In questi giorni è stato compiuto un passo forse irreversibile verso l’obbligo, per tutti gli psicologi, di assolvere la formazione continua solo mediante il sistema ECM.
QUAL È LA NOVITÀ?
È una delibera della Commissione Nazionale ECM datata 10 giugno, che sancisce testualmente che tutti gli psicologi sono obbligati al sistema ECM. >> LEGGI LA DELIBERA
Sia chiaro: la legge dice altro: obbligati al sistema ECM restano i professionisti sanitari “dipendenti o libero professionisti per conto di Aziende Ospedaliere, Università, Unità Sanitarie Locali e strutture sanitarie private”. È l’articolo 16-quater del D.Lgs. 502/92, la fonte di diritto citata pure nel Manuale della Commissione ECM >> LEGGI IL MANUALE
Però è un avvenimento che non si può ignorare. Anche se sul piano amministrativo è molto sui generis, questa delibera segna un posizionamento esplicito e specifico per gli psicologi da parte di un’agenzia pubblica, emanazione del nostro ministero vigilante.
L’IGNAVIA DEI RAPPRESENTANTI DEGLI PSICOLOGI
Questa delibera della Commissione ECM entra a gamba tesa nella formazione continua degli psicologi. Cade sulle nostre carenze. Ci siamo fatti dettare le regole dall’esterno perché noi non abbiamo saputo darcele. Una cosa tafazziana.
Il CNOP avrebbe dovuto emanare da 9 anni un regolamento per la formazione continua. Lo stabilisce l’articolo 5 comma 3 del D. Lgs. 138/2011. Sarebbe stata un’opportunità. Invece abbiamo traccheggiato e questo è il risultato.
Ormai ce lo hanno detto tutti, cosa dobbiamo fare. Manca solo il lattaio. Ironia della sorte, quest’ultima delibera della Commissione ECM ce l’ha firmata il presidente della Federazione nazionale dell’Ordine Medici. Almeno fosse stato il Ministro. Niente, neanche questo onore.
IGNAVIA O CALCOLO?
Perché non siamo riusciti a darci delle regole da soli? Perché puntare il muro con così tanta pervicacia?
Io non sono un complottista, ma inizio a sospettare che sia stato più comodo farsi dettare le regole da fuori. Il modo migliore per far passare una scelta impopolare senza assumersene la responsabilità.
Perché imporre il sistema ECM a tutti è oggettivamente una scelta impopolare: complicato, rigido, costoso per il professionista, di dubbia efficacia (gli esiti non sono mai stati misurati). Un dinosauro da abbattere e rimodellare anche per gli stessi operatori di settore.
LA STORIA SVELATA
La delibera della Commissione ECM in effetti sembra avvallare l’ipotesi del complotto. Dalla narrazione in premessa emerge una storia – finora rimasta occulta – di audizioni e contatti fra l’ex presidente del CNOP Fulvio Giardina e la Commissione ECM.
In queste quattro pagine sembriamo interpretare la parte di questuanti, che invece di portare proposte chiedono sconti e dilazioni. Finché, ad un certo punto, viene fissata una data di decorrenza dell’obbligo a partire dal 2020: ‘Vabbè Pierino, dimmelo tu quando vuoi farti interrogare, basta che chiudiamo’.
Tutto questo lo scopriamo ora. Quando ero Presidente di Altrapsicologia ho perfino presentato due richieste di accesso civico per avere queste informazioni, che mi sono state negate.
I PROTAGONISTI: NOMI E COGNOMI.
Sarebbe ingiusto non rendere onore ai protagonisti di tutto questo. Citerò solo quelli con la menzione d’onore.
Fulvio Giardina, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine Psicologi, è stato il protagonista dei vari contatti con la Commissione ECM nel 2018-2019. Mi dispiace chiamarlo in causa ora, che si è ritirato a vita privata, ma in sei anni avrebbe potuto concludere un regolamento di categoria, e non lo ha fatto.
Roberto Calvani è stato il rappresentante per il CNOP nella Commissione ECM. Della sua attività in questa veste non si sa nulla. È la nostra scatola nera alla Commissione ECM: qualunque cosa accada là dentro, puoi star certo che non te la dirà Calvani.
