La chiesa è gremita, ci sono anche degli schermi nella parte antistante, tutti vestiti di nero e con le lacrime agli occhi. Sono presenti anche le telecamere che riprendono il tutto per la diretta nazionale.
Un anziano signore incuriosito da questa folla oceanica, si avvicina ad uno di loro e dice: “ma è morto qualcuno di importante? Non avevo mai visto tutta questa gente prima di oggi. Cosa è stato un incidente? Cosa?”
Una giovane donna con gli occhi gonfi e il volto solcato dalle lacrime lo guarda esterrefatta e dice: “ma come, non lo sa ancora? È morta la PSICOLOGIA”
E sì, ancora giovane, la psicologia in questi giorni muore…muore sul web. Ma non è morta di morte naturale…a farla morire sono gli psicologi stessi, tutti insieme a celebrare il requiem della professione psicologo, stretti in un forte abbraccio virtuale che va da Trieste a Palermo con l’unico obiettivo di compiangersi e di lamentarsi, come in una sorta di gioco in cui vince il più disperato o il più rassegnato.
Bene…io a questo gioco non voglio prender parte.
Non voglio vestire nessun abito nero…NO, NO, NO!!!!
È vero, in questo momento la situazione è piuttosto preoccupante, le prospettive occupazionali sono problematiche, ma secondo voi la soluzione è davvero quella di staccare la spina? Quella di eliminare le nascite? Di far diventare sterili le università di Psicologia?
Ancora una volta NO, NO, NO!!!!
Forse la malattia è in seno agli psicologi stessi, a tutti quegli psicologi che hanno formato e continuano a formare figure sovrapponibili alla nostra, creando non solo una gran confusione ma anche uno svilimento della professione stessa.
Cosa fare allora? Le strade percorribili sono due:
– Piangere e dire che non è giusto
– Reagire, battendosi per la nostra tutela, denunciando e non diventando complici
Forse le istituzioni che dovevano occuparsi della promozione della figura dello psicologo non lo hanno fatto.
E noi come dobbiamo reagire a ciò? ancora una volta le strade sono due:
– Lamentarsi e sperare che le cose cambino da sole.
– Attivarsi, mettersi in gioco pretendendo che i propri diritti non vengano calpestati.
Ed ancora, non c’è un servizio di Psicologia sia pubblico che privato, in cui non sono presenti dei Volontari psicologi, non parlo di tirocinanti, che svolgono delle ore che per legge sono necessarie per potersi abilitare, ma parlo di colleghi che con la scusa dell’esperienza portano avanti interi servizi di psicologia.
Ma come? Ci arrabbiamo perché il nostro lavoro non viene ripagato e siamo noi stessi a creare questo circolo vizioso?
Se con la scusa dell’esperienza queste strutture sono piene di Psicologi aggratis, perché mai dovrebbero assumerli e pagarli per il lavoro svolto?
Voi comprereste del pane se qualcuno ogni giorno ve ne regala un po’? NO, perché non ne sentireste la necessità… Il pane che ci viene regalato, infatti, andrà a soddisfare perfettamente il nostro bisogno!!!
E allora se non interrompiamo questo circolo vizioso (fornire lavoro gratuito), non faremo nascere negli altri il bisogno, la necessità di avere in organico uno/a psicologa/a.
Infine la parola CRISI. Dal parrucchiere, in ascensore, al supermercato, dal macellaio… Non c’è posto in cui non si parli di CRISI.
E vuoi che questa parola non sia entrata anche nei discorsi tra gli psicologi?
Ma certo che sì!!! Ed è sicuramente vero che il momento storico che stiamo vivendo non è uno dei migliori… per usare un eufemismo!!!
Ma spesso la Crisi diventa un alibi per giustificare il proprio immobilismo.
Io, invece, utilizzo la parola CRISI nel suo significato etimologico crisis = scelta.
E in questo momento critico HO SCELTO, ho scelto di NON lamentarmi, di NON compiangermi, di NON disperarmi… ho scelto di reagire, di mettermi in gioco, di fare rete ed è per questo che ho scelto di stare con AltraPsicologia!!!
Quindi se mi cercate, non mi trovate al corteo funebre….ma sarò di rosso vestita (il colore dell’amore e della passione per il nostro lavoro!!!) al centro della piazza con tutti quei colleghi che come me hanno deciso di reagire.
