Lavorare come libero professionista e ragionare da dipendente – Parte I
Tra l’immixtio manuum e la professionalità desiderata
“Nessuno può farvi sentire inferiori, senza il vostro consenso”
Eleanor Roosvelt
Nei siti aziendali, la prima pagina è spesso dedicata alla Vision, concetto che un mio incredibile professore all’università spiegava come “la rappresentazione del futuro per cui valga la pena di impegnarsi e di rischiare”.
Quanti prima di pensare alla libera professione hanno cercato di costruire una visione da percorre, magari insieme ad altri colleghi o non colleghi, un progetto, un settore, un specificità che partiva dal loro desiderio, negli anni arricchitosi di conoscenza, con un pulsante potenziale di competenza …?
E quanti invece considerano la libera professione l’unica spiaggia, poco allettante e rischiosa, da inghiottire pur di lavorare …
“tutto ciò che siamo è il risultato di ciò che pensiamo: è fondato sui nostri pensieri, costituito dai nostri pensieri” (Buddha Breviario)
Aggiungo che la realtà di “vassallaggio” del nostro mercato lavorativo, non aiuta a progettare e guardare il futuro, anzi pare chieda oltre alle trafile burocratiche, di recitare l’ immextio manuum a tizio o a caio, in un giuramento, che tutti ha come protagonisti meno che te:
« A tal signore magnifico io, il tale. Poiché si sa benissimo da parte di tutti che io non ho di che nutrirmi o vestirmi, io ho richiesto alla pietà vostra, e la vostra benevolenza me lo ha concesso, di potermi affidare e accomodare al vostro mundio, e così ho fatto; cioè che tu debba aiutarmi e sostenermi, tanto per il vitto quanto per il vestiario, secondo quanto io potrò servire bene e meritare; e, finché io vivrò, ti dovrò prestare il servizio ed ossequio dovuti ad un uomo libero e non potrò sottrarmi per tutta la mia vita alla vostra potestà o mundio, ma dovrò rimanere finché vivrò nella vostra potestà e protezione. »
La pericolosa perdita di protagonismo, e i possibili rischi annessi e connessi partono dalla nostra visione del “Lavorare in proprio”La vaccinazione va fatta da piccini, e l’università non ce la offre, dobbiamo farci gli anticorpi da grandi, e per farli dobbiamo iniziare allenandoci alle nuove regole, perché lanciarsi nella libera professione con la visione del dipendente è come giocare in attacco con i guantoni e la posa del portiere.
Per questo motivo vorrei condividere e riflettere con voi, alcuni spunti utili per costruire una nuova vision solida, attraverso una rubrica che parte da alcune considerazione e le approfondisce insieme a voi, in diversi articoli, dedicati al tema.
REGOLE implicite, da conoscere per un’attività in proprio |
1° Servono cento preventivi, prima di poter realizzare un lavoro: inizia ad amare gli allenamenti;2° Nessuno ti darà l’ok e ti dirà che va bene così come vuoi procedere, se non quella vocina dentro di te, che se non l’alleni canterà sempre fuori tempo; 3° Se vuoi fare tutto da solo, ricordati che fine hanno fatto Narciso, Icaro, e pure Topolino (che pare riesca in tutto, ma alla fine è ancora single, ha sempre in casa due marmocchi manco suoi, e gamba di legno torna fuori ogni due per tre); 4° Non vali per partito preso o per titolo, ma perché traduci ogni giorno quel titolo in un sapere, saper essere, saper fare, e questo ti diverte pure; 5° Avere uno studio/una sede non equivale ad avere lavoro; 6° I tuoi colleghi, così come le altre professioni che ti capita di incontrare tra i corsi, i master, i convegni, i seminari, sono il vero motivo per cui ha senso partecipare a quel Master; 7° Non aver paura di condividere, e far girare il tuo sapere tra colleghi, clienti, professioni limitrofe perché “ mi rubano il progetto”, useranno le mie slide”, ma fai girare il tuo nome e la tua professionalità, sarà il volano che aiuterà te ed il tuo gruppo ad affermarsi, anche nei momenti down, al contrario potrebbe ammuffire in un cassetto o perdersi in un backup non fatto; 8° Specializzati, o crea un servizio nuovo diverso dalle altre offerte, e COMUNICALO bene, prima di tutto ai clienti; 9°Associarsi è il vero segreto; 10° Alleniamoci a perdere, i grandi atleti sono coloro che sanno come cadere! “La più grande prova di coraggio è sopportare la sconfitta senza perdere il cuore.” Robert Green Ingersoll |
“… noi potremo passare accanto a fenomeni mai visti senza rendercene conto, perché i nostri occhi e le nostre menti sono abituati a scegliere e a catalogare solo ciò che entra nelle classificazioni collaudate. Forse un nuovo mondo ci si apre tutti i giorni, e noi non lo vediamo … scoprire il nuovo mondo era un’impresa ben difficile, come tutti abbiamo imparato. Ma ancora più difficile, era vederlo, capire che era nuovo, tutto nuovo, diverso da tutto ciò che s’era sempre aspettato di trovare come nuovo. E la domanda che viene naturale farsi è: se un nuovo mondo venisse scoperto ora lo sapremo vedere?
(I. Calvino)
Anna Galiazzo
Prof. Massimo Bruscaglioni