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Stupiti del titolo? Beh, è la sensazione che ho avuto durante l’ultimo consiglio del 9 aprile.

Mentre mi recavo al parcheggio per tornare a casa ripensavo a quanto avevo assistito poco prima, mi è balzato in mente questo titolo ed il finale della famosa canzone dei Sex Pistols: no future, no future for you!

Sì, non c’è futuro con un ordine del genere, non c’è possibilità di vedere e ascoltare cose sensate e che abbiano riscontro effettivo e positivo sulla nostra professione.

Iniziamo dal fatto che nella mail dell’11 gennaio che tutti abbiamo ricevuto dalla segreteria dell’ordine con le date programmate per tutto l’anno e l’orario di inizio fissato alle 18.00. Sono arrivato alle 18.40 e c’era un solo consigliere, mi informo e vengo a sapere che l’orario di inizio è stato spostato alle 19.30. Sembra che ci sia una flessibilità di orario piuttosto marcata. Altroché il quarto d’ora accademico…

Comunque, alle 19.30 ci sono sette consiglieri e la Vicepresidente che, chiudendo le porte della stanza consigliare, constatato il numero legale, da il via al consiglio. Dopo dieci minuti una consigliera esce per rispondere al telefono ed il consiglio prosegue. A norma di regolamento avrebbe dovuto essere sospeso per mancanza del numero legale. Credo non se siano accorti o abbiano fatto finta di niente per non interrompere i lavori appena iniziati. Le porte andrebbero tenute aperte, visto che il parere del responsabile sicurezza di OPV dice di tenerle aperte, per garantire le condizioni di sicurezza ai partecipanti esterni.

Lo so, può sembrare una futile motivazione, anzi una cosa di poco conto per innescare una facile polemica. Ma proprio per le verifiche del responsabile sicurezza è stata temporaneamente sospesa la possibilità da parte degli iscritti di partecipare, perché i locali non erano a norma. Adesso invece? Passato il polverone, va tutto bene? Molto più probabile che non se ne ricordi nessuno e che in fin dei conti non interessi a nessuno.

Prendono il via la sessione informativa e le comunicazioni dei gruppi di lavoro. Oltre a me è presente un altro collega. Prima ci sono i verbali da approvare (che non sia mai che manchino!).  A tale proposito viene detto che verranno pubblicati in area riservata mentre a suo tempo Altra Psicologia aveva chiesto la loro pubblicazione in area pubblica. Quando avverrà? Non è dato saperlo. Stanno creando un’area apposita sul sito. Tempo addietro era stata già predisposta un’area per la pubblicazione dei verbali. A chi fa paura la pubblicazione dei verbali?

Si riprende dalla solita storia della mancata presentazione agli iscritti del multiblog da parte del Presidente, che non è ancora presente, si passa poi ad un comunicazione di cui non si capisce quasi nulla ma che ha l’effetto talmente soporifero che il collega seduto vicino a me si addormenta (non me ne voglia il collega), quasi capita anche a me.

Da questa comunicazione inizia una discussione da parte di una consigliera che interrompe le comunicazioni e innesca una diatriba che, a norma di regolamento, non è possibile in questa parte della seduta. La cosa che più rammarica è che non era per nulla interessante e non ha dato nessun spunto di miglioramento. Le rivendicazioni erano del tipo: adesso parlo io e per cortesia non mi interrompi come fai di solito… etc etc. il tema della disputa è relativo ad un parere legale su di un caso in cui è coinvolto un minore, emerge che è stato chiesto un parere ad un legale, differente dal legale incaricato e già pagato dell’ordine,  per fare questo è stata riunita una commissione deontologica (fatta da consiglieri dell’ordine). Per tale commissione sono stati spesi 800,00 euro (degli iscritti) per non arrivare ad una soluzione. Non si capisce come si sia arrivati a chiedere un parere ad un legale esterno ad OPV.

