I segnali erano già evidenti da un po’, ma quello che è accaduto ai colleghi della ULSS 6 di Vicenza ha letteralmente tolto il sonno a tutta la nostra comunità professionale, perlomeno alla maggior parte di noi.
Cos’è accaduto?
È accaduto che con una mail sono stati lasciati a casa 11 colleghi che da anni prestavano servizio nella suddetta ULSS. Mail alla quale era allegata una lettera di licenziamento. Non un licenziamento vero e proprio, in realtà: una comunicazione di interruzione del rapporto di collaborazione in convenzione, spesso dopo anni di servizio. Ma l’effetto è lo stesso: vite professionali interrotte, spezzate dopo anni di servizio.
Nessuna riunione, nessuna comunicazione di persona, nessuna avvisaglia che questo potesse accadere ci ha raccontato una delle colleghe che hanno ricevuto questa notizia.
Dopo anni di rinnovi e proroghe questi contratti dovevano: o cessare oppure essere trasformati in contratti a tempo indeterminato, il sogno di moltissimi colleghi. Erano comunque persone che collaboravano con la ULSS anche da prima di avere un contratto SAI, in molte unità in cui l’apporto della nostra figura professionale è fondamentale: geriatria, pediatria, ginecologia, servizio dipendenze.
E ora?
La collega con cui ho parlato mi ha detto che per loro la situazione è grave e compromessa, così come quella degli utenti della ULSS: chi si occuperà di loro dal 31 gennaio in poi?
Il governatore del Veneto aveva speso parole che facevano ben sperare per i colleghi, definendo gli psicologi una “eccellenza del Sistema Sanitario regionale”. Perché questo dietrofront? La lettera, che abbiamo letto, è partita dalla Regione non dall’ULSS.
Ci viene da chiederci se non serviamo solo per le emergenze, come in occasione della tromba d’aria che colpì il veneziano. Il presidente Alessandro De Carlo in posa con la divisa della Protezione Civile, il Governatore Zaia che chiede aiuto agli psicologi.
Era uno show basato sull’emotività del momento? Non serviamo più? Quando c’è da tagliare si tagliano psicologi che hanno dato ogni giorno per anni il loro contributo nei servizi territoriali?
Regione Veneto e OPV
Nel frattempo l’Ordine si è attivato. Nei giorni scorsi è arrivata a tutti la mail nella quale il presidente Alessandro De Carlo chiede un incontro urgente in Regione per discutere della situazione in ULSS 6. Specifica che “Non lo abbiamo fatto per sostituirci alle forze sindacali presenti nel settore pubblico, già impegnate nel confronto con la sanità veneta”
Quale sindacato? AUPI? Quello di Via della Stamperia? Quello che tramite il suo rappresentante, Mario Sellini, ha detto che ormai gli psicologi sono troppi? Quello che non ha mai risolto il problema della maternità delle convenzionate? Risolto dall’attuale CDA Enpap! Non sappiamo.
Sappiamo che il SUMAI si è attivato per tutelare i colleghi.
Sappiamo però che nel programma elettorale Psicologi per il Veneto, il gruppo eletto all’Ordine e guidato dal presidente Alessandro De Carlo, si prometteva lo psicologo di base. Ben due proposte di legge e una sperimentazione a livello regionale (di cui però non sappiamo nulla). E relazioni più strette con la Regione. Orizzonti magici per la professione.
Ecco. Se questi sono i risultati, c’è di che vantarsi: 11 colleghi in servizio all’ASL liquidati con un “Al fine di assicurare l’ordinata conclusione delle attività in corso, il suo incarico proseguirà fino al 31 Gennaio 2017 e non potrà essere ulteriormente rinnovato”.
L’ordinata conclusione delle attività in corso. Certo, sia mai che non sia ordinata, la conclusione. Uno poi lavora più sereno, dopo essere stato licenziato di punto in bianco, magari dopo anni spesi all’ASL e senza essersi potuto costruire un’alternativa.
Ci chiediamo oggi a cosa siano servite tutte le strette di mano diligentemente fotografate fra i nostri rappresentanti all’Ordine e i vari dirigenti sanitari e regionali. Quali profonde relazioni con la Regione siano state coltivate, in questi tre anni, se poi gli esiti sono questi.
Ricordo un post trionfale, sulla pagina Facebook dell’Ordine Veneto: in programma 1,5 milioni di euro dalla Regione per lo psicologo di base. Dove sono finiti? O meglio: sono mai esistiti? Di certo, questi 11 colleghi che hanno perso il posto non costano 1,5 milioni di euro.
Solo qualche settimana fa, a Verona, un convegno in cui si parlava degli psicologi nel pubblico. Commentato così sulla pagina Facebook dell’Ordine Veneto:
++IL SETTORE PUBBLICO NON TAGLI GLI PSICOLOGI++
Se nella riorganizzazione dei servizi venissero tagliati gli psicologi sarebbe una scelta miope, un danno in primo luogo per la cittadinanza che vedrebbe mancare una figura fondamentale per garantire un apporto multidisciplinare a problematiche sempre più complesse.
Oggi pare una beffa. Una premonizione. Quasi un disperato grido di aiuto, mentre abbiamo la sensazione che dovesse essere un grido di vittoria.
Ora, esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi della ULSS 6 e speriamo che la situazione si risolva per il meglio. Speriamo anche che nessuno dei nostri rappresentanti si metta il mantello da super eroe, perché in questi casi nessuno vince.
Buongiorno, a me è successa la stessa cosa nell’Ulss confinante, e al di là di trovarmi senza lavoro, resta l’amarezza di aver investito in un servizio per anni e la preoccupazione che anche qui resterà un vuoto per cui i pazienti non verranno seguiti da nessuno e nessuno ha le competenze per le quali ero stata assunta io……
E’ una questione inaccettabile: sia sul versante della riduzione dell’offerta di salute psicologica pubblica, che su quello professionale – con il rischio di disperdere competenze rilevanti e costruite negli anni.
Purtroppo, tocca osservare come l’Ordine, che ha continuato per anni a fare annunci trionfalistici di nuovi psicologi di base ovunque, non solo alla fine non abbia portato a casa risultati significativi, ma sembri ora perfino incapace di impedire con i suoi rapporti istituzionali che avvengano grossi e improvvisi tagli agli psicologi che c’erano già.
Un inizio d’anno davvero spiacevole.
Stessa cosa anche a me presso l’Azienda Ospedaliera di Parma, ambulatori di Diabetologia. Dopo un servizio durato 10 anni.
Ma non vi siete accorti di tutti gli studi di psicologi privati che hanno chiuso? A Padova è stata una strage. Ma nessuno ha parlato della crisi per noi psicologi. Viene fuori l’argomento solo se vengono licenziati psicologi dell’USL?
l’offerta di salute psicologica pubblica ha un significato sociale ben più ampio di quella privata e, storicamente, la nostra presenza nel SSN è sempre stata problematica e insufficiente rispetto alle necessità