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Sorridi Senigallia: un nuovo modo di promuovere la psicologia

di Giovanna Biagetti & Federica Guercio | Il 25-26-27 luglio si è tenuto un importante evento “Sorridi Senigallia” rivolto ai cittadini coinvolti nella terribile alluvione del 3 maggio scorso. L’evento promosso dal Consiglio dell’Ordine della Regione Marche aveva l’obiettivo di destinare delle giornate di benessere psicologico alla popolazione. La sua ideazione è maturata in seno alla partecipazione del consigliere referente del gruppo di lavoro della Psicologia dell’Emergenza del nostro Ordine, dott.ssa Giovanna Biagetti membro di AP alle riunioni presso il Centro Operativo Comunale in cui si sono organizzate tutte le attività di protezione civile che hanno riguardato il soccorso e l’assistenza alla popolazione.

L’idea che ha caratterizzato l’organizzazione dell’evento è stata quella di avvicinare i cittadini alla nostra professione. Molti di loro ci hanno conosciuto per il nostro lavoro durante una situazione critica fortemente stressante in cui lo psicologo è stato chiamato ad alleviare il disagio acuto espresso da risposte emotive normali a situazioni estreme, nelle loro prime fasi di impatto.

Abbiamo scelto di puntare sulla promozione del benessere e di scommettere sulla promozione di una professionalità, la nostra, in grado di generare salute non solo attraverso la forma più nota della consulenza e o della psicoterapia. Alcune riflessioni ci hanno condotto a questa scelta.

Manca l’idea di una “Psicologia del quotidiano”. Troppo spesso la psicologia è identificata con il malessere psichico: depressioni, nevrosi, stress, connotano la professione di elementi esclusivamente patologici. Al contrario le scienze psicologiche sono in grado di offrire molto altro al vivere quotidiano: la promozione del benessere, la prevenzione dei disturbi che conducono a dolorosi e onerosi percorsi terapeutici, il miglioramento delle performance dell’individuo in qualsiasi campo operi; il sostegno alla comunità attraverso la promozione di scelte che favoriscono lo sviluppo e la crescita degli individui.

La complessità dell’essere umano impone una costante sinergia tra mondo psichico e fisico; emozioni, pensieri, relazioni, sono in continuo interscambio con le componenti chimiche energetiche materiali. La nostra vita quotidiana è quindi impregnata di normale “psicologia quotidiana”. Se guardiamo l’evoluzione dei sistemi del welfare europeo, (1978 – 2008) grazie alla quale si è spassati da una logica del “sostegno dell’offerta” ad una del “sostegno della domanda” è semplice estrapolare l’idea della “centralità della persona” e l’importanza posta sull’empowerment. Un individuo empowered è in grado di attivare strategie per una migliore gestione della propria condizione critica, ciò perfettamente in linea con la definizione della Organizzazione Mondiale della Sanità di benessere psicologico dell’OMS: “quello stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.

Il nostro Codice Deontologico degli Psicologi Italiani all’art. 3 recita: “lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità”.
La prevenzione e promozione della salute e del benessere psicologico è quindi una competenza tipica psicologica per definizione.

Nasce così il programma dell’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi colleghi che a vario titolo hanno proposto delle attività innovative declinando le scienze psicologiche in forme artistiche, espressive, ludiche, utilizzando il forte potere terapeutico del linguaggio simbolico. Sono stati attivati quindi laboratori esperienziali per adulti e bambini di vario livello di complessità assieme ad eventi che prevedevano una partecipazione cittadina più allargata.

Venerdì 25 la giornata inaugurale ha visto come ospiti Felice Torricelli Presidente dell’Enpap, Piergiorgio Carrescia onorevole del Partito Democratico, e Giovanni Zinni, Consigliere regionale di Fratelli D’Italia-An, i quali si sono impegnati a portare in Regione e in Parlamento le tematiche della prevenzione e del benessere psicologico della persona.

Sempre venerdì sono iniziati i primi due laboratori quello di Comico terapia e yoga della risata tenuto dal dott. Alessandro Bedini Fondatore e Presidente dell’Accademia della Risata, Associazione di Promozione Sociale no profit, che dal 1995 compie ricerche e studia gli effetti fisiologici e psicologici della RISATA e sviluppa strategie d’impiego della Gelotologia (la scienza che studia il fenomeno della risata in relazione alle sue potenzialità terapeutiche) in contesti terapeutici attraverso psicoterapie individuali e di gruppo. Per i più piccoli uno spettacolo di clown terapia promosso da Il Baule dei sogni un’associazione no profit che ha per scopo la promozione e la gestione di attività socio-sanitario-culturali finalizzate alla ricerca, sperimentazione e divulgazione delle scoperte scientifiche circa l’importanza che il Ridere e le emozioni positive rivestono per la psiche e per il corpo dell’uomo a cura di Fabio Ambrosini.

