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L’annuncio stampa è roboante: CNOP – Presentato il decalogo “La riforma della formazione degli Psicologi”

E così, anche il CNOP si è finalmente accorto che gli psicologi sono in troppi, e che la causa almeno in parte è da attribuire all’Università (che si moltiplica, che non mette limiti alle iscrizioni, che si riempie la pancia di studenti di psicologia senza informarli adeguatamente sulle prospettive occupazionali).

Noi ogni tanto (!) ne parliamo, giusto per ricordare che andiamo verso gli ottantamila QUI (2011), ma anche QUI (era il 2008), tanto per citare qualche articolo dedicato.

Non che sia un problema solo della psicologia, intendiamoci: molte professioni scontano l’affollamento e il sistema universitario ed economico nel suo complesso non agevola certo la diffusione di informazioni precise sull’occupazione collegata ai percorsi universitari. Ed hanno un ruolo pure gli studenti che si avviano ad un corso di studi piuttosto che ad un altro, senza prendere in debita considerazione i futuri scenari economici.

Ma una cosa non era mai successa: che il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi, organo di coordinamento nazionale delle politiche di categoria composto da tutti i presidenti degli Ordini Regionali, prendesse ufficialmente posizione in materia.

Lo fa con questo “mirabolante” decalogo presentato nel corso di non meglio precisati “Stati Generali della Psicologia” che si sarebbero svolti a Roma… stati generali? ma quando mai??? Non ci risultano inviti al popolo, e nemmeno ai suoi rappresentanti. Quindi, si tratta probabilmente di una di quelle occasioni riservate a pochi intimi che quest’organo nazionale, così gramo d’informazioni ai colleghi, promuove in sordina.

Nell’Italia degli psicologi di oggi, il massimo organo di rappresentanza parla di “Stati Generali” senza neppure curarsi di interpellare “il popolo”. Però è vero che l’organizzazione del CNOP rassomiglia per molti versi a quella degli Stati Generali del Regno di Francia appena prima della Rivoluzione: lì, gli Stati Generali erano divisi in tre camere (o “Stati”): il Primo Stato era composto dagli ecclesiastici, il Secondo dalla nobiltà, il Terzo dal popolo minuto. Ogni ordine si riuniva in una camera separata dagli altri due Stati, discutevano sulla legge ed emettevano un voto per camera. Il più delle volte il Terzo Stato era svantaggiato, perché gli interessi dei nobili e del clero solitamente coincidevano: era sufficiente che questi emettessero due voti a favore per ottenere la maggioranza. Quando, nel 1789, gli Stati Generali furono convocati dal re per risolvere la grave crisi politica, economica, sociale e finanziaria che affliggeva da anni la Francia il Terzo Stato chiese il voto per testa e non per Stato. Non l’ottenne ed allora si autoproclamò unico vero rappresentante della Francia, assumendo il nome di Assemblea Nazionale e dando il via al processo rivoluzionario.

Anche al CNOP non vale la rappresentanza per numero di iscritti ma quella per numero di poltrone. Infatti ogni membro del CNOP è presidente di una regione ed ogni regione vale un voto, indipendentemente dal numero di colleghi che rappresenta. Così i cento (o poco più) iscritti della Val d’Aosta valgono quanto i 14.000 della Lombardia e le storture di questa situazione gravano sulla condizione generale della professione.

Resta il dato imbarazzante che il CNOP ha scritto questa fantomatica riforma della formazionesenza minimamente preoccuparsi di ascoltare i diretti interessati (il popolo): psicologi neoiscritti, studenti, specializzandi, giovani professionisti (coloro, cioè, che dell’attuale formazione soffrono le conseguenze).

Il decalogo sembrerebbe frutto di un menage intimo con i presidi delle facoltà e i direttori dei dipartimenti universitari, che poi sono gli stessi che vengono additati come coloro che hanno avviato il processo di inflazione della professione, formando decine di migliaia di futuri psicologi disoccupati.

Il settecento è lontano da noi. Il CNOP dagli Psicologi lo è ancora di più…

Ecco il comunicato stampa:

UFFICIO COMUNICAZIONE CNOP: 12/04/2012 PRESENTATO IL DECALOGO LA RIFORMA DELLA FORMAZIONE DEGLI PSICOLGI. ROMA – PIAZZA MASTAI PALAZZO DELL’INFORMAZIONE: Numero chiuso per l’accesso alla facoltà universitaria, prove di ammissioni comuni nello stesso giorno a livello nazionale, riforma della cosiddetta laurea breve, migliore qualità del tirocinio e revisione dell’esame di Stato. Sono questi i punti salienti presentati oggi a Roma dagli Stati generali della psicologia per garantire una nuova e migliore formazione professionale

CNOP, PRESENTATO IL DECALOGO PER LA RIFORMA DELLA FORMAZIONE DEGLI PSICOLGI

Numero chiuso per l’accesso alla facoltà universitaria, prove di ammissioni comuni nello stesso giorno a livello nazionale, riforma della cosiddetta laurea breve, migliore qualità del tirocinio e revisione dell’esame di Stato. Sono questi i punti salienti presentati oggi a Roma dagli Stati generali della psicologia per garantire una nuova e migliore formazione professionale.

