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Il DPR di Ferragosto, il 137/12, contiene quella riforma delle professioni di cui si parla da anni e che non era mai giunta in porto. L’iter è stato lungo, complesso, sono state sentite le parti sociali che in questo caso sono rappresentate dai professionisti e dai consumatori. Ci sono stati pareri discordanti. E alla fine è tutto qui, in poche sostanziali modifiche che cambieranno la vita di molte professioni. Cosa cambia per noi psicologi? nelle prossime settimane approfondiremo singolarmente i temi della riforma, per ora ecco una breve sintesi a caldo delle questioni sul piatto:

TIROCINIO: durerà al massimo 18 mesi per tutte le professioni.
Cosa cambia per gli psicologi? nulla, il nostro tirocinio è già di 12 mesi.

FORMAZIONE CONTINUA: diventa realmente obbligatoria per tutte le professioni, perché ci potranno essere sanzioni disciplinari per chi non acquisisce i crediti formativi annuali. La formazione potrà essere erogata dagli ordini professionali oppure da associazioni autorizzate, ma resterà in capo agli ordini la definizione delle caratteristiche della formazione. La novità è che gli ordini diventano a tutti gli effetti erogatori di servizi, e non più enti a garanzia della fede pubblica e della deontologia professionale degli iscritti.
Cosa cambia per gli psicologi? siamo una professione votata, forse anche troppo, alla formazione perenne. Per molti di noi si tratterà di rendere ufficiale qualcosa che già facciamo, sperando che l’obbligo non accentui una deformazione della struttura economica della nostra professione per cui molti psicologi non fanno gli psicologi, ma i formatori di psicologi: un sistema economico autofagico.

ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA: per molte professioni la stipulazione di un’assicurazione per coprire il cliente dal costo di errori professionali è già un’abitudine consolidata. Ma ora diventa obbligatorio: tutti i professionisti dovranno stipulare una polizza. Agli ordini e in genere agli enti di categoria (associazioni, sindacati, casse) è riconosciuto il compito di stipulare polizze collettive entro un anno (15 Agosto 2013).
Si tratta di un passo avanti importante per la copertura di attività che possono avere un rischio rilevante: pensiamo all’avvocato che dimentica una scadenza, al commercialista o all’ingegnere che compiono errori durante un’attività, generando perdite economiche al cliente. Una buona polizza in forma collettiva dovrebbe essere vista come un vantaggio per il professionista, più che un costo: non dobbiamo dimenticare che le assicurazioni sono nate come scommesse sulla perdita del carico delle navi per naufragio, e sono state uno stimolo per le attività economiche.
Il rischio per il sistema delle professioni è quello dell’aumento delle denunce di sinistro professionale, con relativo incremento dei premi a carico del professionista. Per alcune specializzazioni mediche questo fenomeno è già realtà da tempo.
Cosa cambia per gli psicologi? l’obbligo di assicurazione per la nostra categoria, che ha un rischio professionale relativamente contenuto, non dovrebbe incidere in misura importante sul budget di spesa annuo. L’unica assicurazione in forma collettiva attualmente presente sul mercato è CAMPI, che ha costi di poche decine di euro ed offre una copertura piuttosto completa. Sia l’Ordine nazionale che gli ordini regionali si stanno attivando per fornire polizze assicurative diverse.

PUBBLICITA’: la pubblicità acquisisce un ulteriore grado di libertà: sarà sempre possibile pubblicizzare la propria attività professionale. Il decreto parla di pubblicità informativa, ma di fatto non ci saranno limitazioni.
Cosa cambia per gli psicologi? la messe di pubblicità psicologica che invade il web, i social network e molti luoghi di aggregazione è il segno che per noi la pubblicità è già libera. E del resto gli ordini non hanno l’opportunità di far molto a riguardo, se non analizzare eventuali segnalazioni specifiche. Per la nostra categoria, il problema della pubblicità forse non risiede nell’eccesso di vincoli, ma nell’eccesso di libertà che troppi colleghi si concedono mescolando psicologia, new age, naturopatia, stregonerie e linguaggio iniziatico con svendite di colloqui a costo zero.
Il tema della svendita di prestazioni, a cavallo fra pubblicità e tariffe, non è stato esplicitamente affrontato; tuttavia il modello Groupon, che fino a pochi mesi fa sembrava il futuro della promozione di servizi, sembra già sulla via del declino, con risultati economici e valore in borsa in discesa.

DEONTOLOGIA: i consigli disciplinari non coincideranno più con i consigli degli ordini. Nasceranno consigli disciplinari nominati dal tribunale referente per territorio, su proposta di una rosa di nomi da parte dei consigli degli ordini. Credo si sarebbe potuto osare di più, per rendere davvero terzi i collegi giudicanti.
Per la mia esperienza diretta, ritengo che attualmente la deontologia sia esposta ad un conflitto di interessi intollerabile: i consiglieri degli ordini eletti dagli iscritti diventano anche giudici disciplinari. Una situazione che si presta a troppe nefandezze, e infatti l’uso strumentale, politico e clientelare della funzione deontologica da parte di consigli e consiglieri è all’ordine del giorno, così come la diffusa incompetenza giuridica e la superficialità nella valutazione dei casi.
Cosa cambia per gli psicologi? purtroppo nulla, oltre al danno la beffa: una riforma poco coraggiosa, che in più esclude le professioni sanitarie. Per noi resteranno le storture di sempre, sotto gli occhi di tutti.

TARIFFE: abolite, semmai ce ne fosse stato bisogno. Al loro posto, restano i parametri, che sono indicativi e molto ampi e saranno utilizzati dal giudice in caso di mancato accordo preliminare sul costo della prestazione. Diventerà regola che il costo della prestazione sia stabilito in anticipo con il cliente, con preventivo scritto.
Cosa cambia per gli psicologi? nel nostro campo l’accordo con il cliente sul prezzo è pratica diffusa, anche se spesso non è per iscritto.

SOCIETA’ TRA PROFESSIONISTI: la nuova norma permette di aprire società aventi ad oggetto un’attività professionale, con possibilità di soci non professionisti fino a un terzo delle quote con potere deliberativo. Restano aspetti ancora irrisolti, come la definizione della responsabilità professionale in caso di prestazioni rese dalla società. In generale, è difficile prevedere quale impatto reale avranno le società fra professionisti, dato che già esistono forme di collaborazione associata molto più snelle e flessibili dal punto di vista fiscale e operativo, e con costi decisamente inferiori rispetto ad una società con capitale.
Un nodo critico è la definizione della disciplina previdenziale dei redditi dell’impresa; un vuoto normativo su questo punto potrebbe permettere l’uso delle società come metodo legale di evasione dei contributi previdenziali da parte dei soci professionisti.
Cosa cambia per gli psicologi? probabilmente poco. Chi esercita già in forma di studio associato difficilmente sceglierà di aprire una società. Inoltre, nella nostra professione le società sono una realtà presente tradizionalmente da molto tempo in settori specifici: in molte cooperative e società di consulenza gli psicologi sono soci o consiglieri di amministrazione, insieme ad altre figure professionali.