Il programma di sabato 26 luglio a causa mal tempo è stato rinviato a domenica 27 giornata conclusiva dell’evento che ha visto lo svolgersi di numerose attività con protagonisti i bambini e le loro famiglie. Si è iniziato con un laboratorio musicale creativo per bambini Storie e musica. L’esperienza della musica durante l’infanzia aiuta il bambino a conoscere e coordinare il proprio corpo tramite il ritmo, a sviluppare la memoria e l’intonazione e a stimolare la creatività, la fantasia e la voglia di socializzare. La serata ha visto due eventi importanti il Quiz Game: Il cervellone gioco psicologico a premi aperto ad una platea di tutte l’età dove i partecipanti con abilità, astuzia e ingegno si sono messi in gioco per una sfida all’ultima domanda. In simultanea si è tenuto lo Psy Factor con esibizioni artistiche a premi per bambini e ragazzi con una giuria composta da psicologi e da bambini.
Passione, collaborazione, focus sull’obiettivo.

Il gruppo Altrapsicologia Marche ci ha creduto, risultato?
Un enorme successo, oltre le previsioni!

Come è facile immaginare dietro alla realizzazione di un tale evento in meno di 2 mesi, c’è stato un enorme lavoro di ideazione, progettazione e organizzazione che il gruppo Altrapsicologia Marche ha sostenuto con grande impegno e motivazione, mai scemata nonostante gli ostacoli e le criticità incontrate durante la preparazione. In particolare i Consiglieri: Giovanna Biagetti, Aquilino Calce, Federica Guercio, Alessandro Suardi, Giovanni Siena assieme a Presidente Luca Pierucci e Vicepresidente Giuseppe Lavenia hanno provveduto a tutta una serie di azioni, per citarne alcune: progettazione, ideazione e progettazione grafica, individuazione e prenotazione delle location permessi pubblici e SIAE, ricerca degli sponsor, pubbliche relazioni e tante altre microazioni molte delle quasi svolte in orari notturni.

Durante le tre giornate dell’evento i consiglieri di Altra Psicologia sono stati in strada con la gente a veicolare benessere e promuovere salute, fornendo informazioni circa l’evento, prendendo prenotazioni per la partecipazione ai laboratori, distribuendo la rivista dell’Ordine, dietro al tavolo dell’infopoint allestito per l’occasione, abbandonando per tre giorni lettino e scrivania!!!




All’Ordine l’asso pigliatutto

Se fosse una partita di “scopone scientifico” alla prima seduta del Consiglio dell’Ordine è stata fatta valere la regola dell’asso pigliatutto.  Questa regola altera completamente gli equilibri tra fortuna e competenza.

Solitamente a si vince usando un metodo e una strategia, aiutati da un po’ di fortuna; con la variante dell’asso pigliatutto, la fortuna diventa molto più determinante.

Così è accaduto all’Ordine degli psicologi: i nostri avversarsi elettorali hanno deciso di avvalersi di questa regola sfruttando appieno la propria fortuna elettorale (hanno vinto con 8 consiglieri contro i 7 di AltraPsicologia, nonostante AP abbia preso più voti in assoluto e sarebbero stati sufficienti 13 voti in più alla nostra ottava candidata per ribaltare il risultato: casualità).

Con l’asso in mano si sono presi tutte e quattro le cariche (presidente, vicepresidente, segretario, tesoriere). Nonostante i proclami propagandistici basati sulla solita retorica della ricerca di un dialogo, di condivisione ecc., nei fatti dimostrano la volontà di amministrare in completa autonomia l’Ordine degli Psicologi della Lombardia, impostando la regola della roulette (speriamo non russa): rien ne va plus.

Peccato che non stavamo giocando a scopone all’osteria ma si stava tentando di costruire un dialogo e una condivisione utile ai colleghi per rappresentare al meglio gli psicologi. Peccato che così governare diventi difficile.

