Riceviamo e pubblichiamo gli stralci della lunga lettera di una collega che da anni si occupa di DSA in Veneto. Il tono di questa lettera è forte, acceso. Come AltraPsicologia facciamo la scelta di pubblicarla e dare voce a tutti i colleghi, come abbiamo sempre fatto da 10 anni a questa parte. È una situazione che ogni collega deve conoscere in quanto la dovrà affrontare presto, purtroppo.
Ci sentiamo anche in dovere di precisare che il nostro impegno va nella direzione di tutelare i colleghi psicologi TUTTI, siano essi liberi professionisti che dipendenti pubblici, in quanto riteniamo che tutti debbano essere tutelati in qualsiasi ambito lavorino.
Non ci sono per noi colleghi di serie A e di serie B, vorremmo porci come portavoce delle criticità che riguardano la nostra professione, cooperando alla ricerca di soluzioni con le istituzioni come stiamo facendo negli Ordini in cui siamo presenti.
Sei un collega che si occupa di DSA? Conosci questa situazione? Sei d’accordo con quanto scrive la collega? Leggi e facci sapere cosa ne pensi!
MA I DSA RIMPOLPANO LE CASSE REGIONALI?
Ma quanti saranno i bambini e i ragazzi con Disturbo Specifico dell’apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia) nella Regione Veneto tali da suscitare un interesse così specifico (…) e far promulgare una Delibera ad hoc, sotto Natale, con il rischio che passi il più possibile in sordina?
La storia è lunga e parte da lontano… quando di colpo il problema DSA, almeno il 4% dei bambini e ragazzi in età scolare, nel Veneto si stimano almeno 28000 casi, da problematica diagnostica e certificata con legge 104 come disabilità fino a circa 15 anni fa, diventa poi un disturbo per il quale le scuole devono applicare misure compensative e dispensative e porre attenzione didattica particolare, e infine, ultima evoluzione, una problematica dove per continuare ad applicare le stesse misure di prima nelle scuole, con una normativa Veneta, poi divenuta la famosa Legge 170/10 per DSA di cui si è tanto parlato, serve una diagnosi e una certificazione esclusivamente emessa dalle ASL .
Seguono interessanti implicazioni tali per cui:
- di colpo la “diagnosi” risulta fattibile solo da psicologi e neuropsichiatri ASL, (i privati si sa a pari o superiore titolo in quanto pagati dal cliente sono di per se potenziali truffatori e potrebbero, in barba al codice deontologico, ingannare volutamente lo Stato italiano in cambio di presunti lauti compensi) : anche se la legge 170 è a impegno finanziario zero e non implica alcun supporto alle famiglie! E sui diritti a permessi lavorativi o sulla indennità di frequenza ogni famiglia sa quanto lotta e spesso senza risultato!! E viene da chiedersi: questi DSA sono così gravi da richiedere una normativa ad hoc ma sono poi non tutelati i diritti al supporto alla cura dei genitori? Sono gravi o no? Interessano o no al nostro Stato?
- Poi si decide, vista la pressione di famiglie e associazioni, di permettere ai privati di emettere una diagnosi se e solo se aventi certi requisiti di supercertificazione di qualità, oppure di farsi validare e verificare il proprio operato da colleghi ASL, spesso meno preparati sul settore specifico (…). E così bambini che giungono a un percorso diagnostico già di per sé impegnativo per un bambino, ne devono affrontare almeno due (…).
Poi, poiché le cose andavano fin troppo bene nonostante l’umiliazione a teste coperte di cenere dei privati (…), abracadabra che succede?
A giugno 2014 si tolgono anche le possibili convalide delle diagnosi fatte dai privati e a dicembre 2014 in sordina, ma con grande accordo interno, la Regione spazza via anche i Centri che, seguendo la normativa regionale, erano stati abilitati a fare diagnosi e certificati alla pari con le ASL avendone i necessari super requisiti richiesti.
VOGLIAMO FARCI QUALCHE DOMANDA?
Come mai questa fetta di popolazione interessa così tanto la Regione Veneto? Per carità cristiana e vicinanza alle tante famiglie in difficoltà? Come mai di colpo alcune ASL trasmettono dati alla Regione da cui si evince la perfetta buona salute di una sanità, ma sul campo osserviamo che neanche lontanamente c’è personale ASL per emettere cotante diagnosi e certificati?
Come mai molti psicologi ASL dicono di non riuscire ad evadere le richieste delle famiglie ma i loro Direttori Generali trasmettono alla Regione un dato opposto? (…)
Certo è che la recente delibera afferma che non c’è bisogno di diagnosi di privati o di Centri abilitati: le ASL sono autosufficienti!
CHI FARÀ TUTTE LE PRESTAZIONI DICHIARATE COME FATTIBILI? E CHI LE HA FATTE FINORA? (…)
Tre sono le ipotesi possibili, fermo restando che il numero di diagnosi dei privati e dei Centri emesse fino ad oggi non è noto ed è stato forse conteggiato (…) nella pletora di prestazioni ASL:
- Tutte queste prestazioni sono state emesse in regime privato da professionisti del pubblico (…).
- Sono state emesse da tirocinanti o frequentatori. Uno stuolo di tirocinanti felici di affinare la propria pratica dilettantesca su carne umana, una miriade di privati che “volontariamente” hanno reso la propria prestazione gratuita (…)
- Non è stato rispettato l’intero iter diagnostico previsto dalla Consensus Conference e nei tempi della prestazione in libera professione nel pubblico (quanti minuti?), e sono stati somministrati (da chi?) tre-quattro test invece che l’intera valutazione necessaria, e prevista anche da normativa, per un Disturbo di tale immensa complessità da richiedere AI PRIVATI multidisciplinarietà, normative ad hoc, regolamenti etc. (…).
