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Bocciato, due giorni prima di Natale, l’emendamento alla legge di Bilancio che istituiva un fondo da 50 milioni per ampliare l’accesso al sostegno psicologico.

La proposta prevedeva un “bonus avviamento” per dare un primo contributo a tutti coloro che pur senza diagnosi di disturbo mentale hanno bisogno di avviare un percorso terapeutico e un “bonus sostegno” fino a 1.600 euro annui per chi ha Isee sotto i 15mila euro, 800 euro con Isee tra 15 e 50.000 euro, 400 euro per redditi compresi tra 50 e 90.000 euro. Sono invece rimasti i fondi per la psicologia scolastica, ma ridotti da 120 a 20 milioni.

Non ce l’abbiamo fatta: l’emendamento per introdurre il ‘Bonus Salute Mentale’ non è arrivato in fondo e c’è una grande amarezza. Sapevamo che fosse difficile, che le risorse richieste fossero cospicue, ma non lo erano a caso”, ha commentato su Twitter la vicepresidente dei senatori del Pd, Caterina Biti, prima firmataria dell’emendamento insieme alla collega Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità

Questa bocciatura ha decisamente fatto cadere le braccia a tutti. Nessun governo è stato in grado fino ad ora di occuparsi della salute dei propri cittadini. Una roba a dir poco tragicomica.

Ma cosa potrebbe essere successo?

Dei pregi e dei limiti di questa iniziativa ne avevamo parlato qui e qui.

È indiscusso infatti che la pandemia abbia fatto impennare il disagio psicologico, come è indiscusso (seppur poco evidenziato) che per combattere la pandemia è necessario coinvolgere gli psicologi poiché i cittadini devono essere incentivati a modificare i propri comportamenti quotidiani e le proprie abitudini di vita.

Molti hanno paragonato il ‘bonus psicologi’ al ‘bonus chef’ o a ‘bonus monopattini’, lenti a contatto ecc.. sostenendo lo scandalo che si diano agevolazioni di questo tipo, piuttosto che quelle per intraprendere un percorso psicologico.

Ma non è, a mio avviso, il modo corretto di affrontare la vicenda.

Al ristorante infatti ci vai, il monopattino lo compri, come anche gli occhiali e le lenti a contatto… Stop. Questi sono acquisti o esperienze che nascono e si concludono.

Il prendersi cura della propria salute deve riguardare lo Stato, necessita di interventi multilivello e coordinati con tutte le strutture socio-sanitarie, perché l’impatto deve essere stabile e significativo su tutta la collettività.

Dobbiamo dircelo chiaramente e con onestà intellettuale: questi soldi non avrebbero risolto il problema, la “soluzione” proposta era un compromesso.

Questo probabilmente è stato il limite che ne ha determinato la bocciatura, perché se la spiegazione è che l’emendamento non è stato accolto per “per ragioni economiche, contabili” come sostenuto dal Presidente Lazzari, allora forse il ragionamento è stato che devolvere 50 milioni per una iniziativa non risolutiva non sarebbe stato “conveniente”.

Seppur possiamo arrivare a comprendere questa argomentazione (con qualche difficoltà francamente vista anche l’alternativa inesistente), il problema però rimane: cosa facciamo?

Davvero possiamo permetterci come Stato e collettività, di lasciare alle tasche degli Italiani l’onere di occuparsi della propria salute (mentale)?

Presidente, questa cometa è ciò che chiamiamo “Killer di pianeti”

L’impatto economico sostanziale della pandemia, se si tiene conto anche di questo stato di salute della popolazione, può infatti andare ben oltre le perdite relative ai periodi di stop produttivo dovuto alle restrizioni governative. Per la ripartenza anche economica degli Stati si deve tener conto, oltre che dei progressi verso la crescita economica, anche quelli verso l’inclusione sociale e il benessere mentale.

Ma il problema dell’assenza totale di un piano di sviluppo che tenga conto di questa componente sembra non riguardare solo l’Italia.

L’ultima edizione del Mental Health Atlasfornisce una chiara indicazione che, la maggiore attenzione prestata alla salute mentale negli ultimi anni, non ha ancora portato a un aumento della qualità dei servizi mentali in linea con i bisogni. 

Nel 2020, solo il 51% dei 194 Stati membri dell’OMS ha riferito che la propria politica o piano per la salute mentale era in linea con gli strumenti internazionali e regionali sui diritti umani, ben al di sotto dell’obiettivo dell’80%.

Le stime globali delle persone che ricevono cure per problemi di salute mentale sono rimaste inferiori al 50%, con una mediana globale del 40% delle persone con depressione e solo del 29% per le persone con psicosi.

“Non si può andare in giro a dire alla gente che ha il 100% di possibilità di morire. Capite? È da pazzi”

In questo caso “mal comune mezzo gaudio” evidentemente non consola, anzi.

Questo stato di cose preoccupa tutti e, sebbene sia una costante con la quale abbiamo imparato a fare i conti, in questo momento storico ci fa sentire come i protagonisti del film “Don’t Look Up” che provano disperatamente a segnalare un’imminente catastrofe senza successo.

Nel caso dei voucher abbiamo provato (come categoria) a proporre una soluzione che mantenesse il contatto con la realtà, che tenesse conto del fatto che le istituzioni pubbliche al momento non sono in grado di portare avanti una proposta di modello culturale e organizzativo per la sanità e la salute psicologica.

Il punto di forza di questa proposta era proprio questo: avere la capacità di essere semplice, accessibile e immediatamente implementabile.

Di sicuro sarebbe stato un modo per dribblare la resistenza degli assetti consolidati nel SSN e dare una risposta rapida ai cittadini in straordinaria difficoltà.

Non ha funzionato.

Di certo però questo cenone di capodanno ha un po’ il sapore amaro del finale del film, dove tutti gli “eroi” sconfitti, si siedono attorno al tavolo cibandosi di prelibatezze attendendo l’arrivo dell’inevitabile catastrofe. 

Il finale di questo articolo è un po’ apocalittico, me ne rendo conto, speriamo di avere ancora comunque più tempo a disposizione dei protagonisti del film per intervenire ma, se avete capito come la penso, non credo che ne sia rimasto poi così tanto.

Di sicuro continueremo a provarci.

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Fonti:

www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/30/manovra-salta-il-bonus-psicologo-presidente-dellordine-fondi-stoppati-dal-tesoro-come-se-il-sostegno-psicologico-fosse-un-lusso/6441375/

twitter.com/caterinabiti/status/1473622962532233223

www.facebook.com/ordinepsicologilombardia/posts/5088755674489785

www.linkiesta.it/2021/12/psicologi-terapia-salute-mentale-bonus-manovra-bilancio-economia/

https://www.who.int/news/item/08-10-2021-who-report-highlights-global-shortfall-in-investment-in-mental-health