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Lo psicologo è un esperto di comunicazione. Perché non valorizziamo queste competenze nella divulgazione scientifica?

Chimici, fisici, biologi, matematici e altri professionisti delle scienze lavorano nel mondo della divulgazione scientifica. E noi psicologi che facciamo?

Iniziamo dal principio.

Cos’è la divulgazione scientifica? E’ l’attività di comunicazione e divulgazione al pubblico generico della scienza, non con l’intento di formare ma con l’obiettivo di incuriosire, di appassionare e di aumentare la conoscenza di una specifica disciplina scientifica. La divulgazione rende accessibile al grande pubblico la cultura scientifica.

Chi è il divulgatore scientifico? Il ruolo del divulgatore scientifico è poco definito in Italia, tanto da non essere nemmeno presente nella classificazione ATECO 2007 necessaria per l’apertura della partita iva.

Non necessariamente è uno scienziato, ovvero uno studioso di un particolare settore scientifico, ma è un comunicatore che ha una solida preparazione di base e che collabora con ricercatori e scienziati.

Non basta essere esperti di una materia per essere buoni divulgatori. Ricercatori e professori universitari possono essere molto competenti nel loro lavoro ma non è detto che lo siano altrettanto nella comunicazione con il grande pubblico.

Prendiamo ad esempio due noti casi di notizie ampiamente diffuse in quanto “scientifiche” pur non rivelandosi poi tali: i vaccini come causa di autismo ed il cosiddetto “caso Stamina”.

L’associazione tra alcuni tipi di vaccini e l’insorgenza dell’autismo, seppur smentita diverse volte dalla comunità scientifica, continua ad alimentare ancora oggi dei dubbi in molti genitori tanto da mettere in discussione uno strumento preventivo fondamentale per la salute dei bambini e dell’intera popolazione. La falsa notizia fu lanciata da uno studio poco accurato pubblicato da una nota rivista medica nel 1998. Nonostante lo studio sia stato dichiarato non valido e ritirato dalla stessa rivista, la diffusione di false informazioni continua ancora ad alimentare ansie e paure in genitori che si sentono distanti dal mondo scientifico.

Caso differente ma altrettanto eclatante è stato quello del programma satirico Le Iene che ha scosso tutta la comunità scientifica realizzando un servizio su una bambina gravemente malata alla quale sarebbe stata negata la cura con cellule staminali, cura non provata scientificamente. Questo è un esempio di come la comunicazione emotiva possa essere estremamente efficace e di grande impatto sul vasto pubblico.

Come si fa divulgazione (di qualità)? Si può fare divulgazione scrivendo articoli per rubriche, blog, riviste oppure in forme più interattive all’interno di Festival o manifestazioni scientifiche che si tengono in varie città. All’interno dei Festival vengono spesso realizzati dei laboratori esperienziali con attività che coinvolgono direttamente il pubblico.

Divulgare è comunicareLa comunicazione è lo strumento essenziale per il divulgatore scientifico. A differenza dell’approccio all’insegnamento scolastico dove si presuppone il “non sapere” degli studenti, nella divulgazione si parte dal “sapere” di ognuno, sia esso frutto di formazione scolastica/universitaria o della propria esperienza personale. Il divulgatore ha l’obiettivo di incuriosire e di trasmettere interesse  ma soprattutto di suscitare nell’altro il desiderio di capire e approfondire. Punto di partenza sono proprio le domande, utili e fondamentali per la ricerca delle risposte.

Fare divulgazione di qualità significa conoscere le regole della comunicazione affinando tecniche e strumenti che possano facilitare una trasmissione della conoscenza in modo semplice ed efficace.

Quali sono gli strumenti divulgativi per lo psicologo?

Lo psicologo deve utilizzare una comunicazione che sia in grado di suscitare emozioni nel pubblico.

Divulgare vuol dire innanzitutto farsi capire utilizzando un linguaggio comprensibile al maggior numero di persone. In caso di divulgazione scritta dovrà scegliere con cura gli esempi, stimolare il pubblico con immagini e domande sulle quali riflettere e coinvolgerlo emotivamente per quanto possibile. Quando la divulgazione è diretta, lo psicologo dovrà coinvolgere il pubblico che ha di fronte utilizzando strumenti interattivi e esempi che riguardano la vita quotidiana.

Nella mia esperienza di laboratori divulgativi ho imparato in fretta l’importanza di fare domande al pubblico.
Perché proviamo emozioni? Da dove nascono?
Domande semplici racchiudono spiegazioni complesse, che siamo noi a dover “semplificare” e adattare alla comprensione di chi ci ascolta.

Perché lo psicologo deve fare divulgazione?

La divulgazione favorisce il pensiero criticoCi sono tante buone ragioni. Innanzitutto per non essere più percepiti come professionisti che si occupano solamente del disagio, ma come professionisti vicini ai bisogni quotidiani delle persone. Diffondere conoscenza permette di diminuire gli stereotipi sulla figura dello psicologo.

Stimolare le persone a riflettere e a porsi delle domande su temi centrali nella psicologia favorisce nuovi meccanismi di pensiero e di ricerca delle risposte. Questo vuol dire poter mettere in dubbio eventuali bufale che girano sul web, imparare a discriminare tra fonti di informazioni attendibili e non.

Inoltre lo psicologo può costruirsi, al pari di altre professioni, una nuova area di lavoro, facendo della divulgazione scientifica il proprio business.

Fare divulgazione vuol dire entrare in contatto con altri professionisti delle scienze con i quali è possibile far nascere nuove collaborazioni e stimolanti progetti.

La psicologia può e deve essere divulgata tanto quanto la chimica, la fisica, la biologia e la matematica. Pensate che sia più facile appassionare il pubblico alla successione di Fibonacci o alle emozioni? Comprendere la chimica degli elementi o scoprire come ci facciamo influenzare dalle pubblicità? Chi non è curioso di sapere come funziona la memoria, cosa succede nel nostro cervello quando ci innamoriamo o come è possibile diventare dipendenti dal gioco d’azzardo?

La psicologia è molto più vicina alla vita reale delle persone di qualsiasi altra disciplina scientifica. Non facciamoci scappare l’occasione.