Giuseppe Bontempo è il Presidente dell’Ordine Abruzzo e attuale componente della commissione CNOP per la formazione continua. Ama profondamente Altrapsicologia, siamo il suo pensiero quotidiano. Lui per primo ha diffuso la notizia della delibera come una grande vittoria, convinto di aver fatto l’affare. Ora ci aspettiamo che dia seguito all’entusiasmo con una vigilanza ferrea e procedimenti deontologici di massa.
David Lazzari è quasi un dovere citarlo, è l’attuale Presidente del CNOP e la palla sta a lui. Stavamo parlando di formazione continua proprio in questi giorni, di quanto per noi è un tema importante, e intanto il giorno 8 giugno rappresentava ufficialmente delle richieste alla Commissione ECM e il giorno 10 giugno usciva la delibera. Se lo sapeva non è stato chiaro con noi, se non lo sapeva gliel’hanno fatta sotto al naso. Non so cosa sia peggio.
COSA SUCCEDE ORA? COSA DEVONO FARE GLI PSICOLOGI?
Difficile dirlo. La delibera Agenas non mi pare una fonte idonea a stabilire un obbligo per una platea ulteriore rispetto a quella definita da un Decreto Legislativo. Ma io non sono un giurista, la mia opinione vale zero, tocca al CNOP.
Il CNOP avrebbe una soluzione semplicissima a portata di mano: emanare il famoso regolamento previsto dall’articolo 5 comma 3 del D.Lgs. 138/2011, con un solo articolo: ‘Tutti gli psicologi assolvono l’obbligo di formazione continua con il sistema ECM‘. Quella sarebbe fonte idonea, a norma di legge. Il coraggio è nelle cose semplici.
Gli Ordini regionali sconteranno le difficoltà maggiori, con questo garbuglio giuridico di fonti normative non idonee a stabilire un obbligo che loro devono fare rispettare. Fossi nei panni dei presidenti degli Ordini, pretenderei in CNOP di avere la copertura giuridica certa che solo il regolamento ex D.Lgs. 138/2011 può dare. Un precetto o c’è o non c’è, non può esserci a metà.
Gli Psicologi dovranno continuare a formarsi e aggiornarsi come hanno sempre fatto. Con due possibili situazioni:
a) Chi rientra nel cerchio stabilito dall’articolo 16-quater del Decreto Legislativo 502/92 (“dipendente o libero professionista per conto di Aziende Ospedaliere, Università, Unità Sanitarie Locali e strutture sanitarie private”) è da sempre obbligato al sistema ECM.
b) Chi non rientra in questo cerchio ha due scelte: ritenere vincolanti gli orientamenti espressi dalle varie agenzie ministeriali e sanitarie in questi anni e quindi adottare il sistema ECM, oppure attendere (anzi: pretendere) un chiaro regolamento del CNOP, a norma di legge.
CONCLUSIONI
Come Altrapsicologia avremmo preferito che le menti presunte pensanti della categoria si impegnassero insieme per l’autoregolamentazione della formazione continua. Che non comportasse l’adesione acritica al sistema ECM, ma un sistema di formazione continua comprensivo sia del sistema ECM che di un piano di formazione specifica per la nostra categoria.
La nostra linea, che tuttora ci sembra la più razionale, non è passata. Le responsabilità sono precise e personali.
La tentazione di lasciare a se stessi i protagonisti di questo miracolo italiano è forte. Forse sarebbe anche comodo per tutti. Ma continueremo a dare il nostro apporto, purtroppo o per fortuna e con buona pace di tutti.
Credo che sia importante l’aggiornamento, come l’analisi personale che una volta era obbligatoria e adesso no, ma vediamo colleghi che fanno arrosti continui.
Necessita inoltre rispettare chi si aggiorna continuamente perchè impegnato in università come docente o culture della materia che essi sono costretti ad aggiornarsi per non dare notizie e valutazioni non idonee durante gli esami didattici.
Pe l’autoformazione necessita criteri seri e non fantasiosi.
