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Questa volta non sarà una cronaca di ciò che é successo al consiglio del 6 maggio. Siamo certi che le cronache abbonderanno. A quanto pare,  abbiamo lanciato una moda in Piemonte: informare gli iscritti.

La situazione é la seguente: la nuova maggioranza ha formalmente richiesto le dimissioni delle 3 cariche rimanenti. Tale mozione é stata approvata. Sulle modalità con la quale la ormai ex minoranza ha tentato di forzare la situazione politica del nostro ordine, già ci siamo espressi nel precedente resoconto (link). Di fatto, siamo di fronte ad un’impasse istituzionale. A cosa abbiamo assistito quindi?

La resa dei conti. Nella migliore delle ipotesi, abbiamo assistito ad una guerra tra bande, ad accuse reciproche fra minoranza e maggioranza, alla citazione di fatti accaduti anni fa, addirittura risalenti alla precedente consiliatura (l’attuale, ricordiamo, é composta per 9/15 da consiglieri in carica da ben 8 anni), a diatribe e vendette tutte personali tra consiglieri. Vorremmo quindi citare una domanda che ci é stata posta dopo il nostro resoconto del precedente consiglio: cui prodest?

Come Schettino con la Costa Concordia. Tra le cose cose che abbiamo ascoltato durante l’ultimo consiglio, particolarmente azzeccata ci é parsa la metafora utilizzata dal consigliere Tiranti: la Costa Concordia. Metafora citata per rimbalzarsi le reciproche accuse di responsabilità nel disastro dell’Ordine Psicologi Piemonte (nella metafora la Costa Concordia) fra consiglieri (l’equipaggio), e le cariche dell’Ordine (il famoso Capitano Schettino nella metafora). Ma i passeggeri? Già, i passeggeri.

La peggioranza. Questa situazione di impasse istituzionale, va a totale discapito dell’intera comunità professionale. Ecco perché siamo qui a chiedere, al consiglio tutto, nel suo complesso, un atto di estrema responsabilità verso i più di sei mila iscritti dell’Ordine, che é quello di chiudere questo capitolo, di chiuderlo definitivamente, sciogliendo in toto il consiglio.

Nel clima di guerriglia e di resa finale dei conti che si respira nel consiglio, ci sembra infatti poco credibile, e in fondo poco auspicabile, progettare e affrontare le questioni emergenti e urgenti della comunità professionale piemontese.
Con le dimissioni dell’intero consiglio, si darebbe infatti possibilità al nuovo consiglio entrante, di progettare quanto prima un’agenda di lavoro di più amplio respiro, magari in un rinnovato clima, il tutto a favore della comunità professionale.

Questa é la nostra proposta. Una proposta certamente netta che se presa come, ripetiamo, atto di responsabilitá verso gli iscritti, farebbe certamente onore agli attuali consiglieri. Nella peggiore delle ipotesi, assisteremo ad altri sette mesi di guerra che, permetteteci, ci sembra tanto, una misera guerra dei bottoni. Se così sarà, e speriamo vivamente di no, suggeriremo  certamente al nostro Ordine, di dotarsi perlomeno di una piccola orchestrina da far suonare ai consigli.

Questa, cari colleghi, è la proposta che facciamo al nostro consiglio, e voi, cosa ne pensate?