Ma in questa saga tutta italiana e veneta (…) questi psicologi privati, che si sospetta siano sempre influenzabili dal vile denaro, che si deve verificare abbiano super criteri di formazione, aggiornamento, purezza di cuore e operato, e che vengano verificati fin nelle pudenda, alla fine verranno rigettati nella melma (…) in totale assenza della garanzia di una sana competizione pubblico-privato a favore della migliore qualità per il cittadino (…).
E se si vuole ottenere una diagnosi, come da “diritto” e “normativa” entro i 6 mesi utili affinchè il proprio figlio non venga abbandonato dagli insegnanti segnando un futuro di lacune e disistima? (…)
IL DIO NEUROPSICHIATRA O NEUROLOGO
Dalla nuova Delibera solo i Neuropsichiatri e i Neurologi potranno governare questi regni della diagnosi pubblici o privati accreditati (…) e tutto sarà di nuovo sotto controllo! con una pace legata al silenzio di chi se parla vede negati i propri diritti di cittadino (“che non sia mai che poi abbia bisogno di nuovo dell’ASL e che mi prendano in antipatia o peggio”), una pace che solo la morte di uno dei contendenti può dare.
E allora che i privati psicologi liberi professionisti (…) vengano sterminati e dissuasi dall’alzare lo sguardo all’Olimpo e che la qualità venga rinchiusa in Delibere blindate fini a loro stesse, come tanti decreti ad personam in Italia. Così va il mondo. (…)
Firmato: un libero professionista della Terra di mezzo
Riguardo al mondo dei DSA i colpi di scena sono la norma. In Toscana le dignosi per probabili DSA o BES hanno liste d’attesa lunghissime e spesso i neuropschiatri non somministrano i test ma delegano a tirocinanti, logopedisti. In alcune ASL se tutto va bene è uno psicologo. Ma occupandomo solo di abilitazione e parte emozionale pwr ragazzi/famiglie DSA ritengo che le migliori diagnosi, professionalmente parlando, sono quelle di colleghi privati che applicano batterie ampie e approfondite con unosguardo alle varie comorbilita’. Diciamocelo le Istituzioni non facilitano il lavoro di noi psicologi e non è una novità che il mondo medico ci vuole togliete competenze e lavoro. Parola di psicologa, madre di un ragazzo con un grave DSA e professionista che aiuta ragazzi con DSA.
mi sembra di una gravità inaudita che la diagnosi la possa fare solo il NPI!!! L ordine nazionale deve intervenire immediatamente! Non lasciamo che accada qs, x la ns professione sarebbe un danno gravissimo. Lo psicologo PUÒ E DEVE EMETTERE DIAGNOSI DI DSA!
Dove sono gli Ordini professionali nel tutelare la professione? a cosa servono se non a questo? qui si sta replicando un attacco intenzionale e mirato a un settore professionale della Psicologia dove sono i privati ad aver da sempre fatto la storia sia nella diagnosi che nell’intervento riabilitativo e di qualità. Ma lo Stato vuole ucciderci tutti? vuole limitare la nostra attività favorendo un pubblico servizio che di pubblico non ha nulla ma maschera una intensa e proficua attività privata intra o extramoenia o magari tramite centri accreditati ad hoc? perchè non interviene l’Antitrust? questo è un monopolio che vincola verso il pubblico, in virtù di una posizione di potere e in violazione della libera concorrenza, che qualche governo citava a tutela della qualità, prestazioni e “fette” di patologie gestite poi privatamente nel pubblico ..chissà se come nella favola di Esopo a uccidere la gallina dalle uova d’oro gli conviene…anche se io,…man mano…mi sento sempre più gallina…e senza uova…grazie Stato italiano!!! grazie Regione Veneto!
Se l’Ordine degli Psicologi e gli psicologi non reagiranno con decisione la diagnosi di DSA farà la stessa fine del lavoro in Comunità: 0 possibilità di lavorare in Veneto, possibilità pari o di poco inferiori a quelle degli educatori professionali nelle Regioni confinanti!
Sia chiaro, non sto equiparando le due professioni, non mi permetterei mai, ma se uno psicologo formato in educazione di Comunità trova annunci di lavoro in Lombardia ma non in Veneto, qualcosa non quadra…
da questa estate non ci sarà nessuna struttura accreditata. le ulss venete hanno liste di attesa di un anno.e per esperienza personale, comunque, so che anche privati supervip fanno fare diagnosi alle tirocinanti sottoponendo bambini di 8 anni a 7 ore 7 consecutive di test facendosi pagare 500 euro.
Leggo il commento di Francesca. Ma quando si sanno cose così gravi e infrazioni talmente plateali a danno degli utenti e dei professionisti non c’è l’obbligo di denuncia? e quei tirocinanti che si sono prestati a sostituire “professionisti” forse super formati sui DSA, hanno informato i loro pazienti che non erano autorizzati a esercitare quella mansione? e non ne avevano le competenze? e i genitori sanno che sta nel loro diritto sapere se la persona che valuta il loro figlio ha o meno le competenze per farlo o può fare danno? se non ne sono stati informati allora si è ingannato volutamente l’utente!!!! genitori denunciate! utenti denunciate! oltretutto, oltre che diagnosi sbagliate i certificati e le diagnosi emesse probabilmente non sono valide!! per cui danno e beffa!!!!