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Obbligo di formazione per i professionisti.

Quello che lo Stato ci ha chiesto con il DPR 7 Agosto 2012 e che gli psicologi hanno ricevuto con la modifica dell’Art.5 del Codice Deontologico.

Per capire a che punto siamo e soprattutto se saranno ECM o non saranno ECM anche per gli psicologi liberi professionisti, bisogna innanzitutto considerare quali sono gli interessi in campo.

Da una parte c’è la psicologia e l’amore per questa professione.

Ci sono tanti liberi professionisti preparati, ingegnosi, creativi che sanno bene come per affrontare le tempeste della professione sia assolutamente essenziale essere ben formati, aggiornati e sempre sul pezzo.

Dall’altra parte c’è chi la psicologia proprio non la ama,

pure se magari psicologo lo è, e ha più a cuore i propri interessi che il bene della professione.

I primi, quelli che la psicologia la amano, non temono alcun obbligo di formazione permanente: la fanno già. Sono quelli che vanno in supervisione, che scrivono, leggono, fanno pubblicazioni, partecipano a convegni e seminari, sono uditori e relatori.

I secondo, quelli che la psicologia non la amano, vedono nell’obbligo di formazione permanente innanzitutto una grande occasione di guadagno. L’ennesima, sulla pelle degli psicologi, sulla pelle dei liberi professionisti.

Già nel 2011, l’ex Presidente dell’Ordine della Lombardia, Mauro Grimoldi di AltraPsicologia, aveva scritto al Presidente Nazionale degli Psicologi Dott. Palma per sollecitare la presentazione al Ministero di un regolamento sulla formazione permanente per gli psicologi che fosse cucito sulle nostre esigenze professionali.

Una formazione permanente non medica, una formazione permanente che premiasse gli psicologi che si mettono in gioco nelle supervisioni, che condividono le proprie esperienze nelle intervisioni, che leggono, scrivono, pubblicano, si aggiornano. Una formazione che non si rivolge solo agli psicologi clinici e agli psicoterapeuti, ma anche agli psicologi del lavoro, dello sport, delle organizzazioni, ecc…ecc…

Una proposta accolta dal precedente CNOP, che ha presentato il regolamento al Ministero e che aveva lo scopo di  tenere alla larga gli psicologi liberi professionisti dal contorto sistema degli ECM, che in fondo sta sempre per “Formazione Continua IN MEDICINA” !! (trovi una esposizione dettagliata in questo articolo di Federico Zanon).

Il Ministero, però, complici i travagli politici del governo italiano, tarda a rispondere.

Nell’attesa, l’ex Presidente Palma si era pronunciato in maniera chiara, sospendendo ogni sanzione.

Passano così i mesi.

Gli psicologi che amano la psicologia continuano ad andare in supervisione, ad organizzare gruppi di studio, a partecipare a convegni e seminari, a pubblicare.

Gli psicologi che non amano la psicologia hanno invece fretta di sapere se possono mettere nel menù una nuova polpetta sugosa.

Succedono poi, in questi mesi, altre due cose importanti: cambia il Consiglio Nazionale degli Psicologi, che ha ora nuovo Presidente e nuovo direttivo; lo psicologi diventa professione sanitaria.

Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che si occupa, tra l’altro, dell’accreditamento dei provider ecm, comunica che stando così le cose, anche gli psicologi liberi professionisti dovrebbero adempiere agli obblighi ecm.

Quali saranno, allora, le intenzioni del nuovo Presidente e di tutto il suo Direttivo, insieme alla maggioranza che lo sostiene, in merito all’obbligo di formazione per gli psicologi?

Sarà dalla parte degli psicologi che amano la psicologia e sosterrà il progetto di una formazione continua che premi i professionisti o sarà dalla parte di quelli che nell’ennesimo obbligo per i professionisti vedono un’occasione di guadagno?