E secondo alcune indiscrezioni, parrebbe che addirittura un 15-20% degli iscritti all’albo avrebbe conseguito ZERO crediti.
Se la situazione è questa, vuol dire che in vent’anni di esistenza il sistema ECM non riesce nemmeno a raggiungere gli obiettivi quantitativi minimi.
Ma il sistema ECM dovrebbe garantire l’aggiornamento dei sanitari, per la sicurezza e la qualità del sistema sanitario.
Se il sistema di aggiornamento non raggiunge i suoi obiettivi quantitativi, significa che è in dubbio anche la sicurezza e la qualità del sistema sanitario?

L’ASSENZA DI MISURE DI ESITO
Accanto al problema del mancato raggiungimento della necessaria quantità di aggiornamento da parte di un cospicuo numero di sanitari, c’è anche un tema di qualità.
Andrebbe cioè misurato anche l’effetto della formazione frequentata dai sanitari sul funzionamento del sistema salute e delle sue strutture.
E questo è l’altro enorme bug del sistema ECM: non si misurano gli esiti.
Non parlo chiaramente dei questionari di apprendimento a fine corso, che non misurano nulla.
Parlo di misurare se la sala operatoria A o l’ospedale B, in cui si fanno gli ECM, producono più salute e meno mortalità della sala operatoria X o dell’ospedale Z, in cui il personale non si aggiorna con l’ECM.
Ma non c’è nulla di tutto questo.
Nell’epoca dell’evidence based, in cui tutto viene misurato in base agli effetti che produce, l’efficacia del sistema ECM non viene valutata.

L’ASSENZA DI STIME SUI COSTI DEL SISTEMA ECM
Il sistema ECM ha un costo.
Noi siamo abituati a pensare al solo costo di iscrizione ai corsi a pagamento.
Ma in realtà il sistema ECM nel suo complesso rappresenta un costo enorme anche per la collettività.
Pensiamo solo alle ore dedicate dal personale del SSN, che sono pagate dallo Stato.
Considerando 50 ore/anno per ciascun dipendente, con 450.000 sanitari attivi abbiamo 22,5 milioni di ore a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ovvero di tutti noi.
Se ogni ora di un dipendente può costare 25-30 euro (una stima grossolana e al ribasso), si arriva a 600 milioni di euro l’anno, solo per le ore.
Poi c’è il personale dedicato alla formazione e il costo vivo degli eventi.
Facilmente supereremo il miliardo di euro di costi all’anno.
Di cui solo una parte ritorna allo Stato in forma di tassazione sugli accreditamenti.

EFFICIENZA
Non conosciamo l’efficacia, gli esiti, l’effectiveness.
Non conosciamo i costi.
Mancano quindi i dati per calcolare l’efficienza del sistema ECM, cioè il valore generato per
ogni euro speso.
Il quadro sull’utilità di questo mastodonte si chiude con un ‘non valutabile’.

PROROGHE, SCONTI E SANATORIE
Il cronico fallimento degli obiettivi quantitativi, e la mole enorme di irregolarità, negli ultimi vent’anni ha portato a concedere continui sconti e proroghe.
Un sistema in perenne emergenza, in cui si deve abbassare continuamente l’asticella per aumentare – artificialmente – il tasso complessivo di regolarità.
Questo approccio, oltre che disperato si è rivelato inutile, come visto sopra.
Ma soprattutto finisce per dare un pessimo messaggio.
Si veicola l’idea che l’aggiornamento ECM sia una pena inutile e gravosa, da scontare in ogni occasione possibile.
È stato così con la pandemia: invece che spingere il sistema di aggiornamento al massimo, per preparare al meglio i sanitari all’emergenza, si è fatto lo sconto sui crediti.
E d’altronde se hai un sistema burocratizzato e costoso, di cui nemmeno conosci l’efficacia, in emergenza è facile percepirlo come una zavorra di cui liberarti.
Ma lo sconto sui crediti scatta anche quando fai bene: quando programmi con il dossier, quando raggiungi gli obiettivi.
Insomma: nel bene e nel male togliamo crediti.
E il messaggio che passa è che nemmeno il sistema ECM crede nella propria utilità.