Mi raccomando, se vuoi unirti a noi metti anche tu qualcosa di rosso con tutte le sue sfumature!!!
e dire…che io spesso vesto di nero…sia per un ‘vesso’ femminile…sia si sa il perché il nerò…. dimagrisce…., ma inizio sempre di più…mentre invecchio ad apprezzare i colori e quelli forti…il rosso per esempio….certo quella è una scelta…..vestirsi di rosso….è impegnativo….sicuramente…rappresenterebbe una volontà al cambiamento..e renderla visibile….
si adesso è tempo di vestirci di rosso…..e far vedere…comunicare…ammettere la propria passione….far valere dei valori…uno stile….
il nero appartiene —nella nostra cultura, in particolare, ad un non essere…ad un annullamento di sé…un lutto per una perdita….ma adesso basta….è il momento della rinascita…e il rosso è vita!partiamo dunque con vitalità, entusiasmo e desiderio e amore per questo nostro lavoro….usato…maltrattato….ed ormai ‘involgarito’….più volte le delusioni professionali mi hanno messo alla prova…. ma il credere ad un ‘modus operandi’ come scelta e stile professionale…mi ha permesso di andare avanti….e dare nel mio piccolo un mio contributo…al fare psicologia….in questa regione!
credo..è inutile dirlo….nella forza del Gruppo….perché questo è dinamico….e costruttivo….e la debolezza di questa nostra categoria…non so se più in questa regione, è proprio quella di radunarsi in ‘inespugnabili’ individualità…o al massimo…in sottogruppi di microgruppi….ma noi sappiamo….come funziona…la dinamica dei gruppi….e da qualche parte….c’è sempre un vertice…bene…se è così….creiamo un nuovo modello di vertice….in cui più si possano riconoscere….e eliminando sotto e micro gruppi…che ci confondono e disperdono…ma un unico movimento…quello del ‘fare’ e del ‘saper fare’…..Gaetana….dobbiamo cambiare stilita…uno che ci vesta di rosso….io vengo con te! laura
Il commento parla da solo; tutti quei puntini di sospensione che non hanno senso se non quello di una confusione interiore. Avete mai pensato di scrivere un profilo seguendo questo “stile”?
Io non direi che la psicologia è morta: sono morti gli psicologi. Io mi sono “suicidato” anzitempo.
Buon lavoro
Anche io ho votato AltraPsicologia e probabilmente la rivoterò alle prossime elezioni dell’Ordine, però al momento attuale non vedo proprio cosa possa fare di incisivo nel breve medio termine, nel senso che ormai gli psicologi formati e disoccupati sono una montagna, anche chiudendo gli accessi (sempre se lo si può fare), vedremmo dei miglioramenti solo tra vent’anni.
Vi faccio una domanda, se non esistessero i counselor e i vari mediatori e simili voi pensate che gli psicologi avrebbero risolto il problema del lavoro? Pensate che tutti avrebbero un’occupazione come hanno i cugini medici?
Vengono criticati coloro che lavorano aggratis perchè giustamente non fanno percepire il bisogno della psicologia, ma in questo momento è l’unica strada per farsi assumere, si esatto perchè qui in Italia è diventata una prassi consolidata, prima lavori gratis, ti fai conoscere e poi si vedrà, resta comunque una strategia vincente sebbene pazzesca e ingiusta.
Secondo la “macchina del tempo” la Psicologia oggi si colloca più o meno nel periodo tra il 1500 e il 1557 in Europa per la medicina. Linacre,si era laureato in medicina a Padova nel 1496. Nel 1509 fu ordinato prete. Sembra che il miglior servizio da lui reso alla medicina inglese fu quello di fondare il Royal College of Physicians di Londra, sul modello di istituzioni simili già fiorenti in Italia: difatti egli era angosciato dal fatto che a Londra la medicina veniva prevalentemente esercitata da gente come fabbri, falegnami, tessitori e donne di buona volontà. Egli, così, persuase il Parlamento a varare una legge per punire severamente gli abusivi. Nel 1540, in seguito ad una delibera del Parlamento Inglese, si costituì la Compagnia unita dei “barber and surgeons, ben separate, secondo lo statuto, per competenze. Il fatto di essere così tanti interessati ad una disciplina fu un caso o una necessità? E per la Psicologia?
Cara Mariapia, penso tu sia giovane a questa professione. Mi permetto di darti un contributo storico-politico. La deformazione professionale si è mantenuta perfettamente viva nel mio “fantasma”. Sai che la legge per istituire l’Ordine Professionale degli Psicologi ha “vagabondato” per ben oltre 16 anni in Parlamento, tra 1000 discussioni, prima di essere approvata? Adesso, anche se sei giovane, e visto che ami la Storia, prova a fare una riflessione guardando agli ultimi 10 anni di Psicologia e Politica in Italia.
