Quanto parlare di Gender…. Whatsapp, facebook, nelle piazze, nei convegni, sui giornali. Moltissimi i genitori allarmati dall’idea sbagliata che da settembre, in tutte le scuole, sarebbero stati proposti corsi strampalati con contenuti al limite dell’osceno.
Cosa è successo? come è stato possibile che queste notizie infondate si siano diffuse a macchia d’olio creando il panico fra i genitori?
Il tema è certamente delicatissimo: i nostri figli, il nostro bene più caro. La loro educazione scolastica su argomenti come la sessualità. La leva sui timori, che fanno presa sulla parte più irrazionale ed emotiva di tutti noi.
Eppure, basta approfondire per scoprire che la verità è un’altra. Altrapsicologia ha voluto farlo con numerosi articoli e con un evento organizzato in collaborazione con Casa dei Diritti e Comune di Milano.
Milano, 14 settembre, ore 17.30
Presso la Casa dei Diritti di via De Amicis 10
Ingresso libero.
GENDER: DA OGGI NELLE SCUOLE?
Un appuntamento rivolto a tutti: genitori, insegnanti, cittadini, psicologi, professionisti. Per fare il punto della situazione con alcuni fra i massimi esperti di identità di genere. Per riportare l’argomento Gender&Scuola su un piano di realtà e scientificità.
TUTTI HANNO PAURA DELL’IGNOTO! Affrontare l’argomento sessualità intimorisce chiunque per una questione di “educazione a non parlare di sesso in pubblico”. Anche nel privato o in presenza degli addetti ai lavori, non si creda che sia così spontaneo spifferare i nostri “gusti sessuali”. Non è “l’insostenibile leggerezza del genere” a sconvolgere il mondo della scuola, ma l’impreparazione generale sull’argomento che c’è sotto. In quanto alfabetizzazione sessuale si può dire che gli italiani non sono neppure all’A B C per dialogare senza sconvolgimenti della “coppia eterosessuale fedele”. Figuriamoci affrontare l’omosessualità, il gender! L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa che non ha istituito l’ora di educazione sessuale a scuola, pertanto, l’allarmismo dei genitori e insegnanti è prevedibile: chi non semina non raccoglie! Perché che cosa ci si aspettava?
Beh, si, Mariapia, lei ha perfettamente ragione, in Italia, purtroppo, l’educazione su questi temi è imbarazzantemente indietro. Credo che comunque, il vero problema, non sia tanto la mancanza d’informazione, che può essere risolta dandole queste informazioni, ma l’ostruzzionismo di una certa frangia, politica e religiosa, che diffonde vere e proprie menzogne, inventa uomini di paglia e diffonde allarmismo dove non c’è. La verità è che questi genitori spaventati nemmeno hanno l’interesse a informarsi, ma si bevono la “verità” propinatele da sedicenti moralisti, sena dover fare alcuno sforzo mentale. Insomma, per me convegni come questo sono sì ammirevoli, ma inutili (per quanto io stesso non abbia idea di quale sarebbe l’alternativa efficace) perché sì, voi usate l’informazione, i fatti e la logica a supporto delle vostre tesi, ma chi queste bufale le prende per vere e le diffonde, all’informazione, ai fatti e alla logica non è interessato.
Sono d’accordo con Mariapia Lenzi; se c’è una cosa che va finalmente introdotta nelle scuole è l’educazione sessuale.
A mio modesto avviso questa non dovrebbe trattare solo della differenziazione sessuale e dell’aspetto riproduttivo ma soprattutto del significato della sessualità.
P.S. alla redazione AP: le 17.30 sono un’orario eccellente per chi abita lì davanti e può essere disponibile a quell’ora, ma per gli altri? Indicare una _fascia_ oraria accessibile per i più poteva essere cosa gradita a molti.
D’accordo, in Italia l’impreparazione generale sul problema sesso è paurosa; ho potuto constatarlo direttamente quando ho proposto qualche ora, in un intero anno scolastico, di educazione sessuale, ovviamente con un linguaggio adeguato alla commprensione dell’età degli scolari. il veto più fermo e indiscutibile è venuto soprattutto dai genitori, dalle famiglie. Una arretratezza e una incapacità di capire il valore e la necessità di una simile educazione in un mondo che galoppando corre verso un fututo, che tutti insieme dobbiamo, giocoforza, imparare a costruire nella maniera migliore, possibilmente.
