In un contesto economico in continuo cambiamento, in una società in cui le parole solidità e stabilità paiono sempre meno fruibili, è necessario partire dal presupposto che l’innovazione continua sia l’unica strategia da perseguire, in tutti i campi e settori.
Innovare significa essere consapevoli di ciò che non funziona, distaccarsi da visioni tradizionaliste, comprendere i processi evolutivi in atto e combattere la resistenza al cambiamento.
Innovare significa avviare attenti processi di analisi dello status e progettare strategie efficaci e migliorative, con l’obiettivo di rendere un servizio, un processo o un prodotto, efficiente e con un ritorno di investimento (non solo economico) positivo.
Un’idea innovativa rimane, però, una semplice idea se non viene concretizzata attraverso un piano operativo ben strutturato. Spesso, nell’ambito della politica professionale, vengono proposte, soprattutto in fase elettorale, idee innovative che sembrano legate al pensiero magico e che hanno come obiettivo principale quello di raccogliere voti e consensi, ma che sono solo nuvole di “fumo senza arrosto”, per usare un detto popolare.
AltraPsicologia è da sempre una voce “fuori dal coro” delle promesse non realizzate, e la dimostrazione che qui l’arrosto lo prepariamo davvero è che gli Ordini Regionali a maggioranza AP funzionano e i nostri programmi elettorali non sono “specchi per le allodole” ma idee concrete, pensate, strutturate, che diventano realtà.
L’Ordine degli Psicologi del Piemonte, che ha un Consiglio a maggioranza AltraPsicologia, è un esempio di come si possono realizzare, a distanza di un solo anno e mezzo dall’insediamento, tutti i punti di un programma elettorale, tutte le promesse fatte ai nostri elettori, che ringraziamo per la fiducia riposta in noi, fiducia che siamo convinti di non aver disatteso.
La domanda di psicologia da parte della popolazione è forte, eppure c’è sempre stato un gap tra interesse generale per i temi psicologici e visione della figura dello psicologo. Forse la psicologia è interessante e lo psicologo no? Forse, ma chiediamoci perché, chiediamoci se rimanere ancorati a vision tradizionaliste e puntare su strategie individualiste può portare alla crescita della nostra professione.
Un Ordine professionale si deve prendere in carico il tema della promozione, perché promozione è diffusione della cultura psicologica, è tutela verso l’utenza, è apertura di nuovi contesti, è sviluppo della professione.
Ma come fare promozione?
Quello che abbiamo da subito avuto ben chiaro è che il marketing professionale non può basarsi sulla svalutazione della categoria, sul lavoro gratuito, strategia su cui si sono basate le iniziative promozionali dell’Ordine piemontese passate. Le manifestazioni promosse dalle precedenti consigliature hanno dimostrato evidenti criticità, malgrado le importanti risorse economiche investite. A contribuire all’insuccesso, a livello di return of investment, lo scarso coordinamento delle iniziative, la frastagliata campagna di comunicazione e l’assenza di un target specifico a cui fare riferimento. Questo ha prodotto una visione parziale della disciplina e ha causato una dispersione delle risorse, con scarsa ricaduta a livello di immagine professionale e istituzionale.
Abbiamo compreso l’importanza di prendere in carico la sfida di rilanciare la figura dello psicologo e diffondere una cultura della psicologia in Piemonte, attuando una strategia globale e non parcellizzata, che potesse permettere una gestione centrale e controllata delle operazioni di marketing.
La prima edizione del Festival della Psicologia del Piemonte ha avuto lo scopo di avvicinare la figura dello psicologo e la psicologia alle persone, attraverso una promozione più leggera e allo stesso tempo incisiva, che ha sfruttato i canali multimediali e si è inserita negli ambiti della vita comune; di promuovere la figura dello psicologo in chiave moderna e non settoriale, mostrando le interconnessioni tra la psicologia, la vita quotidiana, e le altre aree di interesse sociale e culturale; di rendere la psicologia interessante e non “stigmatizzante” e aprire nuovi spazi di lavoro non strettamente clinici; di aumentare la visibilità dell’Ordine degli Psicologi come ente promotore della salute e del benessere.