Comunque, AltraPsicologia non governa né può amministrare l’Ordine; intanto staremo a vedere cos’altro succederà. I primi segnali non possiamo considerarli molto positivi, infatti oltre alla presa di tutte le cariche ordinistiche dobbiamo fare i conti anche con il primo discorso del neopresidente che scivola su “l’idea che l’Etica… appartenga alla sfera privata di ognuno”, un vero manifesto al laissez faire, che in questo periodo sappiamo cosa significa.

Nonostante questo, noi manterremo i nostri valori e ideali, gli stessi che abbiamo esposto in apertura di Consiglio dell’Ordine. Si alla qualità, alla distinzione, ad una psicologia che si presenta di fronte al sociale a testa alta. No alle svendite, no alle pratiche che strizzano l’occhio all’abusivismo, no alle terapie riparative, no ai baronati. Questa è stata e sarà la nostra linea guida per i prossimi anni, solidi nelle nostre opinioni grazie all’associazione ormai di portata realmente nazionale.

Perché chi punta solo sulla fortuna riesce a combinare alla fine ben poco, e la partita che vince oggi sarà la stessa che perderà domani. Ca va sans dire.

Mauro Grimoldi




Proust e la psicologia del lavoro

di Cristina Contini

E’ tempo di smettere, la virtù della bevanda sembra diminuire. È chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me. E’ stata lei a risvegliarla, ma non la conosce, e non può far altro che ripetere indefinitivamente, con la forza sempre crescente, quella medesima testimonianza …

Marcel Proust

 

Davanti ad una tazza di thé e ai vecchi libri dell’Università da sistemare, ho vissuto una breve esperienza di “madeleine”, quel momento di memoria affettiva che si ispira al dolce francese che innescava in Marcel Proust i suoi ricordi d’infanzia.

Il mio breve viaggio nel tempo passato è giunto rapidamente al triennio di psicologia del lavoro (all’epoca si sbiennava e si sceglieva la specialità, una sorta di orientamento con un piano di studi abbastanza strutturato), ai tanti pomeriggi trascorsi con i compagni di corso (non eravamo tantissimi e ci si conosceva quasi tutti), alle chiacchierate su cosa avremmo fatto da psicologi del lavoro, “da grandi”.

Ora che sono passati diversi anni, sento ancora il sapore di quell’ottimismo e di quella curiosità verso gli ambiti applicativi della psicologia e s’innesca la mia madeleine ….

Cosa possiamo dire oggi della professione di psicologi del lavoro?

Siamo riusciti ad esercitare al meglio il nostro mestiere? Quali prospettive abbiamo per il futuro? Quanta richiesta c’è di psicologia del lavoro? Come potrà evolvere questa bella professione?

Innanzitutto è bene ricordare che lo psicologo del lavoro è uno psicologo a tutti gli effetti e a tutto tondo. Nella comunità professionale spesso aleggia ancora il pregiudizio “va beh dai il vero psicologo è quello clinico …. tutti possono fare lo psicologo del lavoro …”

Attenzione colleghi, sapete bene che ci sono psicologi sociali, del lavoro, delle organizzazioni (come più vi piace) che sono strutturati in azienda (i più fortunati e forse bravi), alcuni dirigono le risorse umane di multinazionali, alcuni sono consulenti e figure chiave nei processi aziendali …. e poi a volte – ma dai!!! – sono anche psicoterapeuti!

Cosa fanno più spesso gli psicologi del lavoro? Quali gli ambiti occupazionali li accolgono più di frequente?

Ovviamente la crisi ha cambiato molto le carte in tavola e giocare il jolly oggi non è sempre facile … anche i consulenti si sono dovuti scontrare con la riduzione dei compensi, i tempi più rapidi degli interventi a sfavore della qualità complessiva del contributo professionale.

Eppure, si tratta ancora di una professione fertile, versatile e ricca di sbocchi, il cui potenziale varia in base alcontesto ma anche grazie a noi.

psicologia-del-lavoro Ma vediamo un po’ dove lavoriamo solitamente ….

Il settore delle risorse umane– ed in particolare della selezione del personale – ospita la      maggior parte dei colleghi: molti sono liberi professionisti e tutti aspettano che la ripresa economica riporti questo ambito agli splendori del passato (ovvero alle concrete possibilità lavorative ed ai numeri più incoraggianti di occupati nell’area in oggetto).

