LETTERA APERTA DI ALTRAPSICOLOGIA A LUIGI CANCRINI
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Caro Professore ed Onorevole Luigi Cancrini,
ci rivolgiamo a Lei in quanto estensore del disegno di legge N. 4652 dell’8 Giugno 2000 ed oggi, sappiamo, ripresentato in questa legislatura in forma più articolata (col DDL 439). Stiamo parlando della tanto attesa Legge sulla Psicoterapia Convenzionata.
Non conosciamo ancora il nuovo articolato, bensì quello precedente sul quale ci siamo, come AltraPsicologia esaurientemente espressi a firma Nicola Piccinini già oltre nove mesi fa (Vedi articolo).
Oggi, a nove mesi di distanza, da molte parti del mondo professionale, tutti sembrano accorgersi (con il solito ritardo) degli stessi problemi lì sollevati e si rende perciò necessario un sereno confronto pubblico.
In quella occasione la nostra opinione fu critica, non certo sulle encomiabili intenzioni sottese al disegno di legge, che di massima condividiamo, ma in merito ad almeno un paio di passaggi oltremodo controversi:
- il primo relativo all’estensione della possibilità per tutti gli psicoterapeuti (medici inclusi) ad operare la consulenza psicologica, riservata agli psicologi in base alla legge 56/89. Dopo il recente passaggio di Psicologia Clinica anche a Medicina, la nostra legge istitutiva rischia in tal modo di essere ulteriormente calpestata e con essa tutta la categoria professionale.
- il secondo legato all’accreditamento di quei professionisti che operino da almeno dieci anni, criterio palesemente ingiustificabile se efficacia ed esperienza professionale si considerano legate a specifici percorsi formativi e non genericamente ad un lunghissimo tempo posteriore alla qualifica, che di per sé e da solo non offre alcuna garanzia di competenza
Delle due l’una: o lo Stato titola e consente di operare a tutti gli psicoterapeuti in possesso del titolo; oppure riconosce di essersi sbagliato ed afferma che questi titoli non qualificano a sufficienza ed occorre un supplemento di formazione ed esperienza per essere psicoterapeuti accreditati. Benissimo, ci sta bene, ma allora secondo quali criteri? Se ne vuole discutere con le Associazioni di categoria?
È proprio sui criteri di accreditamento che noi di AltraPsicologia vorremmo con Lei e con tutta la categoria professionale poter discutere apertamente, per comprendere in quale modo Lei abbia pensato di convenzionare gli psicoterapeuti.
In tutta franchezza, caro Professore, e ci rivolgiamo a Lei conoscendo la sua serietà professionale anche come formatore, le vogliamo dire che temiamo molto questi delicati passaggi legislativi nelle cui pieghe possono annidarsi le solite furbizie “all’italiana” ed i soliti criteri cerchiobottisti per i quali non sono certo i bisogni dell’utenza, ma i bisogni politico-economici delle solite lobby che monopolizzano l’attuale mercato della formazione e del lavoro psicologico a dettare l’agenda delle priorità.
Non vorremmo ad esempio vedere estendere alla categoria degli psicologi non sanitarizzati il mercatino degli ECM, così come non vorremmo che tali criteri privilegiassero i soliti noti e lasciassero fuori i soliti ignoti, cioè i soliti reietti vessati ed ingannati da anni ed anni di tasse, rette, onorari, salatissimi.
Ci si intenda: noi siamo a tutela degli psicologi, ma per tutelarli davvero occorre per prima cosa tutelare i cittadini che a loro si rivolgono. Non chiediamo alcuno sconto per i colleghi psicologi in nome dei posti di lavoro ma solo trasparenti, verificabili e condivisi criteri (di efficacia ed efficienza) per l’accesso ad una funzione pubblica delicata quale la psicoterapia in convenzione. Siamo certi che solo in questo modo eventuali accreditamenti potranno giovare al prestigio della nostra professione. Ci auguriamo dunque che il nuovo articolato corrisponda a quanto stiamo qui dicendo.
Caro Professore, questa volta ci piacerebbe davvero sederci intorno ad un tavolo con Lei e tutti gli altri e capirci qualcosa di più e, casomai, poter dare il nostro modesto contributo.
Grazie
Cordialmente
Luigi D’Elia
Presidente di AltraPsicologia
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