Questo è un primo aggiornamento su fattura elettronica e regimi fiscali 2019, a distanza di 5 giorni dall’entrata in vigore della Legge 145/2018 – Legge di Bilancio.
È una semplice introduzione, con i primi ragguagli operativi per orientarsi. Ma non si può essere esaustivi in questa fase. Il quadro completo si avrà solo dopo che ministeri, authority e consulenti avranno definito meglio i vari punti oscuri.
Prima di entrare negli aspetti tecnici, mi si permetterà una piccata osservazione: questo modo di trattare il lavoro dei professionisti è demenziale.
Un professionista che svolgesse sia attività sanitaria che non sanitaria, sia a privati che a Pubbliche Amministrazioni, potrebbe ritrovarsi a gestire tre diversi metodi di fatturazione, con relativi diversi sistemi di conservazione e forse di numerazione.
Pare che il Legislatore non abbia idea di cosa significhi esercitare una professione oggi in Italia. E il termine ‘semplificazione’ usato per titolare commi che invece introducono complicanze lo conferma.
Premesso questo, vediamo quali sono i primi passi concreti per orientarsi.
COSA FARE PRIMA DI TUTTO? SCEGLIERE IL REGIME FISCALE
La prima scelta da adottare, che poi definisce anche il metodo di fatturazione, riguarda il regime fiscale.
Con l’articolo 1 comma 9 della Legge 145/2018 (Legge di Bilancio) è variata la soglia per avvalersi del regime forfetario: dal 2019 si può accedervi se nell’anno precedente (il 2018) non si sono percepiti compensi superiori a 65.000 euro.
Il regime forfetario può essere vantaggioso. Tuttavia sono previste una serie di esclusioni. Inoltre, influisce in senso peggiorativo sulla possibilità di fruire di deduzioni e detrazioni. Per cui il passaggio va attentamente valutato insieme al proprio consulente commercialista e caso per caso.
In specie se:
> ci si avvale di detrazioni per ristrutturazioni e interventi di efficienza energetica degli edifici;
> si possiedono quote di società o associazioni, condizione che in alcuni casi rende inaccessibile il regime forfetario;
> si hanno altri redditi oltre a quello di psicologo libero professionista.
Il regime forfetario è esente dalla fatturazione elettronica: si continuerà a fatturare in modo tradizionale.
FATTURAZIONE ELETTRONICA A PRIVATI
Scegliendo il regime fiscale ordinario semplificato, la fatturazione elettronica diventa necessaria. Non è quindi una scelta, ma la conseguenza dell’inclusione nel regime ordinario semplificato.
Può comunque rappresentare una scelta anche per chi è in regime forfetario. Al momento forse masochistica, date le incertezze di cui ho parlato sopra.
Esiste però un caso di divieto di emissione della fattura elettronica. Al comma 53 dell’articolo 1 è stabilito che:
“(…) Per il periodo d’imposta 2019, i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria (…) NON POSSONO emettere fatture elettroniche (…) con riferimento alle future i cui dati sono da inviare al Sistema tessera sanitaria.”
Tale formulazione non chiarisce il caso in cui il cliente si oppone all’invio della fattura al Sistema tessera sanitaria. A rigore, tali fatture non sarebbero da inviare al Sistema tessera sanitaria, e quindi dovrebbe essere emessa Fattura Elettronica.
Ma interpretando la norma nel senso di definirne come perimetro tutte le fatture che a monte sarebbero da inviare al Sistema tessera sanitaria – interpretazione più aderente al motivo per cui è stata prevista questa eccezione, e cioè il problema della riservatezza dei dati sanitari che secondo il Garante Privacy il sistema della Fattura Elettronica non tutela adeguatamente – anche le fatture oggetto di opposizione non potrebbero essere emesse come Fatture Elettroniche, ma dovrebbero essere emesse in formato tradizionale.
