Ormai è ufficiale e stanno già uscendo i primi bandi: ciascuna scuola italiana avrà a disposizione un budget da spendere in servizi di psicologia scolastica con compenso per il professionista di 40 €/ora.
UNO PSICOLOGO IN OGNI SCUOLA
Ciascun istituto scolastico italiano potrà pubblicare un bando oppure affidare direttamente incarichi libero professionali entro dicembre, e potrà ricevere ulteriori finanziamenti se dimostrerà di avere svolto almeno il 50% del progetto.
I punti e requisiti fondamentali di questi servizi sono stabiliti da un protocollo siglato fra il consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi e il ministero dell’istruzione.
Nelle singole regioni, ciascun ordine regionale sta lavorando con le istituzioni del territorio per adattare il protocollo nazionale alle realtà locali.
Si tratta di un’occasione unica per la psicologia italiana e per la nostra comunità professionale: per la prima volta, gli psicologi entrano in tutti gli istituti scolastici in modo strutturale e retribuito.
ALTRAPSICOLOGIA LANCIA UN GRUPPO FACEBOOK DEDICATO
Per supportare e informare su questa importante svolta, Altrapsicologia lancia un gruppo Facebook dedicato: PSICOLOGIA SCOLASTICA
Il gruppo Facebook, a cui già è possibile iscriversi, è aperto agli PSICOLOGI, ma anche a studenti di psicologia interessati al settore.
Sarà un luogo con due funzioni:
(1) Condividere con tutta la comunità i bandi dei vari istituti scolastici di cui verremo a conoscenza.
(2) Condividere buone prassi, linee guida, progetti già realizzati, e tutto ciò che potrà essere utile per realizzare concretamente interventi di qualità e dimostrare che gli psicologi possono essere veramente utili al mondo della scuola.
Se ti occupi di psicologia scolastica o sei interessato al settore, iscriviti subito al gruppo:
https://www.facebook.com/groups/1474649406067366/
[EDIT DELL’AUTORE DEL 29.11.2020]: GLI ASPETTI CRITICI DEI BANDI
Sono passati esattamente 21 giorni dalla pubblicazione di questo articolo. E nel frattempo sono stati pubblicati svariati bandi che abbiamo attentamente visionato anche sulla base delle segnalazioni dei colleghi.
Le principiali criticità emerse, per numero e per importanza, sono sostanzialmente tre:
(1) I bandi al ribasso. Circa il 5% dei bandi analizzati è al ribasso. Nelle offerte al ribasso, i professionisti vengono ingaggiati loro malgrado in assurde aste a chi si offre di guadagnare meno, senza limite al peggio. Una piaga tutta italiana, che peraltro in questo caso non ha senso perché la tariffa (40 euro/ora) è indicata nella circolare del Ministero dell’Istruzione. Un metodo di selezione inefficiente, che svilisce il lavoro delle persone e di certo non porta alla scelta dell’offerta di migliore qualità. Un metodo che non si usa nemmeno per comprare il prosciutto al supermercato, che senso ha nella scelta di un professionista?
(2) La preferenza ai docenti. Circa il 30% dei bandi analizzati prevede la preferenza o l’esclusività di partecipazione per psicologi che siano anche docenti. Questo apre diversi fronti di criticità:
Deontologico, perché il collega psicologo che è anche docente in quello stesso istituto si troverebbe inevitabilmente esposto ad un doppio ruolo, ad indossare una casacca diversa a seconda del momento, in rischio di violazione dell’articolo 26 del Codice Deontologico.
Amministrativo, perché anche qualora si volesse premiare l’esperienza specifica come docente, essa dovrebbe intervenire attribuendovi un punteggio in sede di selezione, e non di certo una preferenza assoluta. Abbiamo visionato graduatorie assurde, in cui concorrenti classificati in 5° posizione per punteggio di titoli e offerta si sono aggiudicati il bando passando avanti a quattro persone, solo perché docenti. Ma anche bandi in cui, assurdamente, la partecipazione era interdetta a chiunque non fosse docente, il che pone anche una questione di equità e motivazione, perché il ruolo messo a bando è per psicologi, non per docenti.
(3) Abilitazione non necessaria. Ci siamo trovati infine di fronte ad una casistica limitata di bandi che non richiedevano abilitazione. Di solito, in combinato con la preferenza ai docenti. Si richiedeva la semplice laurea in psicologia, ovviamente non sufficiente per esercitare.
Il CNOP, in uno dei comunicati degli ultimi giorni, ha garantito che starebbe vigilando sui bandi. Non mi risulta: i colleghi invocano a gran voce un interlocutore istituzionale e non lo trovano. Per cui indirizzano a noi, alla nostra associazione, i loro disperanti messaggi. È ora che il CNOP, e in particolare il gruppo di lavoro sulla psicologia scolastica, si attivino effettivamente per dare risposte alle segnalazioni.
Ringrazio per le informazioni, sono molro interessata al settore scolastico educativo, e alla normativa in questo ambito, oltre che alla psicoterapia dell’adulto, di cui comunque mi occupo. Come psicologa e psicoterapeuta, e dottore di ricerca in scienze dell’educazione, non di rado lavoro con genitori, famiglie, insegnanti, DSA, bambini segnalati dalla scuola per i quali è richiesto un persorso psicologico.