Un altro breve ma quantomai tenero contributo, innocente come un bambino, viene dall’Ordine Previdenziale. Esattamente dopo il primo anno di esercizio una grande Assicurazione non ha rinnovato il contratto di supporto all’Ente: i conti erano andati “in rosso” – di molti milioni – a causa delle numerose parcelle, per contributo di maternità, che aveva dovuto onorare.
Come puoi vedere da sola sono in molti ad essere “interessati” alla nostra disciplina.
Con profonda stima
Renato Gentile
La psicologia è viva, anzi è UBIQUA! Da un po’ di tempo, senza averlo deciso, mi sono accorta di soffermarmi sempre di più su ciò che ascolto intorno a me. Vi faccio degli esempi: la mattina ascolto le notizie e sento parlare di cose psicologiche; vado in piscina e sento parlare di cose psicologiche, entro dal fornaio e sento frasi del tipo “ma, signora non si preoccupi, è una cosa psicologica!” e così via fino alla sera. Ora, io non sono mai stata neanche leggermente ossessiva, tantomeno paranoica ma se vado avanti così forse mi devo fare qualche domanda. Sì, perché se la psicologia è così viva, così presente nella vita di ognuno, come mai lo psicologo è morto? Non è una contraddizione in termini?
Qualcosa, allora, deve essere andato storto. Come mai se c’è tanta domanda e poca offerta (in realtà non siamo tanti) le due non si incontrano? E’ un paradosso, no?
Io so solo che da qualche tempo mi prende un crampo allo stomaco quando devo pagare il bollettino all’Ordine, all’Enpap e a tutte quelle persone che dovrebbero tutelare, pubblicizzare, promuovere e fare politica attiva per la professione! E sono veramente incazzata, per cui per me lo psicologo non solo è morto, ma comincia anche a puzzare!!!
Grazie del tuo contributo Maria. Qualcosa “non funziona” da tempo e, ahimè, posso aggiungere che non c’è una sola Associazione, a partire dall’Ordine Nazionale in lungo e largo, che faccia nulla per fare luce su questo “fenomeno”. Naturalmente è un fenomeno esclusivamente Italiano.
Speriamo che il cattivo odore della carne putrefatta accenda le sinapsi di qualcuno. Io comunque, a suo tempo, dopo il “suicidio assistito” mi sono fatto cremare.
Renato
PS Hai i tremori quando ricevi il “bollettino” dell’ENPAP? Ma dai, c’è una forma più eccitante per la nostra “preziosa psiche”: il calcolo della propria pensione. Un giochino informatico, un programmino che gira sulla rete dei Servizi dedicati agli psicologi. Vera adrenalina. Ti invito a provarlo ma stai molto attenta ci sono “danni collaterali” molto pericolosi per la nostra quiete.
Credo che il calcolo della pensione con metodo contributivo faccia rabbrividire più di una persona… a occhio, tre milioni di professionisti in Italia provano le stesse cose degli psicologi. L’inadeguatezza delle pensioni e dell’assistenza sarà uno dei maggiori problemi sociali nei prossimi anni, e solo in una prospettiva di alcuni decenni si potrà tornare ad un livello di pensione minimo, quando arriveranno a fine carriera i primi di noi, quelli che hanno versato all’ENPAP per l’intero arco di vita lavorativa.
Gli psicologi potrebbero dire molto, su questo tema. Siamo noi gli specialisti dell’impatto sociale e individuale degli eventi politici. Noi potremmo calcolare gli effetti sulle persone di decisioni e fatti politici come il cambiamento dalla pensione retributiva (quella dei nostri padri e nonni) a quella contributiva. Il mio è un augurio: che passiamo dal ruolo di vittime subordinate e di clinici semidisoccupati, a quello di tecnici di alta specializzazione in un ampio spettro di situazioni sociali.
C’è questo bell’articolo di Federico Conte apparso su Lazio che parla proprio di queste prospettive di ruolo, finora mancate:http://www.altrapsicologia.com/lazio/omicidio-a-san-basilio/2013/06/
Buongiorno Federico, il tuo contributo ha ridato vita ad un ottimismo che, in tema di funerali e odori pestilenti, ha funzionato da speranza a quanti sono credenti e seguono la “fede psicologica”. Mai perdere la speranza; mai sottrarsi all’impegno. Condivido. Poi, ho riletto quanto hai scritto, dopo aver letto l’articolo che citi ed inviti a consultare. Dici testualmente:
“Siamo noi gli specialisti dell’impatto sociale e individuale degli eventi politici. Noi potremmo calcolare gli effetti sulle persone di decisioni e fatti politici ((come il cambiamento dalla pensione retributiva (quella dei nostri padri e nonni) a quella contributiva))”.
