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Il recente Decreto Ministeriale emanato nell’ambito del Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027 rappresenta una svolta significativa per il sistema dei servizi sociali in Italia.

Per la prima volta viene riconosciuta ufficialmente la necessità di integrare la figura dello psicologo all’interno degli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), un passo fondamentale verso un approccio multidisciplinare e integrato alla gestione delle problematiche sociali e di salute mentale.

Il contesto normativo e gli obiettivi del Decreto
Il Decreto Ministeriale si inserisce in un quadro più ampio di riforma del sistema di welfare, che mira a rafforzare il ruolo degli ATS come entità cardine nella gestione dei servizi sociali. Gli ATS, strutture sovracomunali responsabili della pianificazione e gestione dei servizi sociali sul territorio, potranno ora contare su risorse umane specializzate, tra cui gli psicologi, per rispondere in modo più efficace alle crescenti esigenze della popolazione.

Uno degli obiettivi principali del Decreto è quello di garantire un accesso più equo e tempestivo ai servizi di supporto psicologico, riconoscendo l’importanza della salute mentale come componente essenziale del benessere complessivo degli individui. Questo si traduce in un approccio che vede la salute mentale non più come un ambito separato, ma come parte integrante delle politiche sociali e dei servizi erogati sul territorio.

Le principali novità del Decreto
Il Decreto prevede la possibilità per gli ATS di assumere psicologi con un contratto di lavoro a tempo determinato per 3 anni, utilizzando i fondi messi a disposizione dal Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà. Questa iniziativa rappresenta il riconoscimento del ruolo della professione di Psicologo all’interno del sistema di welfare.
L’aspetto più rilevante del Decreto è la previsione di un finanziamento dedicato, pari a 300 milioni di euro, destinato al potenziamento delle risorse umane negli ATS. Finanziamento che permetterà di coprire i costi per l’assunzione di diverse figure professionali, tra cui psicologi, con l’obiettivo di arrivare a garantire fino ad un massimo di un professionista ogni 20.000 abitanti. Misura pensata per assicurare che tutti i cittadini possano accedere a servizi psicologici di qualità nell’ambito di un intenso programma di integrazione sociosanitaria, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica.

Il ruolo degli Psicologi negli ATS
Con l’introduzione di psicologi all’interno degli ATS si punta a migliorare l’efficacia degli interventi sociali attraverso un approccio multidisciplinare. Essi avranno il compito di lavorare a stretto contatto con assistenti sociali, educatori e altri professionisti, contribuendo alla costruzione di piani di intervento personalizzati che tengano conto delle specificità di ogni caso. Con questa iniziativa il Ministero vuole garantire, in particolare, la presenza dello Psicologo all’interno dell’Unità di Valutazione Muldimensionale Distretturale (UVMD), dal momento che le ASL spesso non sono in grado di mettere a disposizione un professionista in forma stabile.

Tra le attività che gli Psicologi potranno essere chiamati a svolgere negli ATS, vi sono:
a) Valutazione psicologica e diagnosi: Identificazione di problematiche psicologiche e di salute mentale, con particolare attenzione alle situazioni di vulnerabilità e disagio sociale.
b) Interventi di supporto: Sviluppo e attuazione di interventi di supporto psicologico per individui e famiglie in difficoltà, con l’obiettivo di promuovere il benessere e prevenire l’aggravarsi di situazioni critiche.
c) Formazione e sensibilizzazione: Partecipazione a programmi di formazione e sensibilizzazione rivolti ad altri operatori sociali, scuole, e comunità locali, al fine di promuovere una cultura del benessere psicologico e della salute mentale.
d) Collaborazione interistituzionale: Lavoro in rete con altre istituzioni e servizi, come scuole, ASL, e tribunali, per garantire un approccio integrato e coordinato ai bisogni della popolazione.

Opportunità e sfide
L’introduzione della figura dello Psicologo negli ATS rappresenta un’opportunità straordinaria per migliorare la qualità dei servizi sociali offerti sul territorio. Tuttavia, questo cambiamento non è privo di sfide. La corretta implementazione del Decreto richiederà una gestione attenta delle risorse, nonché una chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità dei vari professionisti coinvolti.
Aspetti cruciali saranno le capacità degli psicologi di utilizzare specifici strumenti di valutazione delle vulnerabilità sociali e di adattare i propri modelli di intervento in un contesto che non è quello dello studio privato.

Sarà certamente utile, anche da parte degli Ordini, organizzare formazioni ad hoc che consentano di preparare una platea piuttosto numerosa di professionisti ad affrontare il nuovo contesto di riferimento e la vasta gamma di problematiche che vanno dalla povertà estrema alle nuove forme di disagio legate alla pandemia e alla crisi economica. Inoltre, sarà fondamentale monitorare l’efficacia degli interventi e adattare le strategie operative in base ai risultati ottenuti.
Informazioni utili
Le procedure ad evidenza pubblica saranno gestite direttamente dal Ministero a seguito di una ricognizione del fabbisogno indicato dagli ATS di tutta Italia, che avverrà entro la prima decade di ottobre 2024.
L’Avviso verrà pubblicato sul sito InPA (come avviene ormai per tutte le selezioni pubbliche) dove verrà indicata la tipologia di prove (scritto, orale, ecc.) e gli argomenti oggetto d’esame. Per il tipo di inquadramento, Funzionario Psicologo, NON è richiesta la specializzazione come requisito di accesso, contrariamente a quanto avviene nel SSN (ma in quel caso il ruolo è da Dirigente Psicologo).

La successiva procedura, quella che assegnerà gli psicologi che risulteranno vincitori della prova ai diversi ATS (le sedi possono essere in tutti i comuni d’Italia), non è ancora stata esplicitata, ma l’intenzione del Ministero è quella di far entrare in servizio tutte le figure professionali a partire dal 2025.

Considerazioni finali
Il nuovo Decreto Ministeriale rappresenta un passo importante verso una maggiore integrazione tra i servizi sociali e la salute mentale in Italia. L’inclusione degli psicologi negli ATS permetterà di affrontare in modo più completo e sistemico le molteplici sfide che caratterizzano il contesto sociale attuale, offrendo un supporto più adeguato e tempestivo a chi ne ha bisogno.
Con una corretta attuazione e un monitoraggio costante, questo intervento potrebbe costituire un modello di riferimento per altre riforme future nel campo del welfare e soprattutto per la stabilizzazione alla fine dei tre anni del personale assunto.