V’ho fregato: questo è l’articolo che racconta la giornata del 9 Novembre a Roma, dove l’ENPAP ha messo intorno al tavolo investitori, decisori politici, ministri e psicologi per parlare di come la psicologia fa risparmiare la collettività.
La lotta con i parrucchieri, si sa, continuerà fino al tramonto dei tempi.
INVESTIMENTI AD IMPATTO SOCIALE: A che punto siamo? Il connettore implicito delle diverse tavole rotonde era:
Sappiamo tutti che non esiste l’albero della cuccagna, che basta scuoterlo e cascano i soldi: piantiamola di lamentarci e ragioniamo sulle soluzioni prima che il welfare scompaia del tutto.
Personalmente un sollievo, dopo la sveglia alle 5 del mattino per arrivare puntuale a Roma, non avrei potuto tollerare una giornata di fuffose rivendicazioni senza costrutto.
Gli investimenti ad impatto sociale stanno interessando sempre di più i governi europei: dopo le esperienze inglesi, si è passati ai primi Social Impact Bond (SIB) finlandesi e allo stanziamento di un fondo in Portogallo.
Iniziano ad esserci esperienze anche negli Stati Uniti per quanto riguarda la recidiva carceraria.
Il problema principale non sembrano essere tanto i soldi, quanto la prospettiva temporale: quella dei politici va di elezione in elezione, quella delle politiche sociali non può essere così contratta.
A questo proposito è stato interessante l’intervento di Giulio Pasi, Scientific Officer European Commission, sulla necessità di lavorare sulla policy e persino sulla “narrativa” degli investimenti ad impatto sociale ai decisori politici.
Stringendo sullo scenario italiano, il grande problema è sempre rappresentato, oltre che dall’estrema instabilità dei governi, da un quadro normativo particolarmente intricato, che rende complessa la costruzione degli strumenti finanziari adatti per fare in modo che una pubblica amministrazione possa accantonare le risorse necessarie ad accogliere un SIB.
In questo momento la sperimentazione dei SIB in Italia è più agevole attraverso istituti privati come le fondazioni bancarie: in particolare sono in partenza un paio di sperimentazioni sulla recidiva carceraria in Piemonte.
SIB E CASSE DI PREVIDENZA. ENPAP con la sua Call for Ideas non solo ha dato modo a molti psicologi impegnati con le proprie associazioni e cooperative di ragionare sul senso e sul valore del proprio lavoro sui territori, ma ha anche dato modo di valorizzare le esperienze già in essere. Esperienze che senza un connettore forte, come può essere il nostro ente di previdenza, sarebbero rimaste isolate e circoscritte.
E’ stato entusiasmante ascoltare le dott.sse Cavallini, De Bernardis e Lastretti e il Preside della Facoltà di Padova, Dott. Castelli, vedere, nero su bianco, moltiplicazione dopo moltiplicazione, come interventi psicologici, dai costi irrisori, producano, già oggi, cambiamenti nella vita delle persone e un risparmio nella misura di milioni di euro per i territori.
Figuriamoci a immaginare le proiezioni sul piano nazionale…
Dal punto di vista degli Enti di Previdenza, l’interesse va oltre quello degli Psicologi: in Adepp, ossia l’associazione che riunisce tutte le casse di previdenza privata in Italia, esiste una commissione apposita sui SIB, ed Alberto Oliveti, Presidente di EMPAM (la Cassa dei medici) e di Adepp, con estremo pragmatismo ha auspicato percorsi di sperimentazione e progettazione nell’ambito delle cure primarie, per riportare la cura della salute sui territori e fuori dagli ospedali, che i LEA, per come sono pensati, esisteranno solo sulla carta (osservazione sua, non mia, preciso).
Dal punto di vista di un ente di previdenza, che ha come mission fondativa, quella di dare ai propri iscritti pensioni dignitose, sarebbe già sufficiente che attraverso i SIB si ampliassero le possibilità di lavoro e reddito per i propri iscritti, in modo da aumentare i montanti (e di conseguenza le pensioni).
GLI PSICOLOGI SONO PRONTI? Alcuni sì, evidentemente. A partire dai più di 105 colleghi referenti (e relative equipe di lavoro) che sono stati selezionati nel volume “Investire in Psicologia”. Sono colleghi che vivono la concretezza del valore che possono portare col proprio lavoro sui territori e a persone che non solo hanno difficoltà ad accedere ai servizi, ma hanno bisogni che mutano in maniera più rapida di quanto non possa muoversi anche la più efficiente delle amministrazioni.
E’ pronto l’ENPAP: è stato significativo vedere ieri il CDA al completo, e ritrovare anche la Dottoressa Laura Recrosio, in CDA nella passata consigliatura. Perché sui progetti che valorizzano il lavoro dei colleghi, che accreditano gli psicologi e la psicologia come motore di cambiamento positivo e utile per la comunità, nel suo benessere e nella comunità non si può stare a fare questioni di bottega.
E’ pronta AltraPsicologia: da anni l’associazione è impegnata a sensibilizzare la comunità professionale e le istituzioni sugli investimenti ad impatto sociale, anche attraverso gli Ordini che si trova a governare (Lazio, Marche e Piemonte).
Altri, invece, all’interno della comunità professionale non sono pronti.
I grandi assenti: i consiglieri ENPAP non afferenti ad AP.
Poi: CNOP e Ordini regionali. Eppure io ricordo che in campagna elettorale si facevano accorati appelli all’unità, sull’importanza di far collaborare l’ente di previdenza e gli Ordini professionali, che tutti insieme si è più forti. Eppure gli inviti, non solo all’evento, ma a sostenere i progetti dei colleghi selezionati nella Call sono partiti con ampio anticipo, prima dell’estate.
Zero risposte.
Non un invito declinato, legittimamente, e magari pure motivato, come sarebbe almeno cortesia istituzionale fare.
Semplicemente ignorato.
Scrivo queste mie ultime parole da “semplice psicologa”, una di quelle che, insieme a una cara amica, ha scritto uno dei progetti selezionati nella Call. Un progetto, il mio come quello di almeno altri due gruppi di lavoro campani, che forse avrebbe meritato di essere perlomeno diffuso sul territorio, sostenuto, presentato a quelle committenze pubbliche che proprio in questi giorni sono sommersi dagli eventi della Settimana del Benessere.
Invece i colleghi campani, come quelli di tutto il resto della penisola, dovranno cavarsela senza il sostegno del proprio organo di rappresentanza di riferimento.
Sono sicura sapranno consolarsi con le agende.
A fare eccezione, il Presidente dell’Ordine del Piemonte e il Presidente del Lazio: in OPP stanno studiando forme di sostegno per l’avvio di un SIB; dell’Ordine Lazio, insieme all’ASL Roma1 è uno dei progetti selezionati e presentati durante la giornata dalla dott.ssa Lastretti.
COSA RESTA DI QUESTA GIORNATA? Rubo la metafora a Nicola Piccinini: è stato come aprire la scatola di un puzzle e lasciar scivolare fuori i pezzi. Si intuisce l’immagine che potrebbe emergere, si tratta di trovare il modo di metterli tutti insieme.
Ci riusciremo?
Come dice Nicola: è un obiettivo sfidante.
Ad maiora!