La formazione – un mondo lavorativo promiscuo e sempre difficile da declinare – è un grande grembo materno che apre le porte a chiunque, tra cui anche gli psicologi del lavoro, ma non necessariamente (sono molti i colleghi che erogano formazione, ma raramente vivono solo di questo)

Lo stress lavoro correlato – un rilevante trend degli ultimi anni – sembra ai più un ambito di nicchia, pur essendo così moderno e necessario …. ma quanti sono effettivamente i colleghi che lavorano in quest’area? Pochi … rispetto a quanti potrebbero essere!

La psicologia dello sport (che meraviglia!), da sempre un settore affascinante ed onirico (un sogno essere il personal psychologist di Nadal, o di Cristiano Ronaldo – chi scrive è donna ma l’elenco immaginario lo lascio al lettore), apre la porta ad una piccola minoranza di psicologi del lavoro

E gli altri cosa fanno?

Restano i colleghi che lavorano nelle aziende e si occupano di clima aziendale, analisi organizzative e dialogano con differenti professionalità, portando molto valore all’impresa.

Solo nelle grandi città, infine, c’è ancora occupazione per gli psicologi del lavoro che scelgono il marketing e/o la comunicazione (ma siamo lontanissimi dal periodo d’oro degli anni 2000).

Si diceva, però, che la nostra valorizzazione dipende anche da noi!

La crisi non durerà per sempre (lo dice anche Radio24!)e noi psicologi del lavoro possiamo e dobbiamo credere in un futuro con maggiori possibilità occupazionali.

Come?

Innanzi tutto facendo conoscere diffusamente la figura professionale dello psicologo del lavoro, all’interno della comunità e all’esterno (quali competenze, quale ruolo, quale valore aggiunto  – rileggiamo ad esempio l’articolo di M. Massaro, novembre 2013), intessendo relazioni con associazioni di categoria e consorzi aziendali, ma non solo …

L’Ordine può avere un ruolo importante nella promozione della psicologia del lavoro, sia intercettando i bisogni dei colleghi che se ne occupano, sia comunicando al mondo professionale più ampio il valore della nostra professionalità e preparazione specifica

Ecco allora che la madeleine mi riporta al presente ed alla consapevolezza di quel che ancora possiamo fare per la nostra professione, grazie ai suggerimenti ed alle esperienze dei colleghi, come durante quei pomeriggi universitari




Veneto: sfiducia al presidente dell’Ordine dalle associazioni di psicologi.

Per la seconda volta, la maggioranza dei consiglieri dell’Ordine degli Psicologi del Veneto esprime la propria netta sfiducia verso l’operato del Presidente uscente Nicolussi, che invece di mantenere il ruolo super partes che dovrebbe avere sia come Presidente che come responsabile dell’organizzazione delle elezioni, si schiera apertamente con una delle liste in campo, usa i mezzi dell’Ordine (bollettino notiziario e newsletter) per fare propaganda privata, ignora le richieste e le opinioni della maggioranza del Consiglio, squalifica l’operato dei consiglieri.

In questa seconda mozione di sfiducia, firmata da 8 consiglieri su 15, la maggioranza quindi dei Consiglieri, che potete leggere qui (2014 02 11 – Mozione sfiducia Nicolussi), le associazioni e i consiglieri rinnovano quando già chiesto nella precedente interpellanza: che il presidente adotti un comportamento imparziale e rispettoso del Consiglio, anche in vista delle prossime elezioni.

Altrapsicologia, SIPAP e Cultura & Professione, pur nella propria indipendenza, stigmatizzano insieme e con forza il comportamento del Presidente di un Ordine che si pone al di fuori di ogni logica procedurale e democratica.

L’indizione di nuove elezioni in Veneto, da tutti voluta in tempi brevi, si allontana. Nel consiglio dell’11/2/2014, in cui si dovevano indire le nuove votazioni, il presidente uscente Nicolussi – messo alle strette dalla richiesta di garanzie inequivocabili per il nuovo processo elettorale – non ha sentito ragioni, ha abbandonato il consiglio assieme al tesoriere facendo cadere il numero legale.

Questi sono i fatti che il Presidente omette di riferire nelle sue newsletter, ormai sempre più lontane dalla verità. In questi giorni gli psicologi veneti hanno ricevuto l’ennesima newsletter da parte dell’Ordine, in cui il Presidente indica presunte date elettorali decise in autonomia, propone sondaggi agli iscritti senza alcune condivisione consiliare ma usando i mezzi che ha avuto a disposizione dal Consiglio, chiede agli scrutatori di lavorare gratuitamente. Queste iniziative personali confermano la mancanza di una riflessione critica sul suo ruolo, sulle sue responsabilità nella situazione in cui si trova l’Ordine Veneto, sul mancato raggiungimento del quorum alle recenti elezioni e sulle ricadute sugli iscritti e sulla psicologia nazionale.

