Il bando dell’Ordine Nazionale: promozione o lotteria?

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine è finanziato da ogni psicologo italiano. Possibile che indica un bando di concorso che somiglia ad una lotteria? Segui il racconto…

Dimenticare la dichiarazione dell’attuale Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia riguardante l’etica è impraticabile: lui sostiene si tratti di una questione individuale. E l’attuale CNOP sembra decisamente pensarla proprio allo stesso modo.

Il CNOP viene finanziato indirettamente da ciascuno psicologo italiano con le proprie quote di iscrizione all’Ordine, per un totale, euro più euro meno, di 2 milioni di euro l’anno. Quest’anno, per la prima volta nella sua storia e trascurando quali siano le funzioni dell’ente stabilite dalla legge (56/89, art.28), il CNOP si scopre un’inedita vocazione assistenziale e decide di erogare 60 borse di studio da 5.000 euro.

pioggia soldiUna cifra elevata per il bilancio del Consiglio Nazionale, in totale 300.000 euro, metà di tutto l’avanzo di bilancio del 2013, che andranno a pochi “fortunatissimi” colleghi (vedi qui il testo del bando). Diciamo subito a chi si sta leccando i baffi che non c’è da sperarci, si tratta infatti di poco più di una pioggerella di risorse spalmata su una comunità professionale di oltre 90.000 persone. I soldi verranno distribuiti allo 0,06% degli psicologi, meno di un vincitore ogni mille iscritti: dati alla mano, è poco più facile che vincere alla Lotteria. Non cambierà una virgola per la psicologia italiana.

Ma la metafora non si limita alle scarse probabilità di vittoria: quello che più fa somigliare questo bando ad una lotteria è il meccanismo di funzionamento. Il CNOP riceve risorse obbligatorie da tutti gli psicologi e poi non trova di meglio da fare che ridistribuirli (non tutti, certo…), esattamente come fa ad esempio Lottomatica: prende da tutti una piccola somma e poi crea allettanti gruzzoletti che rappresentano però poco più che un’illusione, poiché resteranno appannaggio di pochissimi.

Ma che senso ha? Si promuove la psicologia così?
E c’è ancora di più: tocca rimpiangere la trasparenza delle lotterie,
perché nel nostro caso i pochissimi fortunati vincitori non saranno scelti dalla sorte, con tanto di notaio nello studio televisivo di turno, ma… da una commissione composta da due componenti dello stesso Consiglio e da “tre colleghi scelti tra soggetti esterni al CNOP esperti nelle materie oggetto del presente avviso“. Siamo quindi alle solite in termini di trasparenza. E aggiungiamo un ulteriore interrogativo sorto dalla lettura del bando: è possibile che sia davvero il Presidente CNOP Fulvio Giardina con modalità monocratica – e non il Consiglio riunito in assemblea, in quanto organo deliberante – a decidere chi saranno i membri della commissione? Di quella commissione che distribuirà 300.000 euro, cioè soldi di tutti?

E queste “materie” di cui si devono essere esperti quali sono?
Il bando richiede “la progettazione di un intervento psicologico di utilità sociale innovativo e originale, rivolto a problematiche emergenti per le quali l’intervento sia da ritenersi necessario ed utile“. Una domanda di una vaghezza assoluta, eterea, impalpabile, quasi poetica.
Ci sta tutto e il contrario di tutto.
I requisiti spesso stringenti dei bandi, i criteri apparentemente severi di valutazione e verifica in itinere e finali servono di solito agli enti erogatori per evitare che un bando si trasformi in una dazione clientelare. Tuttavia in questo caso, leggendo la scheda per l’inserimento dei dati del progetto all’interno dell’area riservata,  l’unica richiesta ferrea è quella dello spazio in cui scrivere: meno di 15 righe per esporre gli obiettivi, o l’impatto del lavoro, o ancora “monitoraggio e valutazione” (espressione la cui interpretazione può essere creativamente delegata al collega partecipante). Dulcis in fundo: ben 4 righe a disposizione per descrivere sostenibilità/realizzabilità e utilità sociale.
Roba da agorafobia! 

Garanzia che qui sarà affidata solo ai giudici “esperti”… ma di cosa, ci si può domandare, visto che mancano proprio i contenuti del bando? E come e da chi saranno nominati? L’unica certezza è che saranno retribuiti… i primi ricompensati in fondo da questo bando così singolare.

nessun contenutoAncora: il bando prevede le erogazioni senza specificare però i criteri di valutazione dei progetti e della rendicontazione finale. Ma stiamo scherzando? Non è previsto nessun business plan, e nemmeno un documento che ci dica come sono stati effettivamente spesi, a fronte di tanta vaghezza, i fatidici 5.000 euro. Costi ed entrate sono elencabili in maniera assolutamente aleatoria. Forse trattandosi di “borse di studio” s’intende che sarà possibile tutto, anche realizzare un progetto di vita, un approfondimento culturale…? Non è certo chiaro ciò che si può o non si può proporre; alcuni potrebbero pensare che non vi sia niente di meglio che approfondire la propria materia di studio favorita, purché “innovativa e originale” in un villaggio al mare o di fronte ad un bel panorama montano per agevolare l’apprendimento… si può proporre il finanziamento di un buen retiro di studio? Siamo tentati di provare. Non ci facciamo illusioni, ma tanto i criteri sono così generici che qualunque escluso può tranquillamente fare ricorso e vincerlo in caso di esclusione.

Infine, nei criteri di ammissione al bando non si fa cenno ai colleghi che abbiano procedimenti disciplinari aperti, e neppure sanzioni gravi irrogate a loro carico, se siano morosi… tutti hanno in fin dei conti diritto alla loro illusione, al loro Sabato del Villaggio.

Quale anestesia si sta impadronendo di noi? La crisi del Paese pesa così tanto da rischiare di far arroccare i singoli professionisti nell’olimpo del “mors tua, via mea”?

Mah…

Roberta Cacioppo e Mauro Grimoldi