Non parliamo della bambina dai capelli rossi che parla al cavallo, ma del Programma di prevenzione degli allontanamenti sul territorio nazionale.
P.I.P.P.I raccoglie operatori dell’area sociale, psicologica e educativa chiamati per fronteggiare uno dei fenomeni tra i più dolorosi, quando inevitabili, nella vita delle persone: l’allontanamento di bambini e bambine dalle proprie famiglie d’origine.
Il programma coinvolge sul territorio nazionale servizi sociali, scuole, consultori familiari ed enti del Terzo Settore ed è da poco divenuto Livello essenziale di prestazione sociale (LEPS), poiché la ricerca ha evidenziato gli esiti positivi di un lavoro integrato con famiglie e con bambini, riconoscendo ai diversi sguardi professionali il proprio essere una risorsa preziosa da mettere a sistema.
Io vi partecipo da oltre otto anni, e ho visto realizzato il diritto di ogni bambino e ogni bambina (e di ogni famiglia d’origine) ad essere accompagnati in fasi di vulnerabilità, vivendole insieme, con scienza e coscienza e al meglio delle possibilità.
Posso testimoniare la bellezza e l’utilità del Programma, ma anche aprire una riflessione scomoda sul rispetto dei Diritti di bambini, bambine e adolescenti.
In tutti questi anni di intenso e continuo lavoro all’interno del Programma mi sono sentita orfana del mio Ordine territoriale (così come del CNOP), assente ai tavoli di confronto, programmazione, formazione e verifica, sordo agli inviti a mettere la dovuta attenzione in uno spazio di lavoro dove solo il CNOAS – Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali – ha saputo dimostrare l’interesse dovuto, reale coinvolgimento, concessione di patrocini e l’accreditamento della formazione.
Migliaia di assistenti sociali hanno usufruito delle opportunità formative che il Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali e l’Università di Padova, con LabRIEF – Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare, hanno introdotto negli anni. Così non è stato per noi psicologi, quasi assenti nella formazione e quindi nell’operatività delle equipe multidisciplinari territoriali.
Il ruolo della nostra professione, insieme ad altri professionisti e soprattutto alle famiglie, è ancora tutto da giocare, dato che il Programma P.I.P.P.I. è tuttora inserito nei finanziamenti Ministeriali e del PNRR.
Ciò che spero per il futuro è che Il CNOP si desti e io possa, insieme a tanti colleghi, mettere al centro del mio lavoro l’essenza riflessiva che sono chiamata ad esercitare qui come in ogni contesto in cui operiamo.
Il mio Ordine territoriale dovrebbe assumere sin da subito l’impegno a dialogare concretamente con il Ministero, con il LabRIEF, con i Referenti Regionali del Programma; aprire il dialogo, insieme alle ASL, e realizzare una concreta integrazione sociosanitaria.
Dovrebbe favorire, ad esempio, la partecipazione degli psicologi consultoriali nelle équipe di base per ogni nucleo familiare vulnerabile, dando garanzia di accompagnamento con sguardo multidisciplinare.
Ah no, l’Ordine pugliese, sciolto è sciolto per le irregolarità nel voto con cui si è stata eletta la maggioranza ora
decaduta…
Non mi resta che aspettare un cambio di passo alle prossime elezioni.
Riferimenti bibliografici
Milani P., Ius M., Serbati S., Zanon O., Di Masi D., Tuggia M., 2015, Il Quaderno di P.I.P.P.I. Teorie, Metodi e
strumenti per l’implementazione del programma, BeccoGiallo, Padova, nuova edizione riveduta e ampliata.
Milani P., Santello S., Serbati S., Petrella A., Ius M., 2022, P.I.P.P.I.Programma di Intervento per la
Prevenzione dell’Istituzionalizzazione. Rapporto di Valutazione. Sintesi 2019-2021, Padova University Press,
ISBN 978-88-6938-2956.
MLPS (2017), Linee di Indirizzo Nazionali sull’Intervento con Bambini e Famiglie in situazione di vulnerabilità,
Talami A., De Mayda, con la collaborazione di P. Milani e A. Ciampa, 2022, La Compagnia del pane. Viaggio
nel mondo di P.I.P.P.I., Padova, University Press, Padova.
Sono contento di leggere quest’articolo. Sono contento perchè finalmente leggo di P.I.P.P.I in un sito di psicologia.
Conosco PIPPI da un’annetto e fin dalle prime letture svogliate avevo intuito che dietro c’era uno studio solido ed una programmazione per la sua attuazione complessa ma sopratutto mi stupiva quanta psicologia c’era a suo sostegno e mi deludeva quanto gli psicologia fossero ignari di tutto. Quindi mi permetto di sottolineare alcune cose.
PIPPI è un LEPS. Per chi non lo sapesse i LEPS sono i livelli essenziali di prestazioni sociali di cui ogni cittadino dovrebbe poter godere in quanto DIRITTO in tutto il territorio nazionale allo stesso modo. I leps sono l’equivalente dei servizi sociali dei LEA negli ospedali e dei LEP per la pubblica amministrazione in generale.
PIPPI dovrebbe garantire il diritto dei bambini a crescere in un ambiente che non ostacoli il potenziale di sviluppo emotivo, cognitivo e comportamentale, potenziale che può essere irrimediabilmente compromesso nei primi mille giorni di vita. (portano a sostegno letteratura scientifica vera) La forza di PIPPI sta nel aver dimostrato la sua efficacia e di aver fatto dire al ministero per la prima volta forse in Italia, il servizio sociale per questi motivi in queste condizioni si fa così. PUNTO. quindi ha avuto l’ambizione di uniformare un pezzo di servizio intervento nella sua complessità. Come quando ci rompiamo una gamba a milano o a palermo ci viene ingessata allo stesso modo.
Per l’attuazione del programma gli psicologi sono necessari ma non gli psicologi dell’immaginario collettivo ma gli psicologi. Questo significa che per garantire questo diritto gli psicologi dovrebbero essere sempre più coinvolti dagli enti locali. P.i.p.p.i è comunque stato ideato e sviluppato prevalentemente dalla Prof.ssa Milani, una Pedagogista e come da organigramma istituzionale un ruolo chiave all’interno lo rivestono gli assistenti sociali. Invito tutti ad approfondire perchè ne vale la pena.
Ringrazio perché non conosco il progetto; che colma una lacuna delicata e importante nel lavoro “psi” territoriale.
E non conoscevo neppure i LEPS.
Spero che in futuro CNOP partecipi attivamente al monitoraggio di questo progetto, utile per prevenire traumi e disturbi psicologici dei minori di famiglie problematiche.
Riceviamo tante notizie ma questa, così rilevante per gli aspetti psicosociali di bambini e adolescenti, non l’ho mai letta. Forse ci sarebbe anche da valutare come si selezionano le notizie rilevanti da far conoscere ai colleghi.