image_pdfimage_print

Forse non tutti lo sanno, ma in Toscana esiste una Fondazione voluta e creata qualche anno fa dall’Ordine Psicologi, regolarmente finanziata con fondi dell’Ordine stesso, e quindi di tutti e tutte noi.

La Fondazione dell’Ordine Psicologi Toscana  è nata nel 2009 per due ragioni: permettere la partecipazione di un delegato alla Commissione Regionale dei Soggetti Professionali e promuovere la formazione, l’aggiornamento e l’informazione professionale degli psicologi.

E’ gestita dal Comitato Direttivo e Scientifico, composto da 7 psicologi nominati dal Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, quale Fondatore, tra gli iscritti all’Albo degli Psicologi della Toscana. 

Attualmente comprende due Consigliere OPT della maggioranza (Diana Lenza, che ricopre anche la carica di Presidente, e Alessia Ricci) insieme ad altri 5 colleghi e colleghe iscritti OPT (http://www.fondazionepsicologi.it/chi-siamo/)

 

IL FLUSSO DI DENARO

L’Ordine ha devoluto ogni anno, per diversi anni, un contributo di 10.000 euro per mantenere in piedi la Fondazione.

Dall’esame dei bilanci dal 2016 al 2020, è chiaro che la Fondazione ha sempre vissuto al di sopra delle proprie possibilità, spendendo ogni anno più di quanto non incassasse ed erodendo gradualmente il proprio patrimonio e le proprie riserve.

Di anno in anno l’Ordine ha continuato ad erogare contributi di almeno 10mila euro, fino all’anno scorso, quando, per ripianare un dissesto della Fondazione di 16 mila euro, ha deliberato di raddoppiare la cifra e stanziare 20mila euro.

Nel 2020, nel corso della discussione in Consiglio OPT sul funzionamento della Fondazione e sull’impiego delle risorse dell’Ordine, il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione avvertiva che “va scongiurato il limite per il quale la liquidità della Fondazione è assicurata solo dal contributo dell’Ordine, assicurando una liquidità con entrate proprie” (verbale OPT 16 luglio 2020).

Come a dire: questa Fondazione non può stare in piedi solo perché l’Ordine continua ad alimentarla con iniezioni di denaro, deve sostenersi con entrate proprie.

D’altronde, le Fondazioni degli Ordini professionali in genere nascono proprio per quello: per svolgere attività con introito di denaro proveniente da attività proprie, che l’Ordine non potrebbe ricevere.

E’ passato un anno dalla nomina del nuovo Comitato Direttivo, votato in blocco dall’attuale maggioranza OPT. Da quelle nomine ci siamo astenuti, per non ostacolare a priori, ma di certo non manchiamo di essere vigili e attenti su come vengono gestiti i soldi dei nostri colleghi e colleghe. 

Arrivati a Luglio 2021 non ci sembra che l’attuale maggioranza che governa l’Ordine abbia fatto tesoro di quel avvertimento, avviando una qualche revisione del modo di gestire la Fondazione.

Intanto non è stata interrotta l’erogazione di denaro pubblico dell’Ordine.  Dopo aver stanziato 20mila euro nel 2020, quest’anno ne sono stati stanziati altri 15mila, per un totale di 35mila in due anni. 

Ma soprattutto, sembrano mancare strategie e obiettivi chiari, operativi, misurabili per gestire la Fondazione in modo efficiente e autonomo.

 

Dal bilancio previsionale 2021 della Fondazione emerge chiaramente la stessa logica di gestione del denaro degli anni scorsi.

 

Alla voce “Entrate sono previsti solo 2.000 euro per attività proprie, sostanzialmente corsi di formazione, il resto (20mila euro, poi ridimensionati a 15mila) è previsto che provenga dall’Ordine.

Alla voce “Uscite”, risultano 22mila euro di spese complessive, di cui 11,5mila per l’organizzazione delle attività e 10,5mila di costi fissi.

In sostanza, la Fondazione prevede di spendere più di 10 euro per ogni euro che incassa. Il resto lo paga l’Ordine con fondi pubblici.

 

TRASPARENZA

Una delle nostre preoccupazioni su questa Fondazione riguarda la sua scarsa trasparenza

Essendo infatti alimentata sostanzialmente con denaro pubblico, l’uso di questo denaro dovrebbe essere pubblicamente rendicontato.

Non sembrano esistere delibere, in questa Fondazione, per cui non si capisce come siano prese le decisioni.

Quest’ultima affermazione, che potrebbe sembrare molto forte, non è farina del nostro sacco. Lo ha infatti dichiarato ufficialmente la Presidente della Fondazione Diana Lenza in una nota in cui afferma che “La Fondazione non fa delibere” e “non ha impegni di spesa”.

Strano, perché le delibere sono previste come strumento nello Statuto della Fondazione (agli articoli 7,8 http://www.fondazionepsicologi.it/statuto/ ) e – si immagina – dovrebbero servire , tra le altre cose,  proprio per tracciare gli impegni di spesa.

 

CONCLUSIONI

Non vogliamo creare inutile allarmismo, ma vogliamo vederci chiaro e non dover ottenere informazioni con il contagocce.

Soprattutto, questa Fondazione deve chiarire cosa vuol fare da grande: stare sulle spalle dell’Ordine e nutrirsi di denaro pubblico, oppure produrre servizi e generare entrate almeno sufficienti a mantenersi per conto proprio?

Perché se l’obiettivo è produrre servizi formativi per le iscritte e gli iscritti all’Ordine, usando il loro stesso denaro, non c’è di certo bisogno di una fondazione: può farlo direttamente l’Ordine.