CONCORSI E SELEZIONI ALL’ITALIANA
Il trucco c’è ma non si vede: ai candidati l’onere di starci attenti
Ci scrivono da Milano due colleghi, che hanno partecipato alla selezione per incarichi in regime di libera professione per psicologi, dell’U.O.N.P.I.A. della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, svoltasi alcune settimane presso il Politecnico di Milano.
I colleghi hanno segnalato che la prova orale si è svolta secondo modalità inadeguate: entrambi ci riferiscono che l’alto numero di candidati si è tradotto nella riduzione della durata dei colloqui a pochissimi minuti, rendendo a loro parere impossibile qualunque seria possibilità di conoscenza dei professisonisti e relativa comparazione.
Rispondo qui dicendo che dagli elementi forniti non sembra risultare alcuna irregolarità a livello formale. Tuttavia, potrebbe essere percorribile un ricorso volto ad evidenziare il carattere sbrigativo delle prove orali, ma la difficoltà di oggettivare questa osservazione rende improbabile una risoluzione positiva.
Preme però specificare che le selezioni per incarichi in regime libero-professionale rispondono a logiche di flessibilità dell’amministrazione pubblica che in sostanza permettono alle commissioni di decidere in maniera autonoma come svolgere le prove. In pratica, una stortura legislativa in base alla quale è possibile by-passare le complesse procedure concorsuali e permettere l’accesso al servizio, in tempi brevi, al candidato preferito (che non è necessariamente quello scelto DOPO la selezione…), mantenendolo inoltre in servizio a tempo indeterminato attraverso successive riselezioni.
Ovviamente, la faccenda è sempre presentata diversamente dalle Aziende, e non solo…
È l’occasione per riaffermare due principi che ci sembrano fondamentali per difendere la categoria e il proprio diritto ad una selezione imparziale in queste occasioni, che troppo spesso sono veri e propri pretesti per orientare il denaro pubblico verso un candidato scelto preventivamente:
1) Essenziale è conoscere la normativa in materia di concorsi e selezioni: in articoli presenti nel nostro sito, ho sintetizzato i punti essenziali in un vademecum che sarebbe utile conoscere ogni volta che si partecipa ad un concorso o ad una selezione. Non serve nemmeno cercare troppo in giro, quindi non ci sono scuse! La nostra categoria soffre di ignoranza, e questo permette a sedicenti funzionari pubblici di imbrogliarci nei modi più banali; di fronte a palesi violazioni della procedura, è sempre possibile opporre il dettame di norma, a patto però di conoscerlo.
2) Non lasciar perdere: spesso sentiamo dire che “tanto è così dappertutto” e simili. Su questo si basa la perpetuazione dell’imbroglio, che fa parte di una certa cultura all’italiana, ma non per questo deve passare sotto silenzio. Teniamo presente che nel nostro caso, “lasciar perdere” spesso significa lasciare allo strapotere di altre categorie professionali di decidere dell’ingresso di psicologi nei servizi, e questo indebolisce la nostra professione.
AltraPsicologia riceve spesso segnalazioni relative a selezioni e concorsi in cui i colleghi non sono precisi nel riferire le presunte irregolarità, confondono continuamente “Concorso” e “Selezione” e non forniscono la documentazione necessaria per capire di cosa si tratta (Bando o estremi della pubblicazione), impedendoci di dare qualunque parere sensato. Invece, è importante che tutti gli psicologi che partecipano ai concorsi siano informati con precisione di come dovrebbero svolgersi le procedure.
Ciò che possiamo fare come AltraPsicologia è fornire ai colleghi una consulenza preventiva per valutare se è possibile una azione di ricorso, che può avvenire sia attraverso il TAR che attraverso una procedura molto più snella, detta “in autotutela”, che consiste nel segnalare direttamente al C.d.A. dell’ente che è stata compiuta una violazione procedurale, attivando un accertamento interno volto appunto all’autotutela contro eventuali ricorsi al TAR.
In ogni caso, richiediamo precisione nel segnalare il fatto che si presume irregolare sulla base della normativa vigente, perché è l’unico modo che abbiamo per poter agire.
Infine, è da ribadire che la competenza in materia di tutela degli psicologi nei concorsi e, con un po’ di buona volontà, nelle selezioni, è del sindacato AUPI, a cui ci si può rivolgere in caso di irregolarità.
In quest’ultimo caso, invitiamo i colleghi a informarci se il paziente dopo la stimolazione si sveglia dal coma…
Federico Zanon