È il caos. Ogni consigliere interviene per dire la propria, senza regole, la Vicepresidente è in difficoltà a gestire la riunione il Presidente non si è ancora visto. Un altro consigliere gioca a Ruzzle, lo si capisce perché non ha nemmeno il buongusto di abbassare il volume del gioco, in altri momenti è occupato nelle pulizie di primavera del suo naso. Penso: per fortuna che non ci sono i vassoi di tramezzini come una delle ultime volte, in cui lo stesso consigliere sceglieva e scartava qualche decina di tramezzini prima di mangiarne uno. Non aggiungo altro.

Nota: dal mio primo articolo non si sono più visti i piatti di frutta fresca sul tavolo consigliare.

Arrivano altri consiglieri e anche il Presidente, che constatato il caos e cerca di mettervi ordine, invano. Lo stesso giocatore di Ruzzle lo invita a prendere in mano le redini del consiglio. Riparte la discussione. Si riparla del multiblog, il Presidente asserisce di non saperne niente, o meglio che è in attesa di avere un riscontro dai consiglieri sul progetto. I consiglieri lo guardano e gli dicono che hanno già dato parere favorevole, fatto apportare modifiche e che deve essere solo inviata la mail agli iscritti. Il Presidente appare confuso, ma come? Sono solo due anni che ne parlate, è solo un anno e mezzo che il progetto è fermo, che è al punto 26 dell’ordine del giorno e che puntualmente viene rimandata la discussione, asserisce un consigliere.  Questi sono i tempi di OPV.

Lo stesso, imbecca il Presidente definendolo “uscente” (a fine anno scade il secondo mandato) e in risposta si sente dire: quando sarai tu Presidente deciderai tu l’odg, al momento non sono ancora uscente. Scintille perlomeno. Altrimenti la comunicazioni narcolettiche e con un linguaggio segreto avrebbero ucciso ancor di più l’aria pesante che si respirava nella stanza.

Un consigliere, anzi due, in barba al regolamento, pongono una “veloce questione”, tanto ormai nessuno più lo rispetta. Sembra che una collega partecipante ai gruppi di lavoro dell’ordine abbia un dubbio su come calcolare i rimborsi spesa. La domanda posta attira la mia attenzione: ha un domicilio lavorativo a Padova, mentre la residenza in Sud Italia. I due consiglieri chiedono se il rimborso debba essere fatto dalla residenza o dal domicilio, considerato che non c’è un tetto massimo al rimborso spesa. Silenzio generale.

Fortunatamente due consiglieri dicono che: non c’è un vuoto nel regolamento e che la richiesta  dei consiglieri è palesemente assurda e non accettabile. I rimborsi vanno fatti entro il territorio veneto. Mi chiedo: ma anche questi due consiglieri (C&P se non sbaglio) avrebbero potuto rispondere già da sé alla collega se solo avessero riflettuto un attimo e usato il buon senso. Pare che abbiamo chiesto anche un parere al commercialista dell’ordine. Spero sia compreso nei compensi stabiliti e che ciò non costituisca un extra.

La sessione informativa e dei gruppi di lavoro è durata nel complesso oltre 2 ore. Quando dovrebbe, se non erro, durare 50 minuti o un’ora a norma di regolamento. Quest’ultimo sembra sia tirato in ballo solo in particolari casi…

Bene, sono le 21.30, prende la parola il Presidente e dice: passiamo al punto 1 dell’odg. Si guarda attorno ed esclama: non c’è il numero legale. Seduta sospesa.

Non sto scherzando.

Passa una mezzora giusto il tempo per la cena dei consiglieri. Si riprende verso le 22.00 e tocca ad un paio di casi di deontologia, quindi sia io che il collega (nel frattempo si è risvegliato) usciamo. Decido anche di tornarmene a casa. Ho visto e sentito abbastanza, ovvero nulla.

Saluto  con un “arrivederci”, avrei anche voluto aggiungere “buon lavoro” ma ho pensato che in fin dei conti non se lo meritano. Lavorare è un’altra cosa.

Ritorno al parcheggio e mi sovviene alla mente il ritornello finale di Anarchy n the UK: no future, no future for you!

Eh sì, con un ordine del genere, non vedo futuro per noi psicologi.