Roma, 12 aprile 2012 – Realizzare nuovi percorsi formativi per facilitare l’accesso dei giovani professionisti al mercato del lavoro e garantire agli utenti adeguati livelli di qualità del servizio. Sono questi alcuni dei capisaldi della linea di azione che il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, in sinergia con la Conferenza dei Presidi delle facoltà di Psicologia, con la Consulta dei Direttori di Dipartimento di Psicologia e con l’Associazione italiana di Psicologia, ha tracciato ed elaborato in un documento ufficiale, presentato oggi a Roma durante una conferenza stampa, una proposta in grado di rivoluzionare il percorso di formazione e l’accesso alla professione.

Secondo i dati ufficiali raccolti dal CNOP sono circa 83.000 i professionisti in Italia iscritti all’Albo degli Psicologi. E ogni anno il numero medio degli iscritti aumenta di circa 5.000 unità. Ma oltre la metà degli iscritti non riesce a esercitare la professione di psicologo. Ecco perché il CNOP presenta oggi alle istituzioni un vero e proprio decalogo ufficiale di proposte, ma anche di azioni già avviate, che riguardano in particolare l’accesso alla professione, la sperimentazione di nuovi percorsi formativi e professionali, il tirocinio, la riforma degli esami di Stato.

“La precarietà che registriamo in alcune fasce dei nostri professionisti potrebbe essere attribuita al rilevante numero di laureati che, negli ultimi quindici anni, sono usciti dalle Università come conseguenza della proliferazione dei corsi di laurea”, ha dichiarato Giuseppe Luigi Palma, Presidente del Cnop. Nel 2010 sono stati attivati più di 40 corsi di laurea di I Livello e più di 60 corsi di laurea di II Livello. Ma, “a fronte di un simile aumento nell’offerta di formazione, continua Palma, è mancata una programmazione degli accessi rispetto al fabbisogno nazionale degli psicologi. Ecco perché il documento propone di definire un numero adeguato di accessi annuali, periodicamente aggiornabile e in base a criteri condivisi di ammissione in modo da decongestionare da una parte il sovraffollamento universitario e dall’altra, garantire l’accesso al mondo del lavoro, una volta conseguito il diploma di laurea.

Sempre su questa linea si propone l’abolizione della sezione B dell’Albo degli psicologi. “Sulla base dell’esperienza maturata con l’istituzione dei corsi triennali”, ha spiegato Palma, “tre anni sono necessari per porre le basi di una cultura psicologica, ma non sono sufficienti per una formazione professionale. A fronte degli oltre 83.000 iscritti, solo circa 200 risultano gli iscritti all’Albo B. Ecco perché riteniamo opportuna l’abolizione o la sua messa in esaurimento”.

Il documento punta, inoltre, a una migliore qualificazione del tirocinio professionalizzante, che oggi si configura ormai come un lavoro semi-indipendente svolto nell’ambito di un team professionale e in contesti sempre più eterogenei, come cliniche e laboratori di ricerca, servizi sociosanitari, aziende, scuole, tribunali, strutture di accoglienza, centri sportivi.

Legato a doppio filo con il praticantato è lo sviluppo professionale continuo che, soprattutto nella categoria degli psicologi, ha un’incidenza elevata. Secondo stime dell’Ordine, infatti, il 97 per cento dei laureati proseguono la loro formazione frequentando corsi di specializzazione, master o dottorati di ricerca.

Il documento, ancora, contiene proposte concrete sulla sperimentazione di una nuova forma di ciclo quinquennale per la laurea in Psicologia, in sostituzione del cosiddetto “3+2”. Infine, si invoca una vera riforma dell’esame di Stato, prestando maggiore attenzione agli aspetti deontologici e professionali. In particolare, l’Ordine chiede che gli esami si possano svolgere in tutte le sedi di corsi di laurea in psicologia, prevedendo solo due prove, di cui una uguale per tutte le sedi e monitorata a campione su tutto il territorio nazionale.