In nome della trasparenza non rispondo!
In nome della trasparenza non rispondo!
L’ambiguità dell’ordine degli psicologi del veneto di fronte alla richiesta di un collega di partecipare come uditore alle sedute del consiglio.
Un collega ha contattato al telefono la segreteria dell’Ordine Psicologi Veneto per chiedere quali siano le modalità per poter partecipare alle riunioni del Consiglio di Amministrazione in qualità di semplice uditore.
La risposta è stata semplice: doveva scrivere una mail alla segreteria.
Il collega in data 19-06-2007 invia la mail, motivando la sua richiesta come un bisogno personale, un piacere di ascoltare il dibattito in Consiglio per imparare e aumentare la sua conoscenza e competenza nell’ambito della cultura e della politica professionale. Gli sembrava, con ingenuità, di fare una richiesta normale, si aspettava che lo avrebbero messo in una sorta di lista di attesa in quanto avrebbero potuto essere molti i colleghi che condividevano con lui questo interesse e avevano fatto la stessa richiesta.
Dopo 4 mesi, in data 17 Ottobre 2007, la risposta via mail:
“Gentile dottore, in riscontro alla Sua richiesta di poter partecipare ad alcune riunioni del Consiglio dell’Ordine in qualità di uditore, Le comunichiamo quanto segue. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha posto al Garante per la protezione e il trattamento dei dati personali uno specifico quesito per sapere se le sedute consiliari debbano considerarsi pubbliche, con conseguente possibilità di partecipazione di terzi. Lo scrivente Ordine è pertanto in attesa di conoscere, tramite il Consiglio Nazionale, la risposta del Garante”.
Che delusione! L’OPV non ha il coraggio di dire di no, perché assumersi la responsabilità di dire direttamente di no andrebbe incontro allo scontento degli iscritti, sarebbe vissuto come un grave comportamento da parte degli organi rappresentativi della categoria; allora si preferisce nascondersi dietro le competenze burocratiche, dietro il CNOP, dietro alla faraonica tempistica, infine il nostro collega sarebbe “terzo” nel rapporto tra consiglieri ed iscritti.
A noi invece sembra che il collega, essendo un iscritto, sia “secondo” nel rapporto con il consiglio di amministrazione dell’ordine, dunque ci sorgono alcune domande: perché creare o mantenere il ruolo di “terzo”, di pubblico estraneo ai lavori del consiglio “primo”? Quale solco c’è tra uno psicologo veneto e un consigliere, eletto per quel ruolo dallo stesso psicologo iscritto? Quale idea di rappresentatività democratica c’è negli attuali consiglieri all’OPV? E’ questo il tanto sbandierato “rapporto di trasparenza con gli iscritti” che in campagna elettorale ha riempito la bocca alla Lista SIPAP, consentito di ottenere i consensi e che ora governa in OPV? Il Consiglio OPV è un’altra ennesima “casta”?
Altre domande, più pragmatiche, si susseguono per via associativa nella nostra mente: il consiglio OPV intende usufruire di benefici (e quali?) e non tollera che alcun collega vada a mettere il naso col rischio che siano poi resi pubblici? Eh sì, troppo rischio in cambio della trasparenza elettorale!
Sul tema della comunicazione con gli iscritti questo consiglio dell’Ordine ha proposto alcune iniziative rispetto al passato: rinnovato l’agenda personale, aumentato la disponibilità della segreteria, invia mail per informare su alcuni concorsi e convegni, ma sulle questioni importanti c’è la “censura”.
Facciamo notare che gli psicologi pagano 155 euro l’anno all’Ordine Veneto non solo per ricevere in cambio un’agenda, un tesserino griffato o un’ invito ad un convegno ma per aumentare la capacità di incidere sulla cultura e sulla politica sociale e sanitaria di questo paese, con la speranza, sempre più vana, di trovare spazi per lavorare o di tutelare il proprio lavoro dai competitor sempre più aggressivi e numerosi.
Sappiamo che in altri ordini regionali non solo non ci sono problemi ad accogliere i colleghi interessati al dibattito consiliare ma c’è un’opera di invito e di stimolo alla partecipazione, affinché la conoscenza e la condivisione della cultura del governo della categoria possa innalzare la qualità della consapevolezza professionale e politica degli iscritti.
Questo nostro rilievo critico intende essere un appello e uno stimolo per i nostri colleghi dell’OPV a gettar maggior luce nel buio dei lavori del consiglio di amministrazione rendendo veramente trasparenti i temi che stanno più a cuore a tutti gli psicologi veneti.
Nel frattempo, alla data di oggi, dopo ben 8 mesi il collega deve ancora aspettare e aspettare…la risposta proveniente dal Garante della Privacy, dal CNOP e dall’Ordine Regionale Veneto, e quindi ancora aspettare e aspettare…
La Redazione