Entro nella sede dell’Ordine per assistere al mio primo Consiglio e resto di sasso.
Mi rendo conto che, secondo i Consiglieri, uno spetto si aggira in Toscana: lo spettro di AltraPsicologia.
Pensateci:
cosa può essere più importante del principio deontologico di colleganza?
Beh, qualcuno crede che la minaccia più grande a tale principio sia…
un report indipendente di quanto succede nel Consiglio dell’Ordine!!!
Una volta lo spettro era il comunismo, ora in Toscana è diventata AltraPsicologia.
Questa in sintesi la situazione:
durante il Consiglio dell’Ordine di Ottobre, alcuni Consiglieri si sono rivolti direttamente ai colleghi uditori lì presenti (che, lo ricordiamo, non hanno diritto di parola). Questi sono stati ripetutamente ammoniti dal raccontare al di fuori del Consiglio ciò a cui hanno assistito, finché non sia approvato e pubblicato il verbale.
Si tuona in coro da parte dei Consiglieri:
se verranno riportate affermazioni non rispondenti a quello che è scritto nel verbale ufficiale, si intende segnalare in Commissione Disciplinare il collega che osa farlo, perché sarebbe un traditore del principio di colleganza.
Inoltre dobbiamo anche cambiare il tono con cui decidiamo di diffondere informazioni, in quanto giudicato, a loro dire da alcuni colleghi, beffardo e irridente, quindi anch’esso in contraddizione con lo spirito di colleganza.
OPT, uno e trino: presunta vittima , accusatore e giudice.
La cosa più divertente è che questi Consiglieri, che vogliono imporre ai giovani colleghi di adeguarsi addirittura allo “stile letterario” desiderato, sui loro profili Facebook commentano con pacato garbo, definendo quegli stessi colleghi “poco colleganti”, saputelli che provano odio per la psicologia e che ambiscono ad ottenere il potere.
Appunto signori…la Colleganza, che ormai sembra essere un po’ come la Nutella:
tutti pensano che sia buona, ma nessuno sa cosa ci mettono dentro.
ATTENZIONE PERO’:
Non è che non possiamo scrivere nulla, eh! Non è che non siano felicissimi di averci ai consigli eh!
Possiamo, però, solo scrivere quello che il Consiglio stesso decide di approvare del verbale, e dobbiamo farlo in modalità asettica (se possibile anche noiosa e pedante, in modo tale che a nessuno venga voglia di leggerci).
Ma come?
Nella vita democratica di tutte le istituzioni di tutto il mondo è consentito udire e riportare all’esterno riflessioni, opinioni, impressioni. Di riportarle con intento descrittivo, ma anche veicolando chiaramente le proprie idee in merito: si chiama diritto di cronaca, diritto di critica, diritto di satira.
Non vale lo stesso per il Consiglio dell’Ordine della Toscana?
A tutela della democrazia è la critica politica indipendente, che per definizione non può e non deve essere asettica.
Consideriamo la stesura di un report politico di cronaca, critica e riflessione uno dei più nobili atti di colleganza, poiché, nonostante ci si esponga personalmente e pubblicamente a serrate critiche e, a quanto pare, anche a ripercussioni disciplinari,senza nessun guadagno o indennità, sottraendo tempo alla propria vita professionale e privata, si cerca di divulgare informazioni per informare i colleghi ed invogliarli ad essere partecipativi dei processi istituzionali.
Potrebbe, a dirla tutta, costituire anche per l’istituzione stessa un punto di contatto con la base, per evitare di scivolare nell’isolamento e nell’autoreferenziale.
Trovo sgradevole il fatto di sentirmi condizionata da una paventata azione disciplinare nei miei confronti, se quello che scrivo non dovesse piacere a chi mi governa: nei contenuti ed addirittura nello stile espositivo.
E per questo, noi di AltraPsicologia continueremo a fare resoconti puntuali e attenta critica politica.
Sono sopravvissuta al comunismo fisicamente e soprattutto mentalmente. La libertà di pensiero e di espressione è una conquista a qui nessuno deve rimuovere. Le persone che gestiscono l’ordine della Toscana, se sono nel giusto, accettino il confronto, il dialogo, la critica sono le basi del miglioramento.Altrimenti vadano a casa perché noi abbiamo bisogno di migliorare la nostra professione e la gestione della nostra professione. L’onestà e trasparenza e ciò che PRETENDIAMO. Altra Psicologia andate avanti con coraggio.
Gli antichi greci sostenevano che la civiltà è la culla della democrazia. Ma dove non c’è libertà di parola, dove il singolo non può esercitare il proprio diritto di espressione, lì non può esserci democrazia. Io ho il diritto di sapere cosa fa chi è al governo, ho il diritto di esprimere la mia opinione, il mio dissenso, la mia approvazione. Ma ho anche il dovere di pretendere che questo diritto sia rispettato.
(invio involontario..proseguimento del messaggio 🙂 )
.. e ho il dovere di arrabbiarmi se questo diritto mi è negato. E di parlare un pò più forte se provano ad impedire che qualcuno mi possa ascoltare. E se serve ho il dovere anche di urlare che mi stanno impedendo di parlare. Il tuo articolo mi piace un sacco Paola, perchè se non ti permetto di parlare, se ti fanno capire che è meglio non farlo, allora è proprio quello il momento di alzare la voce.
Un caro saluto con grande stima,
continua così!!
Sara