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Vi ricordate il tentativo dei counselor di “normarsi” tramite UNI, dopo aver fallito per altre vie?
Ci stanno riuscendo, e grazie all’aiuto diretto o indiretto degli psicologi.

Ieri, in rappresentanza dell’Ordine Lazio (a maggioranza AltraPsicologia) ho partecipato al Tavolo per la normazione della figura del counselor non Psicologo presso la sede dell’UNI, e la situazione purtroppo ci è apparsa grave e decisamente fuori controllo.

L’UNI, che ricordiamo essere un Ente privato, appare completamente resistente ed insensibile ad ogni tipo di intervento teso a bloccare questa normazione insensata. Il loro tentativo sta andando avanti nonostante a gennaio 2019 il Ministero della Salute, proprio su sollecitazione dell’Ordine Lazio, ne abbia esplicitamente chiesto la sospensione.

Un tale incomprensibile atteggiamento da parte di UNI è gravissimo, perché da un lato un Ente privato si permette di non dare seguito alle richieste esplicite di un Ministero, dall’altro perché così facendo va palesemente contro la stessa Legge 4/2013, che prevede che le professioni siano normabili “con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’art. 2229 del codice civile, delle professioni sanitarie…”

Qualche mese fa, come molti ricorderanno, come AltraPsicologia avevamo fatto un appello chiedendo di partecipare all’“Inchiesta Pubblica” che l’UNI aveva attivato sul proprio sito, ed in cui chiedeva ai cittadini di esprimersi sull’opportunità o meno di normare la figura del Counselor.
In teoria, era stata una debacle per i counselor: UNI non aveva mai ricevuto un livello così alto di partecipazione (41.278 votazioni), ed i commenti contrari erano stati il doppio di quelli favorevoli.
Una vittoria schiacciante di decine di migliaia di professionisti e cittadini che non vogliono la normazione, perché ritengono tale figura sovrapposta a quella dello Psicologo!

Non volendo entrare nel merito sul livello di improvvisazione dell’intera procedura tecnica di voto realizzata da UNI (si poteva votare tranquillamente più volte senza controlli, non c’era alcun sistema di sicurezza finalizzato alla verifica del votante, il server è andato in crash più volte perché inadeguato a gestire un numero così elevato di votazioni, ecc.), ci si sarebbe aspettato che con un risultato del genere alla loro stessa richiesta, le posizioni dure di Enti come l’Ordine degli Psicologi del Lazio, e vista la richiesta ufficiale di bloccare tutto addirittura del Ministero della Salute, il processo di normazione venisse abbandonato…
E invece, incredibilmente, no!
UNI si è assunta la responsabilità di andare avanti lo stesso, contro tutto e contro tutti, perfino contro gli esiti della loro stessa Inchiesta Pubblica!

Arriviamo dunque all’incontro di ieri, in cui si è istituito il Tavolo di lavoro.
Ci siamo andati, per dare battaglia.
Erano presenti 14 persone (5 psicologi, 1 medico specializzato in psicologia clinica, 7 counselor e 1 avvocato – il consulente legale dell’Ordine del Lazio).
Grande assente come sempre il Consiglio Nazionale degli Psicologi, che non ha ritenuto di dover inviare alcun rappresentante; d’altra parte il disinteresse e l’ammiccamento ai counselor è una costante che si ripete da parte del Presidente Fulvio Giardina.

Ciò che comunque maggiormente mi ha colpito, oltre alla pochezza dei contenuti e alla sciatteria con cui sono state affrontate le questioni, è che il Tavolo è stato paradossalmente tenuto in piedi… dagli psicologi stessi!
Anche durante le fasi di lavoro, gli unici a dare contributi di (poca) sostanza sono stati gli psicologi: di fatto, una norma contro la categoria degli psicologi la stanno costruendo alcuni di noi.

Nonostante il nostro avvocato abbia ripetutamente presentato elementi evidenti rispetto all’illegittimità del tavolo, non c’è stato niente da fare: la Coordinatrice (psicologa) ha ritenuto di andare comunque avanti.

La situazione dunque sta volgendo al termine.
Ci saranno un paio di ulteriori riunioni, ma probabilmente entro la fine dell’anno si arriverà ad approvare la norma, con UNI va avanti in contrasto con tutti.
E ciò avverrà con il benestare implicito del Consiglio Nazionale e di tutti quegli Ordini regionali che non hanno mai partecipato ai tavoli, non avendo la forza o il coraggio di mettere in piedi un’opposizione dura e totale a questa deriva, che riteniamo grave ed inaccettabile per la nostra categoria.

L’UNI sta evidentemente forzando norme, procedure e prassi istituzionali, pur di portare a termine a qualunque costo il processo di normazione; e tale strana determinazione, contrapposta alla collusione di molti psicologi con il mondo del counseling, in barba agli articoli 8 e 21 del Codice Deontologico, sta dando loro l’occasione di riuscirci.

Come sempre AltraPsicologia farà di tutto per evitare che ciò accada, come associazione e tramite gli Ordini in cui ha o avrà maggioranza: accettare questa deriva vergognosa non è un’opzione, per chi vuole tutelare la professione di psicologo.