image_pdfimage_print

Vi siete mai chiesti perché i counselor e pseudoprofessionisti vari, spesso in odore di abusivismo, si sono radicati così bene nella società, fino a strappare fette di mercato agli psicologi?
Per rispondere a questa domanda, sono andato direttamente da loro a raccogliere quante più informazioni possibili.
Leggete attentamente, perché in questo articolo impareremo 2 lezioni.

LA STORIA

senza-titolo-7

Pochi giorni fa si è tenuto a Napoli l’edizione del Festival dell’Oriente, una manifestazione che in tutta Italia coinvolge mezzo milione di visitatori l’anno.
Cifre spaventose, considerando che uno dei temi di questo Festival è la “SALUTE E IL BENESSERE: DA ORIENTE AD OCCIDENTE”.

Chissà quante belle esposizioni avranno preparato gli psicologi!

pensavo, tra me e me. 
Quale migliore occasione per promuovere la psicologia in una regione dove ancora ci sono forti sacche di resistenza in merito alla salute psicologica?
Quale evento ideale per pubblicizzarsi se non un Festival da decine di migliaia di persone, di tutte le età,  il cui il tema è proprio la salute e il benessere?
Che ingenuo: non avevo capito niente.
Mi è bastato prendere la brochure all’interno della Mostra per capire che ero nel posto sbagliato.
Ero nella tana dei counselor e di molti fra quelli che si improvvisano psicologi.

 

SALUTE E BENESSERE: MANCA QUALCUNO…

In 3 giorni si sono tenuti ben 52 eventi sulla salute e sul benessere.

Di questi, nessuno è stato organizzato da uno psicologo.
1 avvocato, 1 ingegnere sanitario, 1 fisioterapista, 1 costituzionalista, 5 medici, 19 counselor ed operatori olistici, e i restanti 14 divisi tra maestri di yoga e formatori di bio-danza.
Sono queste le persone che, attraverso conferenze e workshop, hanno parlato del loro lavoro e della loro professione a migliaia di persone.
In realtà la parola “Psicologia” spunta una sola volta nell’intero programma, ma solo perché una naturopata si descrive come “esperta nella Psicologia dello Yoga”.
Ah, che fortuna!
Se non ci fosse stata lei la nostra disciplina sarebbe stata dimenticata.

 

E ANCHE OGGI SI PROMUOVE LA PSICOLOGIA DOMANI
senza-titolo-6  

Il pubblico incantato dagli eventi organizzati da counselor e operatori olistici

Se credete che tanto ci sono andati quattro gatti, vi sbagliate di grosso. 
Le due enormi sale erano sempre piene in virtù della grande affluenza del Festival, per cui i posti andavano a ruba ad ogni evento.
Cittadini curiosi, ma anche desiderosi di approfondire l’argomento, pronti ad investire soldi nel benessere, magari.
Ah, si… due parole sul pubblico.
Lo spettatore medio era adulto, sui 40 anni, ovvero una persona all’apice della sua forza economica.
Ovvero un potenziale cliente che investirebbe tanto per se stesso o per un suo familiare qualora decidesse di avere bisogno di servizi psicologici.
Un’occasione persa, l’ennesima, con l’aggravante che gli altri, competitors spesso in odore di abusivismo, ne sono usciti più forti, più pubblicizzati e più legittimati.
E osservando i contatti che si scambiavano i counselor e i cittadini alla fine di ogni evento, forse ne usciranno anche più ricchi.

 

LEZIONE NUMERO UNO – GLI PSICOLOGI VOGLIONO LAVORO, MA IGNORANO LA PROMOZIONE.

Se dovessi vendere un quadro, quante chance avrei di farlo esponendolo nel salotto di casa mia?
Zero.
La mossa intelligente sarebbe quella di esporre nelle mostre e nelle gallerie dove ci sono i potenziali acquirenti. Allo stesso tempo, se fossi uno psicologo non troverei mai clienti se mi pubblicizzassi… negli eventi frequentati solo dai miei colleghi.
La mossa intelligente sarebbe quella di andare nelle piazze, nei festival, nei luoghi di aggregazione, dove ci sono i cittadini.
Invece gli psicologi e le loro istituzioni restano autoreferenziali. 
Se la suonano e se la cantano da soli con conferenze e seminari, chiusi in gabbie dorate.
Fanno poco o nulla per incontrare attivamente la domanda dell’utenza. 

I counselor su questo appaiono una spanna sopra di noi. 
Sebbene non siano legittimati e meno qualificati, le loro strategie rischiano di avere una penetrazione nel mercato superiore rispetto a quelle degli psicologi perché hanno capito come muoversi nella popolazione, cosa vuole e come darglielo.
Il mio consiglio è quello di essere un po’ più modesti, di scomodarci dal nostro studio privato e “sporcarci le mani” tra la gente, per coltivare la cultura psicologica che tanto reclamiamo dallo Stato, perché lo Stato siamo noi, come diceva Calamandrei.
E questo mi porta alla lezione successiva.

 

LEZIONE NUMERO DUE – CONTRASTARE LE BUGIE CHE DIVENTANO VERITA’

Si dice che a forza di ripetere una bugia questa diventi verità.
Bene. Io aggiungo:

Ripeti ad una platea che l’abusivo è una professione cento, mille, un milione di volte, e lo diventerà in barba a qualsiasi sentenza del TAR.

Sto cercando di dire che gli psicologi hanno il dovere morale di partecipare a questi eventi anche solo per vigilare sulle informazioni divulgate, in qualità di rappresentanti della Scienza e per tutelare la propria professione.
Non è possibile che decine di persone abbiano parlato per tre giorni di chakra, naturopatia, reiki, energia spirituale e di onde quantiche, affermando che le loro castronerie avessero validità scientifica.
Prima di andarmene dall’evento dell’ennesimo mago che spiegava come curare ogni male del mondo con le onde energetiche, ho chiesto alla signora alla mia destra:
“Signora, ma lei ci crede a tutte queste cose?”.

“E certo! Non hai sentito il dottore? Altrimenti non sarebbe qui”.
Una bugia, che diventa verità.

 

CONCLUSIONI

Mi auguro che questo articolo faccia riflettere, e soprattutto mi auguro che si creino occasioni intelligenti di promozione della categoria a livello nazionale, e non i soliti convegni che non producono ritorno sugli investimenti.
Un buon esempio da seguire è il Festival della Psicologia di Torino, con una folla da stadio desiderosa di approfondire la nostra disciplina.
Il tutto organizzato dall’Ordine del Piemonte governato da una maggioranza di AltraPsicologia.

111