LE SANZIONI
Alla fine di ogni triennio ECM è sempre riemerso il tema delle sanzioni.
Le minacce, pure: ‘stavolta non si scherza e niente sconti!’.
Ma in vent’anni non si è vista l’ombra di una sanzione.
D’altronde, chi dovrebbe comminarle sono gli ordini, e gli Ordini hanno a stento la lista degli irregolari.
Ma non hanno nemmeno creato un sistema sanzionatorio pubblico, tale che la gente sappia cosa rischia.
Avrebbero dovuto farlo le varie federazioni nazionali degli Ordini (Decreto legge 138/2011), ma che io sappia nessuna l’ha fatto.
Poi, aneddoti tanti: quello del dentista condannato per malpratica, qualche richiamo deontologico per medici.
Ma nulla di sistematico e organizzato, tale da creare un diffuso senso di certezza delle sanzioni.
Se poi ci aggiungiamo che il database Cogeaps, che tiene il conto dei crediti di ciascuno di noi, funziona a singhiozzo, abbiamo completato il quadro.

LA SCOPERTURA ASSICURATIVA
Ad aggiungere ulteriori complicazioni, qualche anno fa ci si è inventati una nuova punizione per i sanitari irregolari: togliergli la copertura assicurativa.
Che non mi è mai sembrata una cosa geniale.
Sul piano globale riduce la sicurezza complessiva del sistema sanitario.
E sul piano individuale è un po’ un modo per aggiungere sanzioni nuove, quando non applichi nemmeno quelle che già dovresti applicare.
Perdipiù, essendo un provvedimento aggiunto in modo inorganico in una delle tante leggi omnibus di fine anno, è anche difficile da incardinare nel complesso sistema delle coperture assicurative in sanità.

CAMBIERÀ QUALCOSA NEL 2024?
Il triennium bug. Viene perfino da ridere.
Il 31/12 abbiamo stappato una bottiglia, e il giorno dopo il mondo è rimasto uguale.
Voglio fare un pronostico: nessuno sarà sanzionato per gli ECM mancanti.
Questo perché gli irregolari che non possono più regolarizzarsi sono troppi.
Gli Ordini non sono attrezzati per gestire così tanti procedimenti disciplinari (migliaia, a fronte di qualche decina di quelli gestiti attualmente negli Ordini grandi).
Si potrebbe ovviare con un sistema sanzionatorio semi-automatizzato, qualcosa che scatta in base a regole fisse. Ma se capitasse a me ricorrerei, pretendendo un vero procedimento disciplinare con diritto di contraddittorio, e a quel punto finirei per essere sanzionato, se tutto va bene, alla soglia del pensionamento.

I MIEI PRONOSTICI PER IL 2024
L’oroscopo mi dice che anche nel 2024 si tirerà a campare come negli ultimi vent’anni.
Che nessuno sarà sanzionato per non aver raggiunto il numero di crediti richiesto e che ci saranno altre proroghe, sconti e sanatorie.

CONCLUSIONI
A dispetto di quanto sembri, io credo molto in un sistema pubblico di aggiornamento, garantito e vigilato dallo Stato, perché l’interesse alla salute va tutelato.
Ma non così.
Il sistema ECM non assolve alla sua importante funzione di garante dell’aggiornamento effettivo dei sanitari italiani.
Non raggiunge gli obiettivi quantitativi minimi.
Non è sottoposto a misure di esito, costo ed efficienza.
Non produce nemmeno un database attendibile dei regolari e degli irregolari.
Tutto questo si riflette negativamente sulla sicurezza delle cure, sull’efficienza dell’uso delle risorse e in definitiva sulla salute e sulle tasche dei cittadini.