Scusami, da quale Nazione Europea scrivi? Vivi nel Vecchio Continente o negli USA? In Italia puoi calcolare tutti gli effetti, gli impatti e le conseguenze sociali che vuoi; puoi anche prendere il premio Nobel per le previsioni sociali ma nel frattempo a chi proporrai i risultati dei tuoi calcoli? Le preziose proiezioni degli effetti sociali? Pensi davvero che la “classe” degli psicologi, come professionisti, si sia conquistata tanta stima? Io temo che abbia “seminato” addirittura male ma questa è una mia opinione.
Grazie comunque del tuo fresco e sincero ottimismo Federico; spero davvero possa essere contagioso.
Con tutto il rispetto,
Renato Gentile
PS il calcolo della mia pensione ammonta a 2500 € (Duemilacinquecento/00, Euro). Vedo che avete storto il muso; magari state pensando che ho un gran bel coraggio a lamentarmi visto che molta gente prende appena la metà. Scusatemi, sono stato impreciso. Sono 2500 €uro l’anno; non al mese.
Scrivo da un paese non troppo lontano. Spero. La psicologia è una delle scienze che attualmente fondano i nuovi modelli di lettura dei fenomeni economici e finanziari, ad esempio. C’è un bel libro recente di Paolo Legrenzi su questo tema. Ma sono d’accordo con te, in Italia non lo sappiamo ancora: prima di tutto la scuola di psicoterapia, poi semmai il resto 🙂
Con queste prospettive pensionistiche vale ancora la pena fermarsi a discutere su ruoli, ambiti, elezioni, correnti, giustizia, psicologi vivi, psicologi morti etc?
Buona domenica
Lo chiamavano Psicopompo dal greco Psyche (anima)e Pompos (colui che conduce),il traghettatore delle anime, un’entità neutrale che non giudica, ma si limita a condurle nel mondo sovrasensibile. Tutte le religioni hanno il loro traghettatore: Osiride per gli Egizi, Hermes per i Greci, Odino per i Germani, Lug per i Celti, ecc…. Anche se non compare tra le massime divinità, viene riconosciuta a questa figura un posto nel Pantheon di sicura importanza. Accostarsi al simbolismo dello Psicopompo non è compito facile anche se la psicologia Junghiana ha dedicato tante energie allo studio di Ermes-Mercurio: esso consta di tutti gli opposti immaginabili; è una esplicita dualità, indicata, però, come unità; è allo stesso modo fisico e spirituale; diavolo e redentore; rappresenta da un lato il Sé, dall’altro il processo di individuazione, e anche l’inconscio collettivo. Seducente e mortifero il dio si muove con leggerezza da un mondo all’altro, giovane e bello, con le sue maniere di ladro amichevole, con le sue prodigiose scarpe d’oro che lo portano su terra e mare, con la sua bacchetta magica con cui addormenta e risveglia uomini. Non vi sembra che ha tutte le qualità e gli attributi delle guide delle anime di oggi? Come il “terapeuta” nell’analisi del profondo, aiuta il suo paziente a “spezzettare ed analizzare” i contenuti dell’inconscio attraverso i ricordi o i sogni, contenuti che devono essere portati in superficie affinché possano perdere la loro pericolosità e lasciare emergere ciò che, invece, di costruttivo hanno da offrire, Mercurio con le sue qualità di interprete e creatore di “contatti e di ponti” che possono essere attraversati, si propone da filtro tra il mondo terreno e spirituale, tra il conscio e l’inconscio. Altro che psicologi vivi o morti! La strada resta sempre quella di una graduale integrazione che spinge a migliorarci e a trovare sempre dentro di noi una maggior unità ed un senso di armonia con la nostra, da sempre, importante professione! Auguri a tutti di un Buon Natale e Buon Anno.
il problema è drammaticamente semplice… si chiama legge della domanda e dell’offerta…
90.000 psicologi presenti di cui il mercato ne richiede ad andar bene 20.000 rimangono 70.000 che lavorano gratis o fanno altro… il problema è perchè non è stato fatto il numero chiuso come a medicina…