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La trasparenza molto molto opaca degli PsicologiCari colleghi, forse non lo sapete ma una parte importante delle quote d’iscrizione che ogni anno pagate al vostro Ordine regionale finanziano generosamente il “Consiglio Nazionale dell’ Ordine degli Psicologi” (in sigla CNOP) che è l’organo, previsto dalla Legge, che riunisce tutti i presidenti degli Ordini regionali e dovrebbe coordinare le politiche nazionali della categoria (?).

Il CNOP è da sempre in mano al solito sindacato AUPI (quello che governa anche l’Enpap dove si fa chiamare “cOstruire previdenza”) ed amministra ogni anno la bellezza di circa 2.000.000 di euro, provenienti totalmente dai ristorni  che ogni consiglio  regionale gli versa ( 27 euro ad iscritto).

Vi chiederete cosa ci faccia il CNOP con tutti questi soldi, visto che di politiche incisive a favore della professione non se ne vedono a livello nazionale. Me lo chiedo anch’io da anni e lo chiedo anche esplicitamente da allora alla dirigenza del CNOP.

Quella che segue è la storia delle (non) risposte che finora ho ricevuto e che mi hanno portato a chiedere l’intervento del TAR…

C’era una volta… un Re! Diranno subito i miei piccoli lettori.

No, ragazzi, avete sbagliato.

C’era una volta il CNOP.

In questo consesso, ogni anno,  i partecipanti sono chiamati a esprimersi votando sulla regolarità del bilancio consuntivo delle spese e sul bilancio preventivo.

Non sempre è facile capire come mai certe voci siano impegnate per centinaia di migliaia di euro, e  da consigliera di minoranza, fin dai primi anni del mio mandato, ho avuto  la  “sconsiderata” idea di porre frequenti e stringenti domande per capire, nel dettaglio, se tali ingenti spese fossero proprio necessarie o se, invece, non fosse possibile operare qualche risparmio !

Precorritrice dello spirito dei tempi, anche a me era venuta questa balzana idea della spending review applicata al Bilancio del Consiglio Nazionale.

E quindi comincio a chiedere , siamo già nel 2010, l’accesso ai documenti contabili e, in autotutela,  voto contrario a tutti i Bilanci con motivazione: “perché non mi avete dato l’accesso alla documentazione contabile”.

Dopo un paio di richieste verbali cui non seguono risposte, comincio a pensare che la mia  voce sia  troppo bassa, o che l’interlocutore sia sordo,  per cui,  decido di  inoltrare  richiesta scritta al fine “di poter accedere in modo completo alla documentazione posta a fondamento dei bilanci consuntivo e preventivo del CNOP di prossima approvazione” (13 Gennaio 2011).

Risulta evidente, anche ai non addetti ai lavori, come tale documentazione sia indispensabile per poter deliberare con cognizione sull’approvazione o meno del bilancio; gli “addetti ai lavori”, invece, decidono di non sprecare tempo a rispondere. 

Successivamente a questa richiesta formale, continuo a “votare contrario al Bilancio perchè non ho avuto risposta……”; così il 05 Ottobre 2012, 21 mesi dopo, (Neanche dovessero scrivere la Divina Commedia) giunge una risposta degna del miglior Conte Mascetti, in cui di fatto si nega l’accesso a tali documenti argomentando che:

  1. la richiesta “è assolutamente indeterminata circa l’individuazione della documentazione alla quale si richiede l’accesso, motivo per il quale la stessa non può essere presa in considerazione in assenza di una (…) puntuale specificazione degli estremi degli atti richiesti in copia o in visione, ovvero degli elementi concreti in base ai quali sia possibile individuarli.
  2. anche qualora fossero indicati in maniera specifica e dettagliata gli estremi degli atti richiesti “l’accesso non potrà essere comunque accordato in relazione all’interesse (..) manifestato nell’istanza, che parrebbe essere quello di esercitare un controllo generalizzato sull’operato dell’Ente.
  3. questa richiesta “comporterebbe un notevole dispendio di energie lavorative dei pubblici dipendenti, i quali dovrebbero sottrarre il tempo necessario alle ordinarie attività dell’Ente, per la ricerca e la copia di un numero indeterminato di documenti potenzialmente moltiplicato ad un numero indeterminato di richiedenti, paralizzando, di fatto, l’operato dell’Ente stesso.” …….

E sono occorsi 21 mesi per partorire questa risposta? Forse siamo capitati davvero in una  favola! Solo in un mondo fantastico si può pensare che un Ente risponda dopo 21 mesi .

Certo, se ci hanno messo 21 mesi per rispondere ad una lettera, posso capire  la forte preoccupazione per l’ulteriore carico di lavoro che avrebbe comportato ottemperare alla richiesta.

Per amor di pace, anche se forte delle argomentazioni portate , zelante e diligente  accondiscendo alle richieste del CNOP e in data 18 Ottobre 2012 inoltro, a nome del mio Consiglio,  un’ulteriore richiesta in cui ribadisco che un membro del CNOP ha pieno titolo per accedere a tutta la documentazione “ formale autorizzativa agli impegni di spesa e alla loro liquidazione in riferimento alle voci di bilancio sulle quali, al fine di poter esprimere il mio voto in modo consapevole, ritengo necessaria e/o doverosa una verifica  …..”.  Segue un elenco dettagliato dei documenti richiesti.

La Legge italiana, forse non consapevole delle numerose attività e dei molteplici impegni che gravano sul CNOP, impone che, ad una richiesta di accesso agli atti, si risponda entro 30 giorni.

Passata ampiamente la scadenza senza ricevere alcuna risposta, non si è potuto fare nient’altro che ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale. Nel Dicembre 2012 il TAR ha fissato la data dell’udienza di discussione per Marzo 2013.

Ora mi chiedo, e vi chiedo, ma in uno Stato dove la Trasparenza è un valore protetto da precise norme, e in un organismo dove i componenti siedono in virtù della rappresentanza degli iscritti, è ammissibile dover ricorrere al T.A.R. per poter accedere alla documentazione di spese che sono  assunte, e  liquidate, con i nostri contributi?

E ancora, come è possibile che sia precluso l’accesso agli atti contabili di un ente ai suoi stessi membri , democraticamente eletti, che sono anche soggetti finanziatori e quindi portatori di interesse?

Questo succede al CNOP, dove avere l’accesso ai documenti sembra impresa degna di Tom Cruise in Mission Impossible; ma anche all’ENPAP la situazione non è migliore.

Non sarà che, dove governa AUPI/CostruirePrevidenza,  la Trasparenza diventa Opacità ?

Sandra Vannoni , usa a firmare quanto scrive ed a metterci la faccia, a differenza di chi si cela dietro l’anonimato per non rispondere di quanto afferma !