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Come tutti gli anni, anche nel 2023 la maggioranza dell’Ordine degli Psicologi della Toscana ha deliberato, con il voto contrario dei consiglieri di AltraPsicologia, l’elargizione di denaro pubblico (in questo caso 12mila euro) per le attività della Fondazione.

Da quando ne abbiamo parlato l’ultima volta (link), la situazione non è mutata: la Fondazione ha i conti in attivo grazie al contributo economico che riceve annualmente dall’Ordine.

Due cose sono però cambiate negli ultimi mesi e meritano che se ne dia notizia:
a) la Corte dei Conti a Settembre 2022 ha aperto un procedimento nei confronti dell’Ordine
b) Settembre 2023, Ordine e Fondazione hanno siglato un accordo: un passo avanti che in realtà nasconde diverse criticità

LA NUOVA CONVENZIONE
Una convenzione tra Ordine e Fondazione è il presupposto di base affinché un Ordine (ente pubblico) e una Fondazione (ente privato) possano avere rapporti di tipo economico.

Serve a specificare le ragioni per cui un Ordine si rivolge a un ente privato per una determinata attività, per lo svolgimento della quale elargisce del denaro pubblico.
Presuppone perciò un’analisi del fabbisogno da parte dell’Ordine e una valutazione sulla convenienza di svolgere l’attività con le proprie risorse interne o farlo fare a un ente esterno.

Per quanto a nostra conoscenza, questa è la prima volta che Ordine e Fondazione OPT regolano i loro rapporti in un perimetro convenzionale: si tratta quindi di un passo avanti verso la normalizzazione dei rapporti tra i due enti.

Non ancora sufficiente.

Innanzitutto in Consiglio non si è mai discusso di quale possa essere il fabbisogno dell’Ordine.
In questa convenzione è la Fondazione che ci propone una serie di attività, la maggior parte di formazione. Attività che l’Ordine svolge già, con le proprie risorse, con ampia copertura di ecm e ambiti di interesse.

Il punto non è se la Fondazione faccia bene o male a organizzare eventi di formazione, è un’attività che può svolgere legittimamente.

Il punto è: all’Ordine questa attività serve?
Forse sì, forse no: dovrebbe in ogni caso stabilirlo il Consiglio, che però non ne ha mai discusso e si è trovato ad approvare una programmazione già bella e fatta, non si sa da chi e con che criteri.

Anche se all’interno della fondazione sono presenti alcuni consiglieri dell’Ordine, da un punto di vista formale sono due entità separate ed in ogni caso, queste decisione devono essere discusse e prese all’interno del Consiglio.
In ogni caso, l’Ordine ha approvato una programmazione, per cui quest’anno pagheremo 12mila euro dei soldi degli iscritti.

A rendere poi a dir poco irricevibile questa convenzione è l’articolo 3 della convenzione – “Riservatezza” che recita:

“Le parti, per l’intera durata della Convenzione ed oltre il suo termine, si impegnano, salvo previa ed espressa autorizzazione dell’altra parte, a non divulgare o comunicare in alcun modo a terzi, informazioni riguardanti dati tecnici, economici ed organizzativi relativi alle attività riportate all’art. 1 della presente Convenzione”.

Perché questo punto è critico?
Una Pubblica Amministrazione come l’Ordine, con precisi obblighi di trasparenza, acconsente a non divulgare alcuna notizia se l’altra parte (la Fondazione) non ne dà il consenso.
Una condizione contraria a qualsiasi principio di trasparenza sull’uso di soldi pubblici, di cui ciascun consigliere che ha votato favorevolmente si assume la responsabilità.

Delle attività della Fondazione non si può parlare, un ulteriore passo indietro nella trasparenza dei rapporti tra Ordine e Fondazione, che segue la mancata presentazione nei termini dei bilanci della Fondazione in Consiglio.

Forse gli iscritti non hanno diritto di sapere come i loro soldi vengono spesi?

Nel corso di questa consigliatura, infatti, abbiamo dovuto rincorrere questi bilanci tutti gli anni, aspettando pazientemente per mesi, chiedendo esplicitamente che fossero presentati in Consiglio.
Ad oggi, non vediamo un bilancio della fondazione in consiglio da Maggio 2022.

E non vale l’obiezione che la Fondazione li pubblica sul proprio sito (non sempre in forma completa): la presentazione in consiglio è stabilita dallo statuto della Fondazione, entro termini temporali precisi.

Nonostante questi aspetti, abbiamo comunque provato una mediazione, poiché la strada della convenzione è corretta.
Abbiamo espresso alcune criticità e proposto di prendere tempo per rivedere tali aspetti.
La nostra proposta è stata respinta, il lavoro è stato ritenuto già sufficiente.

Peccato non sia stato svolto dal consiglio.

A questo punto, chiusa ogni possibilità di interlocuzione, abbiamo espresso voto contrario per tutte le evidenti criticità e il protocollo è stato approvato con il voto in blocco della maggioranza.