Aggiungerei altre due importanti criticità presenti nei bandi. La prima è quella “…di impegnarsi fin da ora a non stabilire rapporti professionali di natura diversa rispetto a quelli oggetto del presente Protocollo con il personale scolastico e con gli studenti, e loro familiari, delle istituzioni scolastiche nelle quali prestano il supporto psicologico”. Un docente può avere un doppio ruolo e uno psicologo non può lavorare con lo zio di un alunno di quell’istituto? Nelle piccole città gli istituti scolastici sono comprensivi praticamente di tutti i tipi di insegnamento e per 1600 euro lordi si toglie la possibilità di lavorare con gran parte della stessa popolazione locale.
Infine privilegiare con maggiori punteggi coloro che “hanno maturato un anno di lavoro in ambito scolastico, documentato e RETRIBUITO”, non premiando tutti coloro che sono stati anni dentro le scuole a fare tirocini, stage e altre esperienze a titolo gratuito.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro.
Molto ma molto d’accordo!!!
Mi piacerebbe essere informata riguardo ai bandi che usciranno nelle scuole.
sono molto indignata del fatto la partecipazione è interdetta a chiunque non fosse docente, perchè come giustamente riportato nelle note sulle criticità riscontrate nei bandi, il ruolo messo a bando è per psicologi e aggiungerei psicoterapeuti con tanto di specializzazione, non per docenti. Detto questo, l’ordine si dovrebbe interessare a pubblicare sul proprio sito tutti i bandi pubblicati dai vari istituti, almeno a livello regionale, altrimenti diventerebbe per gli psicologi un vero lavoro consultare tutti gli albi pretori dei vari istituti.
La psicologia nella scuola è utile e necessaria e le ore attualmente concordate non sono adeguate al reale bisogno. E’ anche vero che spazi e progetti sono da creare per non dire inventare di sana pianta, dal momento che finora non abbiamo esperienze simili nella scuola italiana a cui fare riferimento. Destinare alle scuole un così esiguo numero di ore per l’intervento dello psicologo, per qualcuno può trattarsi della sua prima esperienza, rischia di creare delusioni nei docenti, nei ragazzi , nei genitori che si aspettano determinati interventi.
Di fatto nelle scuole gli psicologi ormai da tempo attuano interventi mirati con alunni, famiglie, docenti e quindi si tratta anche di capire quale ruolo andrà a svolgere una ulteriore presenza stabile a scuola. L’approccio ai problemi scolastici va dalla multidisciplinarietà, alla variabilità individuale di ciascun alunno e docente in prospettiva dinamica relazionale.
O forse si può pensare allo psicologo dentro la scuola nell’ottica di prevenzione primaria che fa da filtro per le problematiche più difficili da rilevare. Sono convinta che il doppio legame con alunni, famiglie non sia la relazione migliore: c’è uno psicologo che ha scelto di essere anche docente che non ha vissuto la difficoltà di custodire segreti e dover valutare?
SONO TRASCORSI APPENA DUE MESI DA QUESTO ARTICOLO E … CI SIAMO GIA’ ARENATI !? Il lavoro comincia ora! Facciamo il punto sulla partenza: rigorosamente on-line, davanti a un centinaio di variopinti pallini e curiose faccine, lo psicologo scolastico dopo le doverose presentazioni, in molte scuole è stato immediatamente avviluppato, stile anaconda, da una enorme massa di forze in caduta libera e stritolato per quasi due ore consecutive.
Vissuti di inadeguatezza, sconforto, senso di inutilità del proprio lavoro, depressione, demotivazione, essere al limite, sensazione di presa in giro … , queste sono le testimonianze più frequenti sviscerate, nel vero senso della parola, con rabbia da molti docenti che sostengono di non sapere quanto potranno ancora reggere. Le cause scatenanti i profondi malesseri e i disagi nella DAD sembrano derivare in gran parte dalla assenza o insufficiente dialogo tra i compagni di classe, con i docenti e tra i colleghi di lavoro, in questi mesi obbligati a svolgere le lezioni a domicilio o isolati. L’impossibilità completa e prolungata di incontrarsi fisicamente, di avere contatti umani e non virtuali, liberi dalla paura di contagi pericolosi per molti insegnanti e studenti della scuole superiori si è tramutata in una presa di posizione: ” NON GIOCO PIU’… ME NE VADO “. Diversi alunni, riferiscono gli insegnanti, si sarebbero allontanati dalla modalità a distanza per svariati motivi: inadeguatezza degli spazi famigliari e della tecnologia adottata, bioritmi sballati, difficoltà di concentrazione, nervosismo, perdita della motivazione scolastica. Una scelta non facile, abbandonare la scuola oggi, ma a pensarci bene “banale” perché trova il consenso sociale di tutti in una società di giovani da sempre pronti a qualsiasi gioco, anche pericoloso, ma non a questo. Purtroppo il COVID 19 non ha ancora perso il suo vigore e la scuola non deve arrendersi!