Gli errori vengono sempre scaricati sugli altri consiglieri, creando le condizioni per la caduta di ogni garanzia e imparzialità nell’ottica di un corretto svolgimento del voto che si dovrà ripetere a breve.

La nostra unica richiesta e volontà è che le nuove elezioni si svolgano in modo chiaro, agevole e trasparente, guidate da un Presidente che sia all’altezza del ruolo di responsabile imparziale che deve rivestire.

Se questo non è possibile, chiediamo con forza che il Presidente Nicolussi si dimetta: potrà così sponsorizzare liberamente chi ritiene, senza usare i mezzi e il nome dell’Ordine, che è un ente pubblico finanziato con le quote di tutti gli psicologi veneti.




Per tutti i colleghi e le colleghe che andranno a votare

LETTERA APERTA AGLI PSICOLOGI PUGLIESI

di Giuseppe Fucilli

Cara/o collega,

ti invito a spendere un pò del tuo tempo leggendo il programma della lista di AltraPsicologia e la nostra presentazione.

Notizie ulteriori sulla storia di AltraPsicologia e sulla nostra proposta di “governance della professione” le trovi  facilmente  sul  sito  dell’associazione  e  su facebook (AltraPsicologia Puglia).

Ci tengo però a sottolineare e chiarire anzitutto il senso e gli intenti delle candidature, la lettura dello scenario che ci ha convinti in questa sfida.

La campagna elettorale …. un’occasione per riflettere sullo stile.

In  Puglia  purtroppo, diversamente che in altre regioni italiane (tra le quali la Lombardia dove  AltraPsicologia  è  presente in maggioranza  nel  Consiglio), non è stato previsto alcun momento o luogo  ufficiale e condiviso da tutti  per l’esposizione ed il confronto di candidature e programmi.

Alle nostre osservazioni in merito è stato risposto che non spetta all’Ordine, che non è possibile ….. perché non esisterebbero  liste, essendo le candidature  puramente  individuali. Lascio a te ogni deduzione su questo modo di “organizzare” ed evidenziare l’evento democratico che ci permette di scegliere chi “governerà” la professione.

Io penso invece che il confronto, anche attraverso un moderato conflitto tra idee, possa servire a tutti per crescere e permettere di selezionare le persone e le proposte migliori.
Ma soprattutto sono convinto che ogni collega abbia il diritto e dovere di essere informato prima di votare sul futuro della sua professione.

Ho la certezza che l’Ordine possa svolgere diversamente il ruolo e la funzione istituzionale che gli spetta. Una istituzione è qualcosa al di sopra delle parti e delle contingenze, è garanzia di continuità e imparzialità. Una istituzione dovrebbe disporre un  organo “terzo” capace di assicurare equità di spazi, approfondimento dei temi e moderazione nei modi e nella  presentazione delle  candidature.

Mi  candido per ottenere in futuro anche questo.

In quanto alla negazione dell’esistenza delle liste (però composte e ampiamente divulgate da alcuni consiglieri “uscenti” che si sono ricandidati) penso che essere presenti nel futuro Consiglio in quanto rappresentanti di un’associazione che fa politica professionale (non sindacale) da 8 anni su tutto il territorio nazionale, ove ha acquisito esperienza e concreta competenza, sia una necessità ed un elemento di garanzia e serietà.

Perché è importante il tuo voto

Che gli psicologi come professione siano in grave difficoltà lo dicono pochi numeri, relativi a occupazione e reddito medio, che dipingono una realtà che è inutile negare, e di cui oggi tutti noi possiamo e dobbiamo farci carico, al di là delle presunte colpe. Anche chi lavora nei servizi pubblici non se la passa benissimo e vede spesso la sua professione sempre più svalutata e messa all’angolo. Siamo una categoria in difficoltà e per di più in una società in grave crisi socioeconomica.

E’ necessaria un’azione di rilancio.

Il nostro lavoro comporta una specifica competenza a riflettere sulle relazioni e sugli affetti che caratterizzano la convivenza, offrire il nostro contributo  alla società comporta pertanto ripensare anzitutto a  come  noi,  psicologi,  ci  prendiamo  cura  della  nostra  stessa  professione,  come  la  organizziamo  e  la proponiamo.
Il voto  è  ora  lo  strumento  per  decidere  importanti  aspetti  delle  politiche  che  potranno favorire o meno un cambiamento ed un processo di sviluppo della professione e degli psicologi.

