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Il 23 maggio a Torino, Altrapsicologia ha inaugurato l’inizio di una nuova avventura. Abbiamo deciso di parlare al futuro della psicologia piemontese, incontrando chi ha iniziato da poco la professione o sta anche solo avvicinandosi al primo dei traguardi, la laurea.

Mentre i motori si scaldano e gli eventi futuri sono in via di realizzazione, “Ti aspetto fuori” si è presentato come un assaggio, un primo momento di riflessione comune e di incontro tra l’Associazione e chi teme che il mondo del lavoro, con la sua voracità, possa cancellare in fretta aspettative ed energie. Non sempre, infatti, il percorso universitario risulta un buon preparatore rispetto alla complessa realtà lavorativa dello psicologo e non è insolito che le carriere di tanti colleghi si fermino, spaventate dal senso di inadeguatezza, già ai primi dubbi, più per mancanza di prospettive e strategie che di competenza psicologica.

tiaspettofuorisalaLo scarso senso di appartenenza alla comunità professionale nutre ulteriormente il senso di “non ce la posso fare!” e questo aumenta il malecontento e l’idea del fallimento inevitabile. Per questo nelle officine dell’altrapsicologia, risorse ed energie sono investite anche per pensare al futuro, progettando possibilità.

“Ti aspetto fuori” è solo l’inizio.

E quale miglior inizio che quello di raccontare questa nuova avventura con un incontro a due voci? Quella della relatrice, Marzia Cikada ( LA PSICOLOGA) e Noemi Bertinotti ( LA STUDENTESSA). Due voci che dialogano per comprendere di cosa ci sia realmente bisogno prima di poter orchestrare soluzioni e motivare la professione a riempire di senso il nostro mestiere.

Ringraziamo Noemi che risulta ospite speciale e gradita di questo articolo e che ci ha dato modo di confermare la necessità e il desiderio di costruire una Altrapsicologia capace di creare una speranza attiva.

LA PSICOLOGAPosso chiederti Noemi, con che stato d’animo hai affrontato la tua partecipazione a “Ti Aspetto fuori”?

LA STUDENTESSA Marzia, già il titolo lasciava presagire emozioni contrastanti. Chi mai potrebbe minacciare così una studentessa di psicologia, se non la futura professione? La chimera di noi futuri psicologi, che una volta terminata l’università, ci ritroveremo a navigare tra i mari impervi di un mondo saturo di tutto e di tutti. Quando dico di studiare psicologia seguono reazioni differenti, ma le più comuni sono smorfie di pena e commenti di compassione. Anche a lezione molte colleghe sembrano rassegnate all’idea che un lavoro da psicologo non sia sperabile, forse dovrei iniziare a crederci anche io? Il mio senso sadico è stata subito soddisfatta dalle statistiche presentate: 100 000 mila psicologi in Italia, in aumento, dell’8% annuo. Insomma, non sono bazzeccole. La mia indole fiera e cocciuta però, non vuole arrendersi prima ancora di aver cominciato a lottare. E per lottare, si sa, è sempre meglio far parte di una squadra. L’evento da voi proposto calzava perfettamente le mie esigenze e ha rinforzato la mia consapevolezza di non essere sola. In quel mondo di altri, posso trovare spunti e riflessioni, idee da mettere in pratica, e soprattutto, tanta motivazione. Se inizialmente mi domandavo perché dovessi iniziare a preoccuparmi per la futura professione, un qualcosa che non so né se, né quando arriverà, la risposta è arrivata da sé. Perché mi importa, perché il giorno in cui uscirò dalla bolla dell’università ed entrerò nel mondo reale, dovrò essere preparata. Non perfettamente, ma quel tanto da evitarmi uno shock esistenziale, per intenderci.

LA PSICOLOGADurante l’evento ho presentato alcune delle scuse che spesso si mettono tra noi e la realizzazione professionale. La mia idea? Dare la possibilità ai giovani colleghi di riconoscere le loro paure e addomesticarle a loro vantaggio. Quello che volevo era che la realtà si facesse sentire, per quello che è, senza far finta che sia semplice ma negando che sia impossibile. Tu cosa ti sei portata via dal nostro incontro?

LA STUDENTESSA – Tanti dubbi ed una certezza, una soltanto, che una soluzione, sebbene nascosta, ci sia. Forse non si tratta di una soluzione valida per tutti, magari non è preconfezionata, ma sicuramente c’è da qualche parte, in ognuno di noi. Dobbiamo idearla e crearla a nostra misura, facendo riferimento alle nostre attitudini e qualità, competenze e punti di forza. In questo stadio di progettazione del futuro, noi studenti abbiamo bisogno di una guida, un mentore, non per indicarci la strada da percorrere, ma che ci aiuti a dirigere le energie in modo efficace. E chi può farlo meglio di qualcuno che, da quell’incrocio trafficato della strada professionale, ci è appena passato? Uno spiraglio di luce si è aperto quando ho capito che ero circondata da colleghi più o meno esperti, pronti a condividere con me le loro esperienze. Ecco allora che questo senso di appartenenza mi rassicura e mi dà la forza di andare avanti ad esplorare il mondo. L’idea di poter essere regista e attore della mia vita, mi entusiasma molto di più. Dà vigore alla mia immaginazione e lascia spazio alla mia iniziativa. Non voglio lasciare che tutto questo entusiasmo si limiti a moltiplicare i sogni nel cassetto. Voglio invece che sia la forza motrice che mi guiderà in strade concrete. Con ciò non intendo dire che sarà facile. Anzi, sarà lungo e faticoso, a tratti snervante e logorante. Ma d’altronde, non sono forse le cose più difficili ad essere anche quelle più divertenti?

LA PSICOLOGA- Cosa vorresti chiedere ad Altrapsicologia?

LA STUDENTESSA – Usando il giardino come metafora del nostro percorso formativo e lavorativo, vorrei chiedere degli spunti relativi al mio stadio, ancora iniziale, quello di semina. Ovvero, come posso predisporre il mio terreno, affinché la futura professione di psicologo possa mettere le radici in un suolo fertile, pronto a dare i primi frutti?

LA PSICOLOGA – Hai scelto una metafora cara adquestionario Altrapsicologia, sai? Regalavamo semi davanti all’Ordine quando il nostro desiderio era seminare cambiamento. Adesso che da quei semi sono nati non pochi fiori, noi continuiamo a lavorare perché continui. Il mio invito, e quello dell’Associazione, è di seguirci con attenzione, di partecipare, di chiedere. Nei prossimi mesi, cara Noemi, stiamo lavorando perché sia possibile offrire ottimi concimi. E’ già partito il questionario che sta raccogliendo indicazioni preziose per non disperdere occasioni formative, sarà un settembre tutto da coltivare, non perdiamoci di vista!