Credo che potrebbe essere in tal modo riassunta la puntata santoriana che ha visto il nostro “amatissimo” ex premier fare saltare il banco alla trasmissione “Servizio Pubblico”. Intendiamoci: chi non lo ha mai digerito ha sempre più la necessità di un farmaco per digerirlo: Ma chi lo ha digerito, indipendentemente dal suo passato, obliquo e indecente, ieri ha ripreso speranza.
Dopo Dalema, Santoro. Il primo reo di essersi fidato di una persona nemmeno immorale ma amorale, il secondo, malato professionalmente di audience, per avere impostato una trasmissione su un terreno amato da quel capoclasse di Berlusconi: l’intrattenimento
E sì che di argomenti ce ne erano a frotte, anche solo limitandosi agli ultimi anni del suo mandato: Le pagliacciate sulla pelle dei terremotati abruzzesi, il mugnifico circo delle grandi opere tramutatesi in grandi ruberie giusto per citarne alcune. E invece, ignorando che un uomo ben fasciato di danaro ha sempre attratto le signorine, si è preferito dare la stura a quel repertorio da avanspettacolo del solito Bagaglino politico a cui “l’amatissimo premier “ ci ha assuefatti.
Il risultato finale è stato paradossale: il vecchio Berlusconi sembrava, per giovialità e energia, più giovane di Santoro e Travaglio accartocciaci, probabilmente, nelle loro ossessioni. Le quali, giuste e sacrosante, funzionano a meraviglia su chi ha un pessimo giudizio di Berlusconi ma risultano armi spuntate per chi ha un giudizio possibilista.
Troppi galli in un pollaio, verrebbe da dire, il cui innamoramento di se stessi è tale da obnubilare l’obiettivo, massimo e sbandierato dal giornalismo militante che non vorrebbe fare sconti a nessuno. Il problema che, sconti o non sconti, la qualità della mercanzia è, anche in questo giornalismo, talvolta mediocre.
Morale della favola: quella sorta di “ ens quo maius cogitari non potest “ è riapparso. Facendo tornare indietro le lancette dell’orologio si è drammaticamente capito che al centro, ancora una volta, ci sarà lui.