Facilitare l’inserimento professionale dei giovani psicologi è uno degli obiettivi prioritari del programma di Altra Psicologia. In Lombardia i consiglieri di Altra Psicologia hanno proposto iniziative concrete per la realizzazione di questo obiettivo all’interno dell’Ordine. In particolare la nascita della Commissione promozione e sviluppo, in cui tre dei cinque componenti (compresa la coordinatrice) appartengono ad Altra Psicologia, è stata l’occasione per avviare attività che potessero aiutare i giovani psicologi nell’affrontare la drammatica situazione lavorativa che ben conosciamo. Come commissione abbiamo innanzitutto voluto sondare le aspettative dei giovani iscritti attraverso un’indagine on line, che aveva come principale focus la valutazione della percezione di utilità di un servizio di tutoring all’inserimento professionale. Attraverso i risultati dell’indagine (vedi indagine) abbiamo verificato una percezione molto elevata dell’utilità di questo tipo di servizio, così come di iniziative informative e formative sull’imprenditorialità e la progettazione nel terzo settore, che ci proponiamo di avviare a breve.
Nella seconda metà di settembre è nato il servizio di tutoring all’inserimento professionale, gestito dalla commissione. Il servizio si propone di offrire orientamento, accompagnamento e sostegno, di agevolare i giovani colleghi nel cercare occasioni di lavoro. Fondamentale chiarire che non si tratta di un servizio di collocamento: come commissione di un ordine non abbiamo né la possibilità né il compito di trovare lavoro agli iscritti. La nostra funzione è quindi quella di raccogliere le domande degli iscritti e riflettere insieme sulle strategie, sulle modalità, sugli strumenti e le competenze che possono agevolare la ricerca del lavoro. Laddove ci sia una richiesta di informazioni, se non le abbiamo immediatamente disponibili, ci impegniamo a procurarle. Il servizio prevede il ricevimento dei colleghi iscritti per mezza giornata alla settimana da parte di uno dei componenti della commissione, presso la sede dell’OPL.
Dopo il primo ciclo di incontri, ci sentiamo già di proporre alcune riflessioni.
Innazitutto, risulta per noi evidente come la richiesta principale sia di carattere orientativo. Alcuni di noi prima di iniziare a ricevere i colleghi si aspettavano domande informative specifiche e puntuali, che richiedessero soprattutto da parte nostra un’attivazione in termini di reperimento dei dati e delle indicazioni. Nella stragrande maggioranza dei casi ci siamo invece trovati a partire da domande a largo raggio sulla difficoltà a capire come muoversi per cercare occasioni di lavoro. Alcuni colleghi ci hanno chiesto perché non riuscivano a trovare lavoro solo spedendo curriculum, o se ci sono concorsi nel pubblico, o come si fa a proporre un progetto e a chi rivolgersi. Domande che mettono in luce come i giovani siano ancora oggi poco a conoscenza del reale funzionamento del mondo del lavoro per gli psicologi, come spesso facciano riferimento a modalità (invio di CV, concorsi) di fatto marginali nella ricerca di lavoro in campo psicologico. In questi casi la necessità è prima di tutto capire come funziona, farsi un’idea il più possibile realistica di cosa succede là fuori e di come è possibile avvicinarsi al lavoro da psicologo.
Appare anche che le principali difficoltà dei colloqui di tutoring ruotino intorno a quanto sopra. Ad esempio è probabile che gli utenti del servizio si aspettino informazioni sempre e comunque, non comprendendo che i punti di debolezza si trovano su tutto un altro fronte, quello di un desiderio e di una competenza correlata che deve essere delimitato, specialistico e accuratamente coltivato. E, infine, della capacità di proporsi come competenti in senso sia generico che specifico. Qui i più dimostrano debolezze marcate.
Tuttavia, e per certi versi di contro, un pericolo correlato è di segno opposto. Si tratta del pericolo che ogni richiesta venga letta in questa ottica dalla commissione, complice l’attitudine professionale clinica di molti di noi, rinunciando a cercare e fornire informazioni agli iscritti che ne hanno veramente bisogno.
Un altro dato che emerge è il forte disagio manifestato dai giovani colleghi. Abbiamo incontrato diverse persone con le lacrime agli occhi, deluse, sfiduciate e demotivate. In alcuni casi il nostro compito è comunque stato prioritariamente quello di sostegno. Il lavoro dello psicologo, per come è oggi strutturato, in modo precario, instabile, privo di punti fermi, porta ad un indebolimento e ad una frammentazione dell’identità, che in situazioni di fragilità pregressa conducono ad un notevole disagio. Il disagio depressivo che insorge in relazione a questa situazione prende forme talvolta preoccupanti.
Non citeremo gli elementi più personali emersi in questi colloqui, volendo tuttavia sottolineare che in alcuni casi si tratta di aspetti che sconfinano ampiamente in aree così delicate da ritenere debbano essere sotto la protezione del segreto professionale. Anche questo elemento la dice lunga sullo stato della nostra professione.
In casi non frequenti ci sono state chieste informazioni specifiche: in particolare sui cambiamenti introdotti dalla legge Bersani, in materia di pubblicità, tariffe e adempimenti fiscali.
Inoltre l’interesse di alcuni colleghi è rivolto alla possibilità di avviare una realtà associativa nel terzo settore. Per questo abbiamo pensato ad un percorso specifico, che partirà nei prossimi mesi, su imprenditorialità e progettazione nel terzo settore.
Il servizio vuole essere anche l’occasione per aprire un dialogo diretto con i colleghi, a cui chiediamo un feedback sul servizio già durante il colloquio e a cui proporremo a breve uno strumento di valutazione, in modo da poter introdurre miglioramenti in itinere.
La nostra esperienza con i colleghi finora incontrati ha a nostro parere dimostrato l’utilità dell’iniziativa, ed ha confermato alcuni dei mali degli psicologi che Altra Psicologia da tempo denuncia: la scarsa informazione, l’individualismo, la tendenza a vedere la drammatica situazione del lavoro psicologico come personale e la fatica a ricondurla a dinamiche più ampie e a collocarsi in un contesto complesso.