La gravità della crisi sociale ed economica pretende che non si perdano altri anni preziosi prima di iniziare a rendere la psicologia vicina al contesto in cui viviamo, più presente quando si discutono i temi ed i problemi più rilevanti della nostra società…

Perché votare proprio AltraPsicologia

Non è il momento di votare secondo logiche “emozionali” centrate sulla mera simpatia o conoscenza  personale.  Quando  penso  alle  diverse  candidature  presenti  in  Puglia,  per  cercare  di comprenderle e distinguerle, mi domando: cosa tiene insieme i diversi gruppi o movimenti? Interessi di parte o  una visione complessiva, di insieme? E quale la loro storia di impegno professionale? Dov’erano solo un anno fa?

Prendo dal collega Zanon una riflessione calzante. “Alcuni sono un po’ : associazioni politiche che non hanno una visione d’insieme, ma rappresentano soltanto parti, problemi limitati della società. Come per i gruppi che basano la loro identità di gruppo sul fatto di essere ‘Giovani Psicologi’, il tempo e non la politica li metteranno di fronte ad una perdita di identità. E quindi forse a perdere il radicamento motivazionale della loro attività politica”.

Sottolineo  che i  consiglieri  uscenti  (e  le  loro  liste)  che  oggi  propongono  innovazioni  e  idee  di sviluppo, dopo  anni di inattività  ed  occasioni  perse,  debbano  anzitutto spiegare  a  tutti  cosa  hanno sinora prodotto, piuttosto che sfuggire ad ogni forma di contraddittorio.

Per noi l’Ordine  è l’organizzazione  che si  è data la  comunità professionale  per non lasciare solo il collega che si confronta con prevaricazioni, situazioni di lavoro non sostenibili, pretese distorsioni della mission o del ruolo, abusi, problemi connessi all’organizzazione o all’autonomia del lavoro. Saremo al suo fianco. Lo conferma la storia di AltraPsicologia.

La nostra “visione”: Creare cultura psicologica per offrire un maggior  contributo allo sviluppo della società.

E’ necessaria una politica professionale che metta insieme tutti nella ricerca attiva di nuovi ambiti e funzioni  di  lavoro,  ci  interesseremo  della  gente  per  sviluppare  nella  gente  nuovo  interesse  per  la psicologia, e stimolare così nuovi potenziali clienti. Nostro intento è permettere alla professione di gestire e trattare nuovi problemi proponendosi in contesti sinora trascurati.

Saremo soprattutto  in  ascolto  di  una società  che vive  una  moltitudine  di difficoltà  legate  alle relazioni  e alla  convivenza,  in  un  momento  di  crisi  sociale  ed  economica  molto  grave.  In  questo  scenario  la psicologia  deve  proporsi  con  chiarezza  evidenziando  puntualmente  la  propria  utilità,  infrangendo  la rappresentazione del senso comune che rischia di farle assumere un ruolo sempre più marginale e ininfluente sui temi socialmente più rilevanti.

Ricordo  ad  esempio  che quando l’economia tratta dimensioni  quali la speranza, l’ottimismo,  o  altri indici he  descrivono  atteggiamenti  o  comportamenti  della  gente,  non  fa  riferimento  all’azione professionale degli psicologi.

Cercheremo  quindi  di sviluppare  e  rinnovare  il  mandato sociale  della  professione  (ciò  che  la  società  si aspetta  da  noi)  costruendo  nuovi  nessi  tra  le  competenze  che  ci  caratterizzano  e  i  problemi  dei  nuovi potenziali clienti.

In questo specifico  passaggio gioca un ruolo importante la  capacità di slegare  la  nostra  professione  dallo stereotipo  di  natura  medica  e  sanitaria,  per  ampliarne  la  funzione  a  tutti  gli  ambiti  della  convivenza sociale  organizzata,  ponendoci  in  ascolto  e  collaborazione  con  altre  professioni,  con  i  loro  linguaggi  e saperi.  Cercando  nella  ricerca  (universitaria  e  non)  e  nella  capacità  di  impresa  il  motore  del  nostro sviluppo.

IN PUGLIA il 9­ – 10 e 11 GENNAIO
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ALTRAPSICOLOGIA