Alla fine dell’incontro di diventare psicologo LIVE Firenze ci siamo lasciati così: un’idea, un hashtag e un appuntamento per costruirla insieme.
L’idea
Se c’è una cosa che non manca agli psicologi è la possibilità di accedere ad una miriade di corsi di formazione. In Toscana siamo sommersi da newsletter che promuovono questo o quell’evento formativo e per anni siamo stati attratti dalla possibilità di conseguire questo o quel titolo che, quasi fosse dotato per natura costituente di potere magico, ci avrebbe spalancato automaticamente le porte della professione e della remunerazione. Negli ultimi anni però ci siamo accorti che il mondo è cambiato: il “pezzo di carta” o la specifica competenza sono solo condizioni necessarie ma non sufficienti per svolgere una professione. Siamo ormai parte del “popolo delle partite iva” e ciò che serve davvero a questo popolo è avere un’idea giusta per avviare un’attività che per il territorio possa essere interessante, utile, fruibile, innovativa…
Un hashtag
Psicologi sul Pezzo, più che uno slogan è un invito. Da dove partire (o ripartire) per avviare un’attività? Siamo tanti, i contesti formativi nei quali siamo immersi scivolano sempre più nell’autopoiesi e nell’autoreferenzialità, spesso ci capita di essere tre passi indietro rispetto a ciò che accade nel contesto sociale.
Proprio come lo scienziato che, prima di buttar giù il progetto di ricerca, analizza e sviscera il fenomeno da ogni singolo punto di vista, abbiamo deciso di partire da argomenti di attualità. Oltre ad essere professionisti siamo cittadini: è importante capire come la nostra professionalità si possa inserire nel contesto sociale e quale valore aggiunto può fornire alla cittadinanza, non solo per la comprensione dei problemi ma anche per l’individuazione di soluzioni pratiche, utili e usufruibili.
Un appuntamento per costruirla insieme
L’idea ai colleghi è piaciuta. È piaciuto anche il presupposto fondativo: ogni incontro deve essere co-costruito in ottica partecipativa. Ci siamo ritrovati in venti ad organizzare il primo incontro. Dovevamo individuare prima di tutto un argomento di attualità che potesse interessare. Ci siamo confrontati tra noi partendo dalla nostra quotidiana esperienza professionale e abbiamo individuato il primo argomento: “La pratica professionale e le nuove tecnologie”.
Su cosa pensiamo di doverci confrontare
Quali sono i falsi miti che ruotano attorno alle “tecnologie dell’informazione e della comunicazione” ? Quali i pericoli reali per la società? A che punto è la ricerca in tale ambito? Come si inseriscono queste nuove tecnologie nella pratica clinica? Possiamo continuare a far finta che Facebook, Skype, Whatsapp… non siano già entrati a far parte anche dell’esperienza terapeutica?