Sul gender è stato detto e scritto tanto, da un lato bugie, menzogne e bufale, dall’altro verità con riferimenti a studi condivisi con la comunità scientifica, e noi di AltraPsicologia che per primi abbiamo fatto corretta informazione, tramite la pubblicazione di articoli e l’organizzazione di incontri sul territorio per fare chiarezza in modo professionale e per avviare un sano e costruttivo confronto.
Che la teoria o legge gender non esiste lo sappiamo già, anzi…forse è meglio ribadirlo “NON ESISTE”, ci sono gli gender studies, cioè studi di genere che sono cosa ben diversa rispetto a quello che alcuni vogliono far credere.
In tutta questa storia c’è un aspetto che non può essere sottovalutato, e cioè gli effetti psicologici che la cattiva informazione produce. Genitori in ansia, paura che l’innocenza del proprio figlio subisca un brusco arresto, angoscia per quello che può succedere a scuola, inquietudine per il futuro…”dove arriveremo!”.
Inutile negarlo si è scatenata una vera e propria psicosi collettiva, sembra che in questi casi venga fuori, emergendo dallo sfondo, la fragilità dell’essere umano, che diventa vittima dell’altro, di chi con interventi subdoli e intenti manipolatori causa scientemente terrore e paura.
Basta guardare gli occhi di una mamma, che farebbe di tutto per il proprio figlio, ed accorgersi e sentire la paura che le scorre nelle vene, e constatare quanto dolore e sofferenza l’uomo stesso è in grado di provocare, con l’inganno e la falsità.
Inutile negarlo, perché tutto gira attorno agli omosessuali (non sono malati ma vogliono sposarsi), ai gay (quelli trendy e modaioli), ai froci (quelli che fanno sesso, sodomiti e fornicatori), intorno a quelli lì, insomma, che sono la rovina della famiglia tradizionale e la causa della fine del mondo, …”lo sterco di satana” grida qualcuno.
E’ sempre così: si inizia parlando di gender, si finisce a parlare dei froci.
In una società “accogliente e democratica” come la nostra, essere “diverso” è sempre più difficile, ancora oggi una persona “diversa” deve lottare ogni giorno per raggiungere e mantenere il proprio benessere, perché è l’altro che si ritiene normale, ad imporre lo stile di vita corretto e congruo al proprio credo!
In fondo l’art. 3 della Costituzione non è per noi umani:
tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Le chiamo “le conseguenze del terrore”, contenuti e significati che fanno davvero male dentro, che creano dolore e sofferenza psicologica, così come in questa conversazione con una mamma di un bambino di 8 anni, terrorizzata e spaventata:
- voglio sapere veramente cosa succede a mio figlio se fa l’educazione sessuale a scuola.
- di cosa ha paura?
- …(esitazione)…e se mio figlio diventa…(per lei è impronunciabile)….FROCIO?
- consideriamo il caso che suo figlio fosse frocio, che farebbe?
- è mio figlio e lo amo con tutto il cuore, ho però paura degli altri, della società, del paese, forse gli direi di andarsene.
Sembra essere ritornati al 1935 quando S. Freud scrisse una lettera di risposta ad una mamma che gli aveva chiesto aiuto per il figlio omosessuale:
deduco dalla tua lettera che tuo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non utilizzi questo termine quando dai informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo eviti?” scrive Freud. “L’omosessualità non è di certo un vantaggio, ma non c’è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante, non può essere classificata come una malattia.
In tutto questo tran tran dove sono i bambini?
Ignari di quello che sta succedendo, di che becero mondo gli adulti gli stanno preparando, forse sono intenti a giocare da soli con lo smartphone, il tablet o la psp, ed i genitori fanno la stessa cosa. E’ di questo che dovremmo preoccuparci di più, di una solitudine sempre più dilagante, di quell’amore puro, senza giudizi e pregiudizi, di cui stiamo perdendo traccia, di quell’innocenza tipica dei piccoli che non comprendono le differenze, proprio perché non esistono!
Trovo questo articolo, o meglio il titolo, gratuitamente violento nel linguaggio. Se questi sono i termini utilizzati da molti nei confronti degli omosessuali, ciò non ne giustifica, a mio avviso, l’improprio utilizzo da parte di professionisti che per primi dovrebbero tutelare il rispetto delle persone. Riconosco tuttavia l’intento positivo del collega che ha scritto l articolo.
Si è vero il titolo è violento ed aggiungo duro e crudo, è frutto di tanto dolore di chi viene etichettato così, con il chiaro intento di offendere e denigrare. Ho voluto riportare una situazione così come è, come si presenta nella realtà. Grazie per avere letto l’articolo e per la tua riflessione. Un caro saluto.
L’articolo riporta la realtà sociale per quello che é e che ha: UNA PSICOSI OMOFOBICA.
Trovo non giusto ma esatto il “realismo,, nelle parole, mentre é veritiero il messaggio che l’articolo vuole comunicare.
Sono d’accordo nel commento del Sig. Danilo e idem per il Sig. Barretta.
A mio subalterno parere, le parole hanno un peso offensivo a secondo da quale bocca escono. Ad es., la frase “il lavoro rende liberi” , in se per se non contiene offesa alcuna: nulla di più vero, pensando a questi ultimi anni difficili per trovare un lavoro. La medesima frase però, un estremista di destra e i politici di destra non DEVONO pronunciarla per niente, perché non possono permetterselo. Cosí anche le parole “omosessuale, gay, lesbica, bisex, trans” , se usate da persone che ne fanno un pregiudizio, le considererei “violente,, come il termine usato nell’articolo.
L’articolo riporta la realtà sociale per quello che é e che ha: UNA PSICOSI OMOFOBICA DI MASSA.
Trovo non giusto ma esatto il “realismo,, nelle parole, mentre é veritiero il messaggio che l’articolo vuole comunicare.
Sono d’accordo nel commento del Sig. Danilo e idem per il Sig. Barretta.
A mio subalterno parere, le parole hanno un peso offensivo a secondo da quale bocca escono. Ad es., la frase “il lavoro rende liberi” , in se per se non contiene offesa alcuna: nulla di più vero, pensando a questi ultimi anni difficili per trovare un lavoro. La medesima frase però, un estremista di destra e i politici di destra non DEVONO pronunciarla per niente, perché non possono permetterselo. Cosí anche le parole “omosessuale, gay, lesbica, bisex, trans” , se usate da persone che ne fanno un pregiudizio, le considererei “violente,, come il termine usato nell’articolo.