Abbiamo scelto di parlare di felicità, perché la psicologia non si occupa solo di trattare il disagio, ma anche di promuovere il benessere, e strano, pochi sembrano saperlo, anche alcuni di noi. C’è chi ha detto che parlare di questi argomenti è svalutante e poco scientifico. Andiamolo a dire a Martin Seligman che la psicologia positiva è una bufala, o ai colleghi che hanno prestato opere gratuite promosse dall’Ordine, che la divulgazione di temi correlati al benessere e alla qualità della vita sono svalutanti…
Il prelancio della manifestazione, ha previsto l’apertura del sito internet e dei contest “Felicità tra le righe” (writing contest), “La ricetta della felicità” (cooking contest) e “Fotografa la felicità” (photo contest), l’apertura della pagina facebook e del profilo twitter e la pubblicazione del primo video promozionale dal titolo “Vivere la vita con gusto”, a cui sono seguiti altri due video: “Una vita in armonia” e “Ritrovare la strada”. I video hanno avuto un successo enorme sul web, tanto che se sommiamo le visualizzazioni sui social e quelle su youtube arriviamo a decine di migliaia di contatti per ogni video. C’è poi stata la campagna off-line, attraverso l’affissione di manifesti e la distribuzione di locandine.
Veniamo agli eventi previsti nei due giorni di manifestazione…. un programma fitto di dibattiti, laboratori, iniziative ludiche, spettacoli musicali e di magia, che hanno avuto un grande consenso di pubblico e la presenza di corner tematici sulle aree di intervento “meno conosciute”, perché la psicologia non è solo clinica: psicologia scolastica, dello sport, dell’emergenza, degli orientamenti sessuali e dell’identità di genere, del lavoro, ecc.
Lo psicologo è andato verso la gente e la gente si è avvicinata alla cultura psicologica.
Il Festival della Psicologia si propone di diventare un evento culturale centrale in Piemonte e a questa prima edizione ne seguiranno altre, nei prossimi anni, per tenere attivo il dibattito sui temi psicologici, attraverso appuntamenti e incontri di interesse, anche in partnership con altri attori presenti sul territorio, con i quali abbiamo già iniziato a fare rete. Tutti fuori dagli orticelli a coltivare un bene comune per noi psicologi e per la cittadinanza, quello del benessere psicologico e relazionale, perché un’altra promozione è possibile! Vi aspettiamo nel 2016…. la nuova edizione è già “under construction”.
Buongiorno cari colleghi… concordo sul fatto che la promozione NON DEBBA AVVENIRE ATTRAVERSO AZIONI DI GRATUITO SUPPORTO, ma nemmeno concordo sul fatto che ci dobbiamo vendere come coloro che sono i depositari della ricetta della felicità come il video “reclamizza”. Anzi, mi stupisce davvero che nel 2015 si pensi che promuovere la nostra professione come aiuto al presidio del benessere significhi sostenere siffatta affermazione… Ma davvero qualcuno di noi ha tale ricetta’ Chiedo scusa, io sono una psicodinamica… la ricetta non c’è perchè ricetta implica l’idea di un costrutto applicabile a chiunque e comunque. Allora ha ragione Galimberti nella critica che da anni ci rimprovera: forgiamo dei conformisti… Mi spiace, temo di far parte di un’altra categoria professionale…
davvero questa caduta concettuale mi stupisce, ma anche mi intristisce…
Concordo. In ogni caso pare che la psicologia di oggi più che (s)vendere “felicità” alla cultura pop non faccia. Poi ci si lamenta. Almeno si cercasse un minimo di serietà..
Ci si lamenta di molte cose. Ma vedo che per alcuni è davvero complicato pensare che possano esistere modalità differenti di comunicare con le persone. Quelle stesse persone, che in modo dispregiativo definiamo cultura pop, che sono poi le stesse persone che entrano nei nostri studi e che ci chiedono aiuto.
Va bene, forse è strano per noi psicologo (italiani) parlare di Felicità. Ma l’alternativa è la tristezza? La depressione?
Poi, se si avesse anche la voglia di leggersi il programma , ci si renderebbe conto anche del Panel di livello che si è organizzato intorno al Festival. Su colleghi, apriamo la testa, e smettiamo di pensarci reclusi in un olimpo che solo noi ormai teniamo su.
Io ho apprezzato molto l’iniziativa del mio ordine.
I video presentati sono evocativi del percorso terapeutico ma non come ricette o sinfonie in possesso del terapeuta ed elargite a un passivo cliente.
Il lavoro terapeutico sta proprio nell’aiutare la persona che chiede aiuto a trovare i suoi ingredienti che possano costruire il suo benessere o le note giuste per ritrovare armonia.
Capisco che, per chi non ha seguito il senso del festival, perchè di altra regione possa fraintenderne il senso, ma nel mio piccolo questo è il senso che ho dato io. E da psicodinamica mi ci ritrovo perfettamente.
Cara collega, il video a cui ti riferisci credo sia “Vivere la vita con gusto”. Nel testo lo psicologo non é mai indicato come detentore della ricetta della felicità, bensì come AIUTO per trovare la TUA ricetta della felicità. Non esistono tecniche o ricette adatte a tutti, questa è la prima cosa che impariamo, qualsiasi sia il nostro orientamento. E nel video è ben specificato.