DIFENDERE LE GENERAZIONI FUTURELa manifestazione del 10 dicembre relativa alla svendita della Psicologia Clinica ci permette alcune libere riflessioni e considerazioni che riguardano il nostro presente, ma anche il nostro futuro. Se pensiamo al mondo della Psicologia come ad una comunità professionale che produce generazioni successive, siamo obbligati a registrare un profondo malessere che si è verificato negli ultimi anni all’interno di questa curiosa “famiglia”. Da un lato, nelle prime generazioni pre e post Legge 56/89, assistiamo al consolidamento di posizioni conquistate e acquisite in un mercato praticamente nuovo e da costruire ed in uno scenario socio-culturale altrettanto timido, dall’altro, nelle generazioni successive, fino alle ultime, si assiste ad un ingarbugliamento della situazione che vede numerose criticità: 1. a partire dalla formazione universitaria, Esempi: nei giorni scorsi un Collega era al telefono con una studentessa della facoltà dell’Aquila la quale raccontava, incredula, della composizione del piano di studio nettamente spostato su materie tecno-mediche e del fatto che da loro, tranne un paio di eccezioni, nessuno, ma proprio nessuno, insegna “Psicologia”. I neo laureati sono in genere del tutto disorientati e disinformati sul mondo del lavoro. 2. per continuare con la formazione post-universitaria,
Esempi: tutti noi sappiamo che tra le 279 (!) scuole private accreditate vi sono nettissime differenze, ma che i titoli valgono allo stesso modo. Tutti noi sappiamo quanto le scuole pubbliche vengano spesso e volentieri considerate inadeguate ed ingiustificato prolungamento di quanto già fatto nel percorso precedente. Tutti noi sappiamo che papà e mamma finanziano fino a 30-35 anni la nostra costosissima formazione (quando ci va bene), oppure dobbiamo servire ai tavoli del pub per dieci anni per mantenerci. 3. per proseguire sui posizionamenti culturali degli Psicologi, Esempio: siamo ancora in troppo pochi a riferire agli studenti e ai giovani colleghi che il mercato del lavoro è in alcuni settori chiuso e che va rapidamente cambiando, e che l’immaginario pubblico dello psicoterapeuta da lettino è divenuto e diventerà sempre più oramai una trappola per gli psicologi, un’inerzia evocativa senza senso. Lo Psicologo come “vice-medico” del comportamento e della mente è un retaggio, ma intanto si continua a lucrare su tale raccontino. 4. ed ancora alle questione annose e degradanti del mondo del lavoro dei giovani colleghi, Esempi: Cooperative sociali, Comunità e Terzo Settore in genere, possono pagare stipendi bassissimi a giovani colleghi (dai 5 agli 8 euro all’ora!) in cambio di un lavoro spesso molto qualificato (a volte no…). 5. per finire al quadro politico-legale assolutamente mortificante per tutta la comunità. Esempi: nomenclatore-tariffario non approvato; leggi per la categoria (psicologia scolastica e psicoterapia convenzionata ad esempio) mai spinte a dovere e lasciate arenare; psicologi spesso assenti nelle commissioni governative; etc., etc., etc. Insomma, alla luce di tutto ciò sembra proprio che le vecchie generazioni abbiano preparato/lasciato per le nuove un bel percorso di guerra, ben attente però al contempo a rimpinguare le fila delle truppe e delle masse paganti (studenti ed allievi ben ammaestrati), e ben attente pure a tacere il più possibile sulla realtà dei fatti. Che razza di comunità è mai questa allora se i nonni ed i padri lasciano i figli a pagare i loro debiti? (una comunità geronto-parassitaria?) Che razza di comunità è mai questa dove la forbice della distanza tra agiati e disagiati si allarga sempre più? (una comunità di furbi e di ingenui?) Che razza di comunità è mai questa se gli attuali dirigenti hanno perduto (a causa di infinite proroghe e tentativi di autoperpetuamento) il contatto con le nuove generazioni e con le mutate condizioni di scenario? (una comunità di politicanti e di bassa manovalanza?) Pur sapendo che non troveremo risposte, proviamo a guardarci allo specchio e a riproporre le stesse domande Sabato 10, tutti insieme, e a rilanciare il nostro progetto comune in difesa del futuro delle nuove e prossime generazioni. | |