Spero che la filosofia o meglio l’ideologia “gender” possa smuovere quelle coscienze intorpidite e possa contribuire a comprendere la necessità di una scuola che educa anche ad una buona e sana sessualità
Io OGGI DECIDO che voglio 6 dita alla mano sinistra perché sono un chitarrista.
è un mio diritto suonare più note, perché me lo volete togliere?
(chi ha orecchi per intendere…)
È assurdo che nel 2015 la sessualità costituisca ancora un tabù, qualcosa di cui non si può parlare, l’innominabile..ma proprio per questo i bambini, futuri adolescenti, cercheranno le risposte, agli enigmi della sessualità, altrove….trovando così, nella maggior parte dei casi, spiegazioni errate!!!! Il web è affollato di “sessualità ” e questo perché non se ne parla nella realtà! Oggi più che mai, si necessita di una sana educazione alla sessualità, per accettare e non discriminare, quelle persone che hanno un orientamento sessuale diverso o che hanno un disturbo dell’identità di genere. Trattasi di persone che sono sempre esistite, sin dall’antica Grecia e che ancora facciamo fatica ad accettare! Forse perché in noi è storicamente radicata e trasmessa l’idea di una sola sessualità procreativa tra un uomo e una donna?????
Vado cotrocorrente. Però vorrei che il mio commento venisse letto in un’ottica costruttiva, non banalmente accusatoria. Sono giorni che mi sto informando sulla questione suddetta, e sono giunto alla conclusione che il problema in questione sia mal posto.
Al di là della plausibilità o meno di insegnare determinate cose a scuola (cosa che non contesto fino in fondo perchè dovrei intavolare una lunga riflessione), quello che trovo incredibile, è che si parli di questa educazione come qualcosa di assolutamente necessario per contrastare il fenomeno dell’omofobia, quando personalmente potrei elencare mille altri modi che potrebbero e a mio parere dovrebbero essere presi in considerazione prima di tirare in ballo una questione così complessa.
Perchè non partire con il decostruire quella cultura-pop che ci travolge a ‘mo di slogan, fatta di arcobaleni, frasi fatte e talvolta ai limiti del banale, accostamenti insensati tra pacifismo ultra-liberale e omosessualità, gay-pride che toccano sempre più il grottesco e che sono ben lungi dall’esporre una qualsivoglia idea sensata, aut-aut tra becero conservatorismo cattolico e liberalismo senz’arte nè parte, e potrei continuare a ruota. Perchè non si inizia a discutere DELL’omosessualità prima ancora DEGLI omosessuali? Come pensate che possa “diminuire” l’idea di omofobia in un contesto in cui personaggi alla Conchita Wurst diventano portavoce di determinati argomenti? L’omofobia la stiamo creando noi, con la banalizzazione mediatica da un lato, e con l’auto-ghettizazione degli omosessuali a ‘mo di categorie Kantiane dall’altro (questo non esclude certo l’ignoranza del popolino e i pregiudizi pre-confezionati, ci mancherebbe). Ogni azione estrema genera conseguenze estreme.
Il discorso imperante che aleggia sul web pare essere invece la solita dicotomia: o con noi o contro (indipendentemente dalle fazioni), con il risultato di trasformare il tutto in pura e semplice ideologia.
Sarei felice invece di leggere opinioni critiche, oneste, personali, invece di sentire una retorica battaglia tra “religione” (che poi, quale religione? un cattolicesimo socialmente putrescente?) e “scienza” (che parlare di scienza in psicologia esige profondo rigore e onestà nei confronti dei limiti e dei costrutti considerati, dato che non seguiamo l’epistemologia dei chimici organici).
Sarei felice di trovare un discorso che non c’è, un’apertura che manca completamente.
Siamo sicuri di non star difendendo qualcosa? Idee personali, per esempio.
Tutto ciò, ripeto, prima ancora di qualsiasi discorso su una ipotetica educazione sessuale.
I miei Saluti.