Regolarmente iscritta all’Albo degli psicologi, svolgo da oltre 25 anni la libera professione nell’ambito della selezione del personale. Il 90% del mio fatturato degli ultimi 5 anni è dato dalla costruzione, validazione e taratura di prove selettive a quiz. I miei clienti sono società di consulenza e aziende. Non aderisco al Sistema tessera sanitaria perché non emetto fatture a privati. Da tempo osservo l’offerta formativa per gli psicologi ma non ho mai trovato nulla che potesse servirmi nella professione: metodologia della ricerca, statistica, data analytics. Piuttosto che “raccogliere punti” partecipando a semirari sull’enuresi notturna o sui disturbi alimentari chiudo la P-iva e mi cancello dall’Albo. E poi magari farò un corso sull’elaborazione del lutto…
Rispondo a Cristina, e all’ Ordine degli Psicologi, in questo caso del Lazio e a Altra Psicologia. Mi chiedo e questo lo pensano molti altri colleghi. Ha senso che chi fa oltre venti anni lavora nell’ ambito della psichiatria e della psicologia di comunita’ territoriale, per fare punti e c m, debba fare convegni e seminari anche di aree che non interessano? Allora non e’ piu’ logico che se un collega si scelga i convegni che gli siano utili rispetto al lavoro che svolge da anni. Per esempio, se si lavora nella clinica della psicologia di comunita’ territoriale, non e’ piu’ logico dire ti seguo nr° tre convegni/seminari l’anno, anziche’ dover collezionare punti e c m, perche’ devo arrivare ai cinquanta punti? Devo arrivarci, beh, che so’, sulla scuola o che altro in psicologia del lavoro? Cose che non interessano, perche’, probabilmente da anni porto avanti tutto un altro interesse nella scelta lavorativa? Forse mi interessa maggiormente la clinica dei disturbi della personalita’, di come si lavora dentro le strutture della rete comunitaria del territorio, di tutti gli step che ci sono all’interno di percorsi e progettualita insiti in questo. Per cui i tanto decantati e c m oltre ai costi, oltre a chi conviene oltre a tale realta’ che si vuole andare a imporre, andrebbe snellita, sarebbe meno dispendiosa, e piu’ utile e interessante
Da un punto di vista formale quello che manca agli psicologi è la vocazione sindacale. Purtroppo il nostro Sindacato di categoria ha perso forza negli anni ed ora è associato con alcuni settori della medicina. Un Sindacato di psicologi che affianchi il CNOP nelle richieste professionali ai tavoli di trattativa rappresenta una voce in più, una possibilità di valorizzare le nostre esigenze e un interlocutore forte (se raggiunge il quorum di rappresentanza stabilito dall’ARAN) con cui le forze governative devono confrontarsi.
ciao! io sono favorevole alla formazione continua perché credo che l’aggiornamento sia il modo per dare il miglior servizio ai propri clienti oltre che un momento di crescita personale. La formazione l’ho fatta e tutt’ora la faccio. Ma, c’è un “ma ” che negli anni ho provato a risolvere, in vista di questa normativa, ma con esito, al momento, insoddisfacente. Faccio la psicologa del lavoro nell’ambito dell’orientamento scolastico e professionale e non opero per conto di Aziende Ospedaliere, Università, Unità Sanitarie Locali e strutture sanitarie private. In questi anni ho cercato corsi afferenti a questa area con possibilità comunque di acquisire crediti ECM, MA…..ecco qui il mio ma…. non li ho trovati. Molto esiste nel campo della psicologia clinica, nulla sembra esistere, nel campo della psicologia del lavoro, dell’orientamento. Che cosa posso fare? A chi posso rivolgermi? sono nel posto giusto? Insomma mi piacerebbe venirne a capo!
grazie per l’attenzione.
Stefania
PS: “pretendo un un chiaro regolamento del CNOP, a norma di legge” riprendendo le parole di Federico.
Grazie, Stefania, grazie Giovanni. Non sono sola!
Salve sono una psicologa iscritta all’albo degli Psicologi del Lazio. Come molti psicologi che, come me, hanno fatto la formazione in libera scelta non sono d’accordo con acquisire crediti ECM . Inoltre, prevedo che, come me molti psicologi che non sempre lavorano nel campo,soprattutto in questo periodo, decidano di non iscriversi più all’Ordine Psicologi creando un grave danno economico alle casse dell’Ordine. Si sono mai domandati quanti psicologi sono iscritti agli ordini professionali ma non lavorano come psicologi eppure in tutti quest’anni si sono iscritti solo per mantenere semplicemente un’identità professionale?
Io ne conosco almeno 50 solo nel Lazio.Prevedo pochissime reiscrizioni. all’Albo.
Saluti