Da pochi giorni si è concluso il grande Festival della Psicologia in Piemonte: un successo straordinario! Testate giornalistiche a livello nazionale ne hanno parlato in termini testuali di “Folle da stadio dagli psicologi”, gli eventi sono andati in “sold-out” molti giorni prima che iniziasse, figure istituzionali hanno presenziato costantemente: una kermesse che ha fatto molto parlare di Psicologia e degli Psicologi, in termini estremamente positivi aperti al futuro!
Complimenti all’Ordine del Piemonte!
In soli due anni, la nuova maggioranza di AltraPsicologia ha saputo dare una visibilità nazionale alla professione, ha radicalmente innovato i servizi agli iscritti, in un modo impressionante, che lascia basiti.
E in Veneto?
Poi, confronti tutto questo con il tuo di Ordine di appartenenza, quello del Veneto: a parte qualche iniziativa isolata, non sta facendo nulla per promuovere la professione in maniera anche solo vagamente paragonabile a quanto stanno facendo Altri Ordini, come quelli del Piemonte, delle Marche, del Lazio.
Anzi, ad un incontro sul marketing, il Presidente De Carlo ha detto esplicitamente che secondo lui l’Ordine non deve occuparsi di promozione della professione…. (sigh!).
Sembra invece che in regioni come il Piemonte si sia dimostrato come un Ordine innovativo possa portare risultati concreti, e grandissima soddisfazione tra gli iscritti; ed ecco allora che la quota di iscrizione non viene vista come un “obolo” dovuto per avere un’agendina (come purtroppo spesso succede in Veneto), ma come un investimento strategico su se stessi e sulla propria professione.
In Veneto: più tasse, stessi (non) servizi.
Certo, qui non pretendiamo i servizi innovativi e brillanti che fornisce il Piemonte a tutti i suoi iscritti (dalla formazione online gratuita agli StartUp professionali, dai Festival ai Webinar, etc.); ma sarebbe almeno opportuno che l’Ordine del Veneto – dopo aver ulteriormente alzato la quota di iscrizione – fornisse quanto meno ai suoi 10.000 iscritti i… servizi di base, quelli proprio elementari: i bollettini, che adesso arrivano mesi in ritardo; la semplice consultazione dell’Albo degli iscritti (è rimasto offline per settimane, nonostante i solleciti caduti nel vuoto); il sito web, rinnovato dopo due anni ma ancora semivuoto; la sezione Amministrazione Trasparente, che è stata recentemente riempita solo dopo i solleciti formali e pubblici di AltraPsicologia…
Non pretendiamo la Luna, che gli iscritti di Altre regioni hanno già;
ma almeno un semplice pezzetto di Terra, quello sì!
OPV: mai una posizione chiara.
Ci lascia anche molto perplessi che OPV sembri non voler prendere mai una chiara posizione di merito sulle importanti e più scomode questioni che riguardano la professione:
- Poco tempo fa è apparso un comunicato stampa che rivendicava genericamente “la libertà di pensiero e azione dei colleghi”; ma è stato scritto in modo volutamente così generico e vago, che nessuno ha capito nemmeno a cosa si riferisse! Perché non è stato detto chiaramente che era rivolto ad una noto politica, che si era espressa duramente contro una psicologa che si occupa di educazione sessuale nelle scuole (info qui)? Perché questa “timidezza” ? Forse per il desiderio di non mettersi in posizione pubbliche scomode, facendo uscire comunicati stampa talmente vaghi da essere solo “di cortesia”?
- Perché il nostro Ordine, a differenza di altri, non prende mai una chiara posizione in merito al ben noto fenomeno del “counseling fatto da non psicologi”, con tutti i potenziali rischi di abusivismo professionale che questo fenomeno diffuso porta con sé?
In Veneto è noto che anche diverse Scuole di Psicoterapia offrono “corsi per counsellor non psicologi”; e magari nelle stesse aule, sugli stessi testi e con gli stessi docenti che formano i colleghi psicoterapeuti…
E’ politicamente scomodo prendere una posizione netta su questo? Oppure, visti i recenti tentativi di dialogo del Presidente dell’Ordine Nazionale Giardina con AssoCounseling, il dr. De Carlo (che dell’Ordine Nazionale è Segretario) preferisce accodarsi?
- Perché il Presidente De Carlo non ha fatto quello che Altri Ordini regionali hanno già fatto da tempo, ovvero informare esplicitamente con una lettera ufficiale tutte le Scuole del Veneto che dalla Sentenza TAR di novembre si evince chiaramente che il “counselling” è una competenza solo dello psicologo? E che quindi i numerosi “sportelli di ascolto” attivati in molti istituti scolastici possono e devono essere gestiti solo da psicologi abilitati?”
Quale futuro per la nostra professione in Veneto?
Siamo alle soglie dei 10.000 iscritti, in mezzo ad una grave crisi professionale: che futuro vogliamo e sappiamo disegnare per i colleghi, i più giovani in particolare?
Dopo due anni, purtroppo, lo possiamo dire: dall’evidenza dei fatti, ci sembra che il nostro Ordine non abbia proprio una visione politica strategica della nostra professione, un orizzonte chiaro verso cui traghettare con energia i 10.000 colleghi.
A differenza di altre regioni, OPV ci sembra muoversi un po’ alla cieca, ondeggiando tra attività disordinate: microscopiche sperimentazioni isolate del fantomatico “psicologo del territorio”, sembra anche con la partecipazione di Consiglieri OPV (un tema che avevano tanto “battuto” in campagna elettorale, ma che poi è stato prevedibilmente ridimensionato dai fatti); l’invio in largo ritardo di agendine natalizie; piccole convenzioni di non chiara utilità; la solita manciata di convegni locali, su temi magari di interesse dei Consiglieri.
Non basta, non basta assolutamente!
Questo, da un punto di vista politico-professionale, è solo “piccolo cabotaggio” senza prospettive di lungo termine. Per rilanciare davvero la nostra professione servono orizzonti chiari, coraggio politico, capacità strategica di ben Altro livello!
E tutto questo è assolutamente possibile, non sono solo slogan: l’esperienza quotidiana e verificabile di Ordini come il Piemonte, il Lazio, le Marche (che hanno proprio “rivoluzionato” il rapporto con gli iscritti e la società) ne è la testimonianza concretissima e trasparente.