Peraltro, la formulazione “con riferimento alle fatture i cui dati sono da inviare al STS” è una modificazione del DL 119 (Decreto Legge Fiscale), che più precisamente recitava “con riferimento alle fatture i cui dati sono inviati al STS”, e stabiliva così una chiara indicazione. Che nella versione finale, in vigore, lo è meno.
In attesa di chiarimenti su questo e altri punti, occorre tener presente che nei primi mesi del 2019 non sono previste sanzioni per chi omette di utilizzare la Fattura Elettronica per fatturare. Quindi è possibile – almeno in linea teorica – emettere fatture in formato tradizionale senza rischio di sanzioni, evitando così il rischio di violazione della riservatezza dei dati sanitari evidenziato dal Garante Privacy. Anche questa valutazione deve essere compiuta con il proprio consulente commercialista.
FATTURA ELETTRONICA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Nulla sembra cambiato, rispetto alla fatturazione elettronica alle Pubbliche Amministrazioni, che non prevede esoneri di alcun tipo in base al regime fiscale o alla natura sanitaria delle prestazioni.
FATTURE PASSIVE
Si tratta delle fatture che vengono ricevute da fornitori di beni e servizi. Ad esempio, il ristorante in cui si pranza o la libreria da cui si acquistano testi professionali o il commercialista.
Per questo tipo di fatture si è soggetti riceventi. E prevedibilmente si riceveranno sia fatture tradizionali che Fatture Elettroniche, in qualità di privati cittadini o di esercenti attività professionale.
Non è ancora del tutto chiaro se la ricezione e conservazione di tali fatture richiederà particolari modalità per gli esercenti attività professionale, oltre a quelli previsti per qualunque cittadino. L’Agenzia delle Entrate offre uno spazio apposito per la ricezione delle Fatture Elettroniche a tutti i cittadini. Ma non è detto che sia la soluzione migliore per i professionisti.
Anche in questo caso, lo sfortunato professionista in regime ordinario semplificato (ma forse anche forfetario) potrebbe doversi dotare di un sistema per ricevere e conservare le Fatture Elettroniche, e di un diverso sistema per le fatture tradizionali.
Chi, come il sottoscritto, ha già sperimentato la ricezione di fatture su PEC, ha anche già capito che non è semplice come dovrebbe essere. La PEC che si riceve non contiene la fattura, ma una codifica che serve per accedere al proprio spazio messo a disposizione dall’Agenzia Entrate, dove si trova la fattura.
Praticamente una caccia al tesoro: si deve accedere ogni volta a due diversi siti web per scaricare un documento. Verosimilmente sarà più comodo acquistare un gestionale apposito, che prelevi le Fatture Elettroniche e le metta a disposizione per la gestione contabile.
CONCLUSIONI
Al termine di questo primo articolo di informazione, non mi resta che augurare a tutti un buon 2019. L’anno non è partito nel migliore dei modi, ma confidiamo che la situazione si normalizzi e chiarisca al più presto.
Ad oggi, come ha chiarito l’agenzia dell’entrate in una FAQ, per chi adotta minimi o forfettario non vi è neanche l’obbligo di ricevere le fatture elettroniche via PEC o SDI. Anzi, pare consigliabile non farlo e continuare a non dare PEC ma richiedere il cartaceo, altrimenti scatta l’obbligo di conservazione elettronica delle fatture elettroniche ricevute. Quindi occorrerebbero una serie di pratiche per cui è meglio avere un software per la fatturazione elettronica.
eccellente disamina della (disastrosa) situazione attuale. Speriamo si chiarisca in fretta. La burocrazia di Stato sta penetrando tutti i gangli dell’attività psicologia. A che pro? A vantaggio di chi? Dubito dei cittadini-pazienti. Mi viene da pensare con nostalgia agli anni 70-80 dove le sperimentazioni e gli entusiasmi, le energie positive di molte persone e professionisti contribuivano alla nascita e sviluppo della psicologia umanistica, del potenziale umano, della crescita e del benessere. Sembra tutto non solo finito, ma pure sepolto dopo essere stato irriso. Oggigiorno uno psicologo, medico dell’anima, è equiparato ad un funzionario del catasto quanto ad incombenze burocratiche. Siamo al dramma sociale. Ma avanti comunque, un giorno qualcuno forse si solleverà contro questo scempio antropologico.
Dal punto di vista squisitamente tecnico, come psicologo sto valutando da diverso tempo di cambiare categoria, liberandomi d’un solo colpo da innumerevoli fastidi, certo accettando anche qualche svantaggio. La tentazione crescente è quella di aprire una nuova attività con codice ATECO dei “counselor”, passare in gestione separata (più cara, ma aperta a contributi per attività molto più ampie) e con il regime forfettario a 65.0000 € provare a gestire così l’attività di consulenza psicologica che faccio da ormai 16 anni. Basta tessera sanitaria, basta ingrassare Ordine che nulla fanno per me e per la professione, basta modello medico di riferimento che nulla ha a che fare col mio orizzonte professionale. Penso che questo 2019 siano l’anno giusto, ormai il modo in cui trattano gli psicologi ha superato ogni limite. Buon anno a tutti colleghi.
sarei d’accordo con chi ha nostalgia degli anni 70/80, per il fermento positivo che c’era. Anche se nell’80 stava già calando. Ma tocca a noi mantenere vivo e spargere un po’ di quell’entusiasmo tra le persone. Altrimenti è depressione.
Quando il potere degenera palesemente, come adesso, bisogna diventare noi più attivi. Anche dovendo subire la prepotente burocrazia italiana
Io sono in regime ordinario e sto valutando se passare a forfettario o meno. Non so se può essere utile la mia esperienza. Ho iniziato a fare fattura elettronica alla scuola per cui lavoravo , a partire dal 2014 (per le PubblicheAmministrazioni l’obbligo è dal 1 Luglio 2014) ela doppia modalità di fatturazione in effetti non è risultata così complicata. Ho continuato a fare le fatture cartacee, inserendo anche quelle della scuola, con una numerazione che consentisse di identificare subito la natura elettronica della fattura e ho utilizzato il sito dell’Agenzia delle Entrate per creare, inviare e conservare le FE.
Un funzionario dell’agenzia delle entrate mi ha detto che le ricevute sanitarie rimarranno tali, è solo le fatture diventeranno con i discrimen che sappiamo e quelli che non sappiamo ancora elettroniche.
Era un funzionario ignorante e le nostre ricevute sanitarie emesse a pazienti privati sono assimiliabili a fatture?
Poi io accedendo al sito dell’agenzia o all’app FatturAE con le mie credenziali entratel o Spid posso fare con una certa facilità tutte le fatture elettroniche eh voglio, così come sul sito sistema sanitaria è proprio facile inserire le nostre ricevute.
Perché nessuno lo dice e tanti si sentono costretti a farsi aiutare da società nate per questo? Credo che se facessimo lo sforzo di farci un’identita Spid, magari se ci serve di avere un kit per la firma digitale (se non erro obbligatorio solo per le fatture PA) le cose difficili all’inizio diventerebbero facilmente gestibili.
Direi una situazione comica. Ogni giorno se ne scopre una nuova. Altro che demenziale! !!
Hanno dato tempo 6 mesi per riuscire a capire qualcosa e poi partiranno le sanzioni.
Forse chi di dovere dovrebbe aver bene chiaro in mente cosa fare e non continuare a daee informazioni sempre superficiali e imprecise. Personalmente la motivazione ad andare avanti mi viene data dai risultati delle persone che si rivolgono a me.
Qualcuno può invece aiutarmi a capire cosa succede nel caso di fatturazione ad una società privata di formazione? Lavoro non solo con pazienti ma insegno anche in una scuola di specializzazione per psicoterapeuti. Come devo gestire in questo caso la fatturazione, ipotizzando un regime forfettario? Grazie