Il regolamento “bavaglio”: la storia continua…

Carissimo/a collega,

rieccoci qui a parlare del regolamento interno per il funzionamento del Consiglio.
Ebbene si! È lo stesso argomento che ci ha portato alla ribalta nazionale qualche mese fa e che ha lasciato basiti numerosi colleghi! (puoi leggere dell’accaduto qui e qui ).

Un Ordine disordinato. Sin dall’insediamento i Consiglieri di AltraPsicologia hanno sollecitato il Consiglio affinché fosse redatto un regolamento che stabilisse e normasse il funzionamento del Consiglio stesso, dando anche la propria disponibilità a collaborare. Purtroppo, il Presidente non ha ritenuto che il documento potesse nascere da un confronto e all’interno di uno spirito di colleganza: al contrario ha ritenuto sufficiente l’impegno della sola Segretaria.

articolo costituzioneLa montagna e il topolino. Il travaglio è durato più di un anno e ha partorito un regolamento discusso e discutibile, soprattutto per quanto attiene l’art.13, che in un sol colpo infilza Carta Costituzionale (articolo 21 e 22), Codice Deontologico e un paio di leggi dello Stato, il tutto col solo scopo di limitare la libertà di espressione dei consiglieri, soprattutto quando contrari alle linee di governo di questo Consiglio.

Nonostante queste gravi criticità fatte rilevare dai consiglieri di AltraPsicologia, il regolamento è stato approvato dalla maggioranza con grande clamore da parte di gran parte della comunità professionale, anche fuori dall’Abruzzo.

Consiglieri AP: mai paghi! Non stanchi, i consiglieri AP hanno richiesto un punto all’o.d.g. nella seduta del Consiglio successivo per chiedere di eliminare l’articolo del Regolamento “incriminato”; anche per evitare che l’Ordine stesso continuasse a trovarsi in una spiacevole situazione di scorrettezza ed illegittimità.  Tuttavia, arrivati alla seduta di Consiglio in questione, il punto viene eliminato senza l’unanimità dei consiglieri (al contrario di quanto stabilito nel regolamento stesso!), in quanto un documento riguardante il punto in discussione era arrivato in ritardo.  La discussione viene così rimandata al Consiglio del 30/11/2015.

Probabilmente i consiglieri di maggioranza avevano bisogno di tempo per meditare…

Tale attività meditativa, purtroppo, non ha portato a grandi prese di consapevolezza, poiché la maggioranza dei consiglieri, ha deciso di recuperare lo strappo mettendoci su una bella toppa di altro colore.

Come se vostra madre rammendasse un buchino su una maglia rossa con una bella toppa di colore verde acido.

Colpo di scena. Quando nel Consiglio di novembre 2015 i Consiglieri di AltraPsicologia hanno chiesto di abolire completamente l’art. 13, evidentemente anticostituzionale e illegittimo, basando la loro richiesta anche su parere legale, il vicepresidente ha risposto leggendo un documento con modifiche da apportare agli articoli 6, 9,13 e 16 del regolamento…. Peccato però che tali modifiche non fossero state inviate preventivamente ai Consiglieri per permettere loro un’adeguata istruttoria e un confronto consapevole in Consiglio.

Così, mentre nella seduta precedente si era vietato ai consiglieri di minoranza di discutere un punto all’odg perché il materiale era arrivato in ritardo, nella seduta di novembre il vicepresidente può presentarsi a discutere materiale MAI condiviso con i consiglieri e tutto va bene. 

Due pesi e due misure, come ormai d’abitudine in questo Consiglio dell’Ordine dell’Abruzzo: esistono consiglieri di serie A e consiglieri di serie B!

Il nuovo articolo 13. Alla fine della fiera….la proposta di eliminare il punto 13 del regolamento è stata bocciata dalla maggioranza  che ha, invece, deciso di approvare le modifiche proposte dal Vicepresidente che continuano a rendere l’art. 13 ridondante e critico.

Questo è il nuovo articolo approvato:


Art.13 – Consiglieri
 Nell’esercizio della propria attività professionale e nelle circostanze in cui rappresenta pubblicamente la professione a qualsiasi titolo, il Consigliere è tenuto ad uniformare la propria condotta ai principi del decoro e della dignità professionale. Nell’esercizio delle loro funzioni, i Consiglieri si dedicano esclusivamente alla cura degli interessi della categoria professionale e si astengono dal porre in essere atti e dal partecipare a deliberazioni collegiali in situazioni di conflitto di interessi reale o potenziale o anche apparente. Il rapporto con gli altri Consiglieri deve ispirarsi al rispetto reciproco, alla lealtà ed alla collaborazione nel superiore interesse dell’intera categoria professionale e per mantenere la fiducia che la società ripone in essa. Il consigliere non utilizza il proprio ruolo e le informazioni riservate di cui viene a conoscenza nel corso del mandato consigliare per assicurare a se o ad altri indebiti vantaggi, né in modo da arrecare nocumento all’immagine sociale della professione. Il Consigliere è tenuto a fornire informazioni corrette su temi professionali, là dove ne viene investito in qualsiasi contesto e con qualsiasi mezzo, nel merito si astiene e interpella il Presidente ovvero lo investe della problematica per rappresentarla al primo Consiglio utile.

L’importanza del decoro, della dignità personale e del reciproco rispetto, la salvaguardia degli interessi della categoria, la correttezza d’informazioni… sono principi che valgono per tutti gli psicologi, come è ben descritto dal codice deontologico, non sono prerogativa esclusiva dei Consiglieri. Per cui appare scontato e pretestuoso ribadirlo.

Il segreto delle attività consiliari riguarda esclusivamente la parte deontologica, per la tutela della privacy dei soggetti coinvolti,  ed  anche in questo caso … il segreto professionale è obbligo che  tutti gli psicologi devono rispettare.

Per quanto riguarda il conflitto d’interessi è chiaramente regolato dal Codice Civile nell’articolo 2391, nulla può un Consiglio dell’Ordine a riguardo!

erroreDa un lato, il tentativo di modificare tale articolo conferma un piccolo spunto di consapevolezza sul riconoscimento di un “errore”  fatto nella prima stesura, ma, allo stesso tempo, il non volerlo eliminare conferma l’intento implicito di minare la libertà dei Consiglieri, in particolare, di quelli non allineati con la maggioranza, che preferisce mantenere la sua posizione di autoreferenzialità.

Tutto questo nonostante il Consiglio non potrebbe assolutamente limitare le funzioni di pertinenza dell’ufficio di  un consigliere che agisce in nome e per conto proprio in materie di “competenza ordinistica”, in quanto la carica è assegnata direttamente dal corpo elettorale.

Purtroppo, la credenza di vivere in un paese democratico è solo un illusione e chi è al potere fa il bello e cattivo tempo, ignorando che ad orientare le loro azioni dovrebbe esserci il bene del popolo, in questo caso dei colleghi iscritti e non le proprie manie di potere e di controllo!