Nel mese di ottobre 2015, l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha istituito un gruppo di lavoro con l’obiettivo di identificare i primi passi necessari per promuovere la psicologia del lavoro nella nostra regione.
Sebbene la nostra professione risulti essere apprezzata in molti paesi industrializzati – con dichiarato aumento della richiesta, come emerge ad esempio negli Stati Uniti -, c’è da constatare che, per tradizione, cultura e modus operandi, le aziende Italiane non risultano sempre pronte nell’orientarsi verso lo psicologo del lavoro come professionista da assumere, o consulente da ingaggiare per affrontare un problema/bisogno relativo all’organizzazione e/o a questioni riguardanti i propri collaboratori.
Le ragioni sono più d’una, e riguardano a nostro parere almeno due aspetti:
- La questione della “formazione” dello psicologo del lavoro che necessita di essere integrata con altre conoscenze (economiche, organizzative e di diritto del lavoro), che possano facilitare l’entrare in relazione con gli altri attori organizzativi, permettendo di connotare al meglio il proprio intervento professionale.
- La questione della “cultura delle Risorse Umane”, intesa qui come il valore che, nelle aziende, viene attribuito alle persone che vi lavorano, declinato operativamente in strategie di sviluppo delle stesse, al di là di mode passeggere.
Se questi due primi punti non contribuiscono nel facilitare una domanda di consulenza-intervento nei confronti dello psicologo del lavoro, è pur vero che una parte sensibile del problema si gioca anche nella ridotta consapevolezza generale di chi è, e cosa può fare uno psicologo che lavora nei contesti organizzativi.
E a tale proposito un terzo aspetto da considerare riguarda:
- La questione della “promozione” della nostra professione verso tutti coloro che a diverso titolo hanno a che fare con il tema del lavoro: istituzioni, aziende, lavoratori, sindacati, mondo imprenditoriale e associazioni di categoria.
Quest’ultimo aspetto chiama in causa un attore importante che può contribuire in modo mirato alla promozione della psicologia del lavoro:
il nostro Ordine professionale.
Spetta, infatti, agli Ordini regionali rappresentare gli interessi dei propri iscritti, sia in termini di tutela, che di promozione e sviluppo sul territorio.
Essendo il tema della promozione un valore cardine di Altrapsicologia, all’interno dell’Ordine Lombardo si sono unite le forze istituendo un gruppo di lavoro con l’obiettivo di individuare azioni utili alla promozione della psicologia del lavoro nella nostra regione, individuando i seguenti steps:
- definire l’identità dello psicologo che lavora per le organizzazioni
- costruire delle azioni di promozione dello psicologo del lavoro sia nel mondo delle imprese, che nei confronti dei dipendenti
- offrire un supporto istituzionale ai colleghi che operano in questo ambito di intervento
Nonostante i dubbi riscontrati alla partenza del gruppo di lavoro, finalmente si parte davvero. L’impegno infatti è proseguito dando il via alle prime azioni operative.
A fronte di quanto discusso, si è deciso di iniziare con una prima fase esplorativa.
Questi i primissimi passi:
- Ricognizione degli psicologi lombardi che offrono le loro prestazioni nei contesti organizzativi
Si è optato per intervistare i colleghi per mezzo di un questionario online. All’invito hanno partecipato 166 colleghi che hanno risposto ad alcune domande, tra cui:
- percentuale del tempo dedicato alle attività di psicologo del lavoro vs altro
- specifiche attività professionali maggiormente erogate
- anni di avviamento alla professione
- specializzazione in psicoterapia, si – no
Da questa prima indagine, è emerso un sintetico profilo professionale dello “psicologo del lavoro lombardo”. I dati saranno condivisi nel successivo step di monitoraggio previsto, ovvero:
- Realizzazione di focus group per approfondire il tema dell’identità della professione di psicologo del lavoro
Dei 166 rispondenti, 130 colleghi si sono resi disponibili ad essere coinvolti nelle iniziative di approfondimento e ricognizione della nostra identità professionale: auto ed etero percepita.
- Definizione di una ricerca qualitativa più estesa, avente come obiettivo la conoscenza/percezione di chi è, e cosa fa uno psicologo del lavoro
Mentre i primi due punti sono stati oggetto di delibera dell’ultimo consiglio, votato all’unanimità, quest’ultimo punto è attualmente in fase di definizione. L’impegno non ancora oggetto di delibera, riguarda l’ipotesi di commissionare ad una società qualificata una ricerca volta a sondare la conoscenza specifica di chi è e di cosa si occupa uno psicologo del lavoro attraverso un ampio campione di popolazione. Ovvero l’indagine non sarà solo volta ad interrogare gli addetti ai lavori: “Direttori del Personale”, “HR Manager”, ecc., ma coinvolgerà più interlocutori del mondo del lavoro. Tra questi: i sindacati, altri professionisti, nonché i lavoratori stessi.
La suddetta ricerca qualitativa non è comunque da sottovalutare nelle sue implicazioni potenziali.
Sebbene, molti sappiano chi sia e di cosa si occupa un pediatra, un cardiologo, un avvocato, non accade lo stesso di fronte alla domanda: “Sai di cosa si occupa uno psicologo del lavoro?”, anche se rivolta a professionisti navigati.
Nonostante una delle nostre specializzazioni sia proprio il marketing, sembra che per ciò che riguarda la nostra promozione, ce ne siamo un po’ dimenticati.
Tenendo conto, come ho anticipato, che l’incremento della domanda “potenziale” di psicologia nelle organizzazioni non passa solo attraverso l’ultimo dei punti qui menzionati, crediamo che gli Ordini regionali possano e debbano portare avanti iniziative di promozione professionale volte a stimolare sia la “qualità della domanda” che il relativo beneficio sociale che può determinarsi grazie ai nostri interventi.
Ebbene. In Lombardia ci stiamo provando!
Massimiliano Massaro
Cristina Contini