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UN EVENTO STORICO: IL MINISTERO CHIUDE AI COUNSELOR. Con una lettera, il Ministero della Salute, su impulso dell’Ordine del Lazio a guida AP, ha chiesto di chiudere il contestato percorso per riconoscere la figura del Counselor, che si stava svolgendo presso UNI con un processo di normazione.

Questo passaggio è un punto di non ritorno. Una pietra tombale sul counseling svolto da non psicologi.

Perché è la seconda volta che il Ministero della Salute chiude un tavolo dei Counselor. Ci pare difficile che le associazioni di Counselor e UNI agiscano un nuovo e imprudente tentativo.

Lo dice il Ministero stesso, avvertendo che già una volta intervenne contro il ‘Counselor Relazionale’, di contenuto analogo.

LA LETTERA DEL MINISTERO. La lettera inviata dal Ministero all’UNI chiarisce che:

“il progetto di norma UNI n.1605227 pone la figura del Conselor non psicologo in palese sovrapposizione con quelle dello psicologo, dello psicologo psicoterapeuta, del dottore in tecniche psicologiche, del medico, del medico psichiatra, del medico psicoterapeuta, in analogia con il precedente progetto UNI 08000070 sul “Counselig relazionale”, la cui adozione venne già sospesa da codesto Ufficio”.

Della serie: ora basta!

UN PRINCIPIO GENERALE: NO AI COUNSELOR. Ma l’aspetto significativo è che il Ministero della Salute afferma un principio generale: scrive che “il counseling è (…) tra le attività che non possono essere riconosciute ad una professione non regolamentata” ai sensi della Legge 4/2013, perché rientra nelle casistiche di sovrapposizione con professioni sanitarie.

Si tratta di una vittoria importante, a tutela della chiarezza verso i cittadini, della salute pubblica e degli Psicologi che finalmente vedono affermata con chiarezza la loro professionalità.

IL RUOLO DELL’ORDINE LAZIO A GUIDA AP. È merito dell’Ordine Psicologi Lazio se la situazione si è sbloccata, se il Ministero ha preso posizione. Attraverso una serrata azione di stimolo prima verso il CNOP e poi – non ottenendo risposta – direttamente presso il Ministero, l’Ordine Lazio ha promosso questo colpo di grazia ad una delle principali pseudoprofessioni psicologiche.

L’Ordine Lazio non ha messo in atto complicate e occulte trattative. Ha agito alla luce del sole, con scambi scritti formali, in modo trasparente e pubblico. E ha ottenuto ascolto dal Ministero con la forza dei fatti.

Ovviamente non lo diciamo noi, ma lo stesso Ministero nella sua nota:

COLLABORAZIONE CON IL CNOP? NON PERVENUTA. Questo risultato si sarebbe potuto ottenere molto prima, se ci fosse stata la collaborazione del Consiglio Nazionale e degli altri Ordini regionali. Ci dispiace che invece siano rimasti passivi quando non oppositivi – nonostante i numerosi stimoli ricevuti dai tre Ordini a guida AltraPsicologia e dall’Associazione stessa. E probabilmente questa divisione ha rappresentato un punto fragile per la credibilità della categoria di fronte al Ministero della Salute.

UNA NUOVA FASE PER GLI ORDINI: STOP AI FORMATORI DI COUNSELOR. Gli Ordini regionali non potranno più tentennare: dovranno applicare l’articolo 21 del codice deontologico nei confronti degli Psicologi formatori di Counselor. E perseguire chi esercita la professione di Counselor senza essere Psicologo, compiendo di fatto un abuso di professione sanitaria.

LE ELEZIONI 2019: UN’OCCASIONE PER GLI PSICOLOGI. Fortunatamente nel dicembre 2019 ci saranno le elezioni per il rinnovo degli Ordini regionali. Fatti come questi convinceranno gli psicologi a non sostenere più progetti politici inconsistenti. Fatti come questi testimoniano – concretamente e oltre ogni dubbio – che con idee chiare, impegno e azioni trasparenti si ottengono risultati reali.

The Game is over!