Quello dei crediti ECM (Educazione continua in Medicina) per gli psicologi liberi professionisti è argomento di vecchia data.
La posizione di Altrapsicologia è sempre stata chiara e la possiamo così riassumere:
fermo restando l’obbligo deontologico (e di legge) alla formazione permanente da parte di ogni psicologo, l’obbligo degli ECM per i liberi professionisti non sussiste.
ECM a misura di chi?
Occorre rendersi conto che il sistema ECM, è stato creato a misura di medico/infermiere, e di qualunque altra professione sanitaria incardinata nel sistema pubblico, psicologi inclusi. Questo significa in sostanza che, al sacrosanto obbligo all’aggiornamento formativo permanente dei professionisti sanitari pubblici, nei fatti, per il dipendente pubblico/convenzionato ci pensa direttamente l’azienda sanitaria. Discorso a parte andrebbe fatto per i medici, dove anche le aziende farmaceutiche offrono a loro volta possibilità di accumulare crediti ECM gratuitamente.
In ogni caso, in entrambi i casi, non vi è un aggravio dei costi a carico del singolo professionista, ma tali costi vengono assorbiti dall’azienda sanitaria.
E per gli psicologi liberi professionisti?
Peccato è tutto ECM. La notizia è che, per la prima volta in 20 anni di professione, compare in un documento del Consiglio dell’Ordine del Psicologi (CNOP), vestendosi quindi di nuda e cruda ufficialità (nelle parole peraltro del nostro presidente nazionale Fulvio Giardina) che gli ECM saranno obbligatori presto per tutti gli psicologi, anche i liberi professionisti.
Nota bene – per non creare allarmismi –
al momento non vi è nessuna necessità di correre ad accaparrarsi ECM!
Cito però – testualmente – il verbale ufficiale della seduta CNOP del 27 e 28 febbraio 2015:
p15 “Il COGEAPS ha a che fare con l traghettamento al Ministero della Salute, che avrà ricadute sul fatto che tutti gli psicologi dovranno maturare crediti ECM o FCP. Alessandro Lombardo chiede perché allora si sta (sic!) aspettando a definire gli standard formativi per gli psicologi, Giardina risponde che in futuro tutti gli psicologi necessiteranno di crediti ECM e che si resta in attesa della validazione del regolamento da parte del ministero della salute”.
Il dado è tratto. A quanto pare, la vision del CNOP, della maggioranza di questo CNOP, è di traghettare tutta la professione verso il sistema ECM, non comprendendo per nulla le evidenti difficoltà che questa opzione (mi sforzo ancora di chiamarla in questo modo), riverserebbe sulla quasi totalità della comunità professionale. Un traghettamento inevitabile si dirà, che segue a ruota il passaggio sotto il controllo del Ministero della Salute ma allora, cosa ci stanno a fare i massimi organi rappresentativi di una professione se non quella di rappresentarla? Se non per rappresentarne presso tali organi, giusto a titolo di esempio che:
- Non è tutta sanità. Sebbene si stia concludendo il passaggio verso le professioni sanitarie all’interno quindi del controllo da parte del Ministero della Salute gioverebbe ricordare come non tutta la professione è professione sanitaria. ECM anche per tutti i colleghi che lavorano come psicologi dello sport, del lavoro e delle organizzazioni, nel terzo settore?
- Altri costi per gli psicologi. Ad una professione già agonizzante dal punto di vista economico e dai redditi medi individuali decisamente bassi, si verrà ad aggiungere un ulteriore costo, quello dell’accumulo dei crediti ECM.
Sulle spalle dei liberi professionisti.
Ancora una volta, le grandi scelte politiche sulla professione, e ormai dovremmo esserne abituati da circa 20 anni di governo dell’AUPI e di chi li sostiene come in questo CNOP, vengono fatte sulle spalle dei liberi professionisti.
E gli FCP? Nel precedente quadriennio CNOP si era proposto un regolamento apposito, che prevedeva la creazione di un sistema a “misura di psicologo”, i tanto declamati FCP (Formazione Continua per Psicologi). Era stato quindi redatto un regolamento apposito che, dopo alcune revisioni, era stato inviato per l’approvazione dai ministeri competenti.
La vision – fortemente sostenuta da Altrapsicologia – era ed è che gli psicologi incardinati nel servizio pubblico dovessero e potessero continuare con il sistema ECM (per ovvi motivi), per tutti gli altri, e giova ricordare che sono la stragrande maggioranza degli psicologi italiani, si doveva creare un sistema apposito di crediti che mettesse nelle condizioni anche i singoli Ordini regionali di poter creare un sistema di erogazione a misura di psicologo, a basso costo, prevedendo il rilascio dei crediti FCP per tutte quelle attività che sono già norma per la gran parte degli psicologi, per esempio, le supervisioni.
Una maggioranza silenziosa.
Un po’ di spazio va poi speso per descrivere le modalità di partecipazione durante i consigli del CNOP da parte dei presidenti dei vari ordini regionali.
Nei fatti, durante i consigli, dei 22 presidenti di ordini regionali, prenderanno la parola giusto in 7 o 8. Di alcuni in presidenti, a parte i saluti di rito, durante i consigli non si è mai sentito proferire parola, anche quando venivano discussi temi centrali per la professione e per gli 84 mila professionisti che siamo chiamati a rappresentare. Temo, ma vorrei sbagliarmi, che questo non proferire parola non sia propriamente un problema di timidezza nel public speaking. Cosa vorrà dire dunque questo silenzio da parte del massimo organo di governance della professione?
Ecm in silenzio per tutti. Su questo specifico punto per esempio, oltre al presidente e al tesoriere CNOP ho preso parola io, a nome dei tre presidenti di Altrapsicologia, ma mi sarei aspettato una partecipazione molto più serrata anche solo per la portata di una linea politica di questo tipo visto che, circa il 90% degli 84 mila psicologi sono liberi professionisti.
Per capirci, in CNOP si sta decidendo dell’90% dell’intera categoria, e non abbiamo nulla da dire come presidenti? A quanto pare è così.
Ma, questo clima, è purtroppo caratterizzante di questo primo anno di CNOP. A malincuore e soprattutto con enorme preoccupazione, debbo appurare quanto vi sia una totale mancanza di una vision politico-professionale comune per la professione da parte di questa maggioranza la quale, sembra invece procedere per somma di singoli pezzi e silenzi per somma di interessi parziali che, messi insieme, non possono che creare